venerdì 13 aprile 2012

I PRIVILEGI DEGLI ITALIANI? ECCESSIVI. MEGLIO PER LA CINA EVITARE IL PAESE DEI PANDA

Il Corriere della Sera ha pubblicato ieri un articolo che sembrava scritto da uno dei miei amici del Tea Party, tanto l'analisi era severa contro lo statalismo, l'assistenzialismo e il lassismo italico.
Invece a scriverlo era un cinese, esattamente un economista, Andy Xie, del Celeste Impero di una volta, che non è stato esattamente diplomatico con in compenso il pregio dell'estrema chiarezza.
L'ha messa subito giù dura:
"La crisi del debito in Europa si protrarrà probabilmente per diversi anni a venire. Le possibili soluzioni richiedono un significativo ridimensionamento del tenore di vita per molti paesi dell'Europa meridionale e radicali riforme del suo mercato del lavoro."
Bello no come inizio?
"Entrambi questi obiettivi hanno come presupposto il consenso e la collaborazione dei cittadini, al momento assenti" 
Al momento dice ...ma quando mai qualcuno spontaneamente accetterà di ridimensionarsi?
"L'aiuto esterno, attraverso salvataggi e investimenti, non farà che prolungare la crisi, dal momento che fornisce ai politici gli strumenti per mantenere lo status quo".
E qui mi pare appunto di sentire il mio amico Giacomo Zucco, portavoce del Tea Party italiano, che ricorda spesso come inondare di denaro stampato i mercati è come voler guarire un alcolizzato facendolo bere...
" La Cina non deve cadere in questa trappola, specialmente nel caso dell'Italia. La crisi del debito nella zona Euro riguarda fondamentalmente l'Italia, non la Grecia".
"L'attuale premier, che pure sta facendo un buon lavoro, difficilmente riuscirà a cambiare la società italiana, perché non è stato eletto"
Oddio, non è che gli altri eletti avessero cambiato un granché, anzi. Il problema è appunto la resistenza granitica al cambiamento, specie in peius, per tantissima gente che sugli stipendi e il welfare regalati ci hanno costruito le basi del proprio benessere.
"Gli investimenti esteri in Italia rischiano di essere una forma di beneficenza. I lavoratori locali metterebbero probabilmente sul lastrico gli ignari investitori stranieri. L'economia italiana è organizzata in modo tale da massimizzare i salari e minimizzare l'attività lavorativa"
"La zona euro non abbandonerà il suo modello economico da un giorno all'altro. La crisi del debito si manifesterà attraverso un'espansione monetaria per mantenere i tassi d'interesse reali negativi ...
Gli aiuti esterni servono solo a posticipare il giorno della resa dei conti. Per questo, al di là degli inviti del Presidente Monti, la Cina non dovrebbe investire in Italia."
Il terribile osservatore cinese si concentra quindi su vari esempi di inefficienza dei lavoratori italiani, ai frequenti esuberi di dipendenti,  e arriva a questa considerazione :
"L'economia italiana privilegia il tempo libero più di quanto avvenga in molti altri paesi, come dimostra il settore del commercio al dettaglio. L'orientamento al mercato , in ogni caso, è decisamente più scarso di quanto dicano il governo e i sindacati (?? i sindacati??? ma quando mai si sarebbero "orientati" verso il mercato?!) . L'economia italiana è in stagnazione da circa dieci anni . E le leggi che vanno contro il mercato costituiscono un grave problema".
Il nostro non spende solo parole di critica al vetriolo , peraltro difficilmente contestabili, ma spiega anche cosa si potrebbe fare :
" Con una deregolamentazione tale da rendere possibile una rapida risposta all'offerta, (ma non era la domanda ? refuso ? è un mio dubbio )  l'economia italiana potrebbe conoscere una crescita vivace e pluriennale. L'economia potrebbe crescere del 20/30% rispetto alle sue dimensioni attuali. Il debito pubblico italiano oggi è pari al 120% del PIL. Un incremento dell'efficienza permetterebbe di ripagarlo interamente in meno di dieci anni. L'inefficienza autoinflitta è sicuramente il più importante fattore all'origine della crisi italiana . E' per questo che l'aiuto esterno non rappresenta in alcun modo la soluzione. Quest'ultimo serve solo a dare economie in difficoltà gli strumenti per evitare di affrontare i propri problemi" .
Il nostro sa molto bene l'obiezione a cui va incontro: le condizioni di lavoro del suo paese non sono certo apprezzate in occidente, né importabili. Una risposta la dà:
"Conosco la critica che ci viene fatta :  la Cina fa concorrenza sleale negando ai suoi lavoratori i diritti umani fondamentali. Credo fermamente nei diritti umani e nella necessità di condizioni di lavoro dignitose. Ma dov'è che finiscono le condizioni di lavoro eque e cominciano le forze di mercato? Limitare il potere di azione di altri individui sembra il principio cardine dell'attuale modello di giustizia europeo. Il fatto che gli europei non possono limitare le ore di lavoro in altri Paesi è per loro fonte di frustrazione. Lamentarsi delle condizioni di lavoro  in Cina, per esempio, è diventato il modo più comune per giustificare le difficoltà economiche del vecchio continente."
La conclusione è duramente sarcastica:
"Le politiche europee che limitano le ore di lavoro equiparano gli esseri umani a specie a rischio come i Panda. A ben vedere, molti europei sembrano comportarsi come questi animali, dal momento che considerano i privilegi alla stregua di diritti. La sindrome del Panda è di fondo la causa della crisi del debito in Europa. Se questa forma mentis non verrà superata, la crisi della zona Euro non accennerà a scomparire".
Ora, capisco che è duro da leggere e da mandare giù. E sicuramente si possono fare diverse obiezioni valide.
Ma DI FONDO, non è forse l'amara, cruda verità?

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