Quando si parla del punto G a me ormai viene da ridere, credo insieme a tanti della mia età. I comici ne hanno fatto oggetto di sketch di ogni tipo (divertente e "delicato" quello di Lella Costa che descrive gli uomini come sorta di speleologi sudati e impegnati nel frugare gli antri di una "caverna"!).
Mi viene in mente la ricerca indefessa ed eroica del Santo Graal, la coppa dell'ultima cena...Non voglio mischiare il sacro col profano, ma anche lì la verità, che pure ci sarà in qualche misura, è decisamente sopravanzata dalle storie e leggende che sono fiorite intorno.
Certo è che l'idea che ci sia un punto magico che basta spingere perché sia assicurato l'orgasmo femminile a tanti uomini post 68 risolverebbe TANTI problemi!
Quando ero adolescente e andavo in vacanza a Rimini, mi raccontavano di frotte di donne del nord, tedesche e svedesi soprattutto, che scendevano in Romagna per concedersi un'avventura col mitico maschio latino, amante eccezionale, che per il tempo della vacanza faceva loro dimenticare i maldestri, freddi e veloci uomini dei loro paesi. Se leggiamo le statistiche odierne, questo record lo abbiamo perso.
Quali le ragioni? Provo, per gioco, a buttare lì qualche ipotesi:
1) è migliorata la concorrenza del nord europa e si è aggiunta quella degli immigrati delle coste africane
2) la letteratura e la filmografia hanno alzato il livello di conoscenza e quindi di richiesta femminile. Il repertorio dei nostri latin lover degli anni 60-70, assolutamente all'altezza ai tempi, non si è rinnovato adeguatamente
3) la popolazione femminile indigena ha inondato il mercato con l' "offerta", e la fame di sesso dei maschi italiani, che prima della rivoluzione sessuale dovevano combattere con l'ideale del "giungere vergine al matrimonio", si è di molto placata.
4) Strettamente collegata al punto 3, è che gli uomini NON ce la fanno più. L'orgasmo, un tempo "questo sconosciuto", è diventato un diritto esattamente come le pari opportunità e tra poco ne sarà stabilita la "quota rosa".
Ecco dunque la permanente necessità di CREDERE nel punto G, una sorta di piano B, di uscita di sicurezza...quando non ce la fai più...tac...vai lì e le jeux son fait !
In fondo, con gli uomini è più facile, e conosco più di qualche amica che mi ha confessato di ricorrere a tecniche e parole "sperimentate" per mettere fino ad un amplesso che si stava troppo prolungando ....
Insomma, una scoperta che, se finalmente avvenisse, avrebbe aspetti senz'altro meritori per tutti!
Però il "ricercatore " ultimo,Adam Ostrzenski, si è premunito, dicendo che il magico organo esiste ma non è proprio per "tutte". Vale a dire , non ogni donna ne è dotata...Mi sembra un po' paraculo ma tant'è.
Ma chi non ce l'ha, può chiedere la pensione di invalidità civile??
Ecco , secondo il Corriere.it, a che punto saremmo...
«Il punto G esiste, ma non tutte le donne ce l'hanno»
Ricerca americana sostiene di aver isolato la «mitica»
zona erogena femminile: sarebbe lunga circa 8 millimetri
"Tra curiosità e mito, tra leggenda metropolitana e
verità scientifica. Il punto G è uno dei misteri più discussi del corpo
femminile. Ora, uno studio pubblicato sul tema promette di svelarlo: il
famigerato «punto G» esiste.
LA NUOVA RICERCA - Ne è sicuro Adam
Ostrzenski dell'Institute of Gynecology di St. Petersburg in Florida, che
sostiene di avere anatomicamente isolato e descritto, per laprima volta, il
«fulcro» del piacere femminile. Lo studioso americano, dopo aver dedicato
diversi anni della sua vita nel cercarlo, sostiene che il punto G esiste e si
trova «tra apparato genitale e urinario e forma un angolo di 35 gradi con la
parete laterale dell'uretra». Il lavoro di individuazione del tessuto, svolto
sul corpo di una donna deceduta a 83 anni, se confermato dalla comunità
scientifica, sarebbe la prima conferma anatomica della sua esistenza. Adam
Ostrzenski svela anche le dimensioni e la composizione del punto G: lunghezza 8,1 millimetri ,
larghezza da 3,6 a
1,5 mm ,
altezza 0,4 mm ,
un tessuto estendibile fino a oltre 30 mm che somiglia a quello erettile (il
tessuto cavernoso) dei genitali maschili e del clitoride.
MEZZO SECOLO DI RICERCA - Il «punto Grafenberg»
fu così chiamato per ricordare il ginecologo tedesco Ernst Grafenberg, che per
primo lo descrisse oltre 50 anni fa, situandolo sulla parete frontale della
vagina a un'altezza di circa due centimetri e mezzo. Ricercatori inglesi del
King's College di Londra avevano in passato negato l'esistenza della zona,
definendola un semplice mito alimentato da riviste e terapisti sessuali. Ma nel
2008 Emmanuele Jannini, docente di Sessuologia medica dell'Università
dell'Aquila, aveva annunciato di avere avvistato, per primo, il misterioso
tessuto che apre alle gioie dell'orgasmo vaginale: nel suo studio la presenza a
livello anatomico del punto G era stata osservata su un campione di donne con
un semplice strumento di uso routinario nella diagnostica, l'ecografia
transvaginale, e riportata sul Journal of Sexual Medicine, la
stessa rivista su cui oggi pubblica Ostrzenski.
FORSE NON TUTTE LE DONNE CE L'HANNO - Ma, pur
essendo ampiamente documentato ed esaustivo, lo studio di Adam Ostrzenski non
risponde a tutti i dubbi (scientifici e popolari) sull’argomento: resta da
chiarire se questo ispessimento responsabile del piacere sessuale femminile sia
presente in tutte le donne e se si trovi sempre nella medesima posizione.
Stesso quesito presente anche nello studio dell’italiano Jannini, che
documentava la presenza del punto G solo in una parte del campione osservato,
non a caso le donne capaci di orgasmo vaginale. Resta da capire anche quanto
influisca la «variabile nervosa», ossia se in alcuni soggetti sia più sensibile
perché più fittamente innervato rispetto ad altri."
Andrea de Georgio
Nessun commento:
Posta un commento