Con l'età temo si sia un po' inasprito. Sicuramente è un critico feroce dei governi Berlusconi, secondo me attribuendo troppe colpe a qualcuno che sicuramente ne ha ma per quello che NON ha fatto piuttosto che per il contrario.
Per Turani Monti è il salvatore della patria, l'ultima spiaggia. Se non riesce lui, sarà il baratro.
Ora francamente, per quanto non ottimista, non mi viene da pensare che il mondo possa finire con Monti. Proprio oggi Giavazzi, economista meno divulgativo di Turani ma certo anch'esso assai preparato, ricordava sul Corriere come fino ad oggi Monti più che apportare cambiamenti importanti (finora UNO, l'ultimazione della riforma previdenziale ) , ha dato una sistemata ai conti con ulteriori tasse (favorendo la recessione) e ha ottenuto CREDITO. Che è una cosa bella e importante, per carità, però è a TERMINE. Se alle promesse non seguono i fatti, la fiducia finisce e i creditori tornano alla carica, anzi più incazz... di prima.
In questi giorni uscivano i numeri sulla crescita del debito pubblico, e subito Turani prende carta e penna per difendere il premier. Riporto di seguito il suo intervento e in fondo metterò il commento da me pubblicato su FB...la cui sostanza anticipo: ok Monti fino al 2013, ma poi si voti, e se gli italiani vorranno che quel tipo di governo continui, che qualcuno raccolga questo tipo di attesa e presenti alle elezioni un cartello adeguato, magari convincendo SuperMario di esserne alla testa. Ma niente prolungamenti strani della legislatura!
Alcuni commentatori un po' distratti hanno lanciato segnali di allarme perché in gennaio il debito pubblico italiano risulta aumentato. Ma come – hanno detto – c'è il governo Monti, lo spread è sceso, un po' di riforme (anche pesanti) sono state fatte e il debito sale comunque? Allora abbiamo scherzato? In realtà, non c'è alcuna sorpresa. Secondo i piani, il pareggio di bilancio dovrebbe essere raggiunto a fine 2013: fino a allora il bilancio pubblico italiano continuerà a essere in passivo. Il che significa che le spese saranno superiori alle entrate e quindi il totale del debito non potrà che aumentare.
E che cosa succederà dopo il 2013? In teoria, il bilancio dovrebbe andare in pareggio (se tutti i programmi saranno rispettati) e quindi il totale del debito (che a quel punto sarà molto vicino ai due mila miliardi di euro) non dovrebbe più salire.
Il che non significherà ancora essere in zona di forte sicurezza. E per una ragione molto semplice: i quasi due mila miliardi di debiti che avremo accumulato resteranno sempre lì. Non avremo nuovi debiti (si spera) da aggiungere al conto, ma quelli già fatti (molto imponenti) saranno sempre lì e dovranno essere rifi-nanziati mese dopo mese. Dal2013 in avanti, quindi, si dovrà cominciare a far diminuire la massa enorme del debito italiano, secondo quando prescrivono anche gli accordi internazionali (fiscal compact). E' auspicabile, comunque, che non si voglia farlo scendere solo attraverso nuove imposte (l'Italia è ormai il paese più tassato del mondo, tranne alcune nazioni del Nord Europa). Ma si spera che vengano "inventate" delle operazioni straordinarie, come le cessioni di immobili o la vendita di qualche asset azionario.
E che cosa succederà dopo il 2013? In teoria, il bilancio dovrebbe andare in pareggio (se tutti i programmi saranno rispettati) e quindi il totale del debito (che a quel punto sarà molto vicino ai due mila miliardi di euro) non dovrebbe più salire.
Il che non significherà ancora essere in zona di forte sicurezza. E per una ragione molto semplice: i quasi due mila miliardi di debiti che avremo accumulato resteranno sempre lì. Non avremo nuovi debiti (si spera) da aggiungere al conto, ma quelli già fatti (molto imponenti) saranno sempre lì e dovranno essere rifi-nanziati mese dopo mese. Dal
In ogni caso, non si tratterà di un lavoro semplice. Con un'avvertenza. Dal 2013, secondo gli accordi, torna la politica e qui bisogna augurarsi che, con la politica tradizionale, non torni anche la tradizionale voglia di spendere. I nostri politici una scusa per spendere soldi la trovano sempre: c'è un'emergenza sociale, c'è un'azienda importante in crisi, c'è una grande opera da fare per distribuire un po' di lavoro. C'è da augurarsi, se davvero nel 2013 tornerà la politica tradizio-nale, che abbiano imparato la lezione. Grazie a sacrifici molto pesanti, imposti dal governo tecnico, nel 2013 si va in pareggio. Ma a patto di non sforare più. Anzi, bisognerà che i nostri politici imparino a spendere un po' meno di quello che lo Stato incasserà.
Non sarà un'impresa tanto facile. Al punto che mi associo a quanti hanno proposto una strada molto fuori dalle regole: prolungare di tre anni la legislatura (compresa quindi la presidenza di Napolitano) e andare a votare solo nel 2016, lasciando lì il governo Monti a portare avanti il risanamento. Lo so che a molti questa potrà sembrare una bestemmia. Ma, dal mio punto di vista, sarebbe solo una precauzione. Capisco che molti già adesso strepitano e parlano di "democrazia sospesa", ma francamente si tratta di scemenze. Niente è sospeso. Tutti i provvedimenti vanno in parlamento. In un parlamento, peraltro, eletto con una legge elettorale che di democratico non ha niente. Questo è un parlamento nominato da quattro o cinque capi-partito: è esattamente il contrario della democrazia.
Insomma, un conto è la retorica "democratica" e un conto sono i fatti. E i fatti ci dicono che il 2013 sarà un anno-chiave e l'inizio di un percorso molto difficile. Il ritorno della politica tradizionale, confesso, mi fa un po' paura.
Non sarà un'impresa tanto facile. Al punto che mi associo a quanti hanno proposto una strada molto fuori dalle regole: prolungare di tre anni la legislatura (compresa quindi la presidenza di Napolitano) e andare a votare solo nel 2016, lasciando lì il governo Monti a portare avanti il risanamento. Lo so che a molti questa potrà sembrare una bestemmia. Ma, dal mio punto di vista, sarebbe solo una precauzione. Capisco che molti già adesso strepitano e parlano di "democrazia sospesa", ma francamente si tratta di scemenze. Niente è sospeso. Tutti i provvedimenti vanno in parlamento. In un parlamento, peraltro, eletto con una legge elettorale che di democratico non ha niente. Questo è un parlamento nominato da quattro o cinque capi-partito: è esattamente il contrario della democrazia.
Insomma, un conto è la retorica "democratica" e un conto sono i fatti. E i fatti ci dicono che il 2013 sarà un anno-chiave e l'inizio di un percorso molto difficile. Il ritorno della politica tradizionale, confesso, mi fa un po' paura.
Ecco, su questo tema mi piacerebbe leggere il parere di altri amici.
Resistenza sulle montagne
RispondiEliminaTotalmente d'accordo con il tuo commento. Non sarebbe accettabile sotto alcun aspetto non andare a votare alla naturale scadenza della legislatura. "I HAVE A DREAM" : di vedere candidati tutti personaggi nuovi e giovani. Quindi neanche Monti, con la speranza di poter votare la fotocopia con trent'anni di meno.
RispondiEliminaDissento totalmente, invece, sulla frase dove inviti a non attribuire "troppe colpe a qualcuno che sicuramente ne ha ma per quello che NON ha fatto piuttosto che per il contrario". E' verissimo, con una maggioranza bulgara e con più di sette anni di governo NON ha fatto nulla di buono! Ma in compenso ha fatto una miriade di cose pessime (che non sto ad elecare perchè ci vorrebbe troppo spazio e perchè altri meglio di me l'hanno già fatto), prima fra tutte quella di sputtanarci agli occhi di tutto il mondo facendoci vergognare di essere Italiani.Dopo il Duce nulla di peggiore e si che avevamo avuto cinquant'anni di DC che era già tutto dire!UNCLE