I MOSTRI della scuola di Rignano, NON esistono, almeno secondo i Giudici (ma prima di quelli di Tivoli, avevano molto dubitato sia quelli del Riesame, che avevano scarcerato gli imputati, che quelli della Cassazione, che il provvedimento di libertà aveva confermato).
I genitori di Rignano si disperano, inveiscono contro i magistrati, che avrebbero legalizzato la pedofilia.
Io, come ho già scritto nel mio commento a caldo, (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/rignano-tutti-assolti-i-forcaioli.html) NON so se la sentenza sia giusta. Dico che l'assoluzione però me l'aspettavo, dopo aver letto le asprissime critiche fatte dai giudici citati sul modo in cui le indagini e l'impianto accusatorio era stato montato.
Riporto qui alcuni passi.
Così il Tribunale del Riesame:
"In esito a richiesta di riesame
degli indagati, il Tribunale della libertà di Roma, con ordinanza 10 maggio 2007, ha rilevato come i
piccoli, tramite i genitori, descrivessero, con abbondanza di particolari,
fatti atroci addebitabili a persone note; tuttavia, i Giudici hanno ritenuto
che il materiale indiziario agli atti fosse insufficiente ed anche contraddittorio,
sì da non integrare la soglia di gravità richiesta dall'art.273 cpp, per le
seguenti ragioni.
A) Le denunce degli abusi sono avvenute con modalità temporali-espositive sicuramente “particolari”, se non “sospette”, dal momento che i genitori si erano più volte riuniti scambiandosi informazioni sul crescendo delle accuse;
B) La consulenza psicologica è stata posta in essere senza le cautele che la Carta di Noto consiglia al fine di assicurare la genuinità delle dichiarazioni dei minori: inoltre, l'esperto nominato dal Pubblico Ministero ha effettuato indagini che non gli competevano, ha usato un metodo non controllabile, non ha considerato che i sintomi di disagio dei minori potevano avere altre cause oltre l'abuso.
C) Non è stato accertato (anche perché mancano indagini sul punto) se fosse possibile che numerosi alunni si allontanassero da scuola con le maestre e la bidella, per un lungo lasso temporale, senza che alcuno si accorgesse della loro assenza e senza che alcuno accudisse ai bambini lasciati in asilo.
D) Non è stata spiegata la circostanza che i genitori, prelevando da scuola i bambini (fino a poco tempo prima sottoposti a sadiche pratiche sessuali che avrebbero dovuto lasciare anche esiti fisici), non si siano accorti di nulla ed anche i pediatri, nelle normali visite di controllo, non abbiano riscontrato esiti di violenza; i bambini non presentavano sintomi nel corso dell'anno scolastico 2005/2006, ma successivamente alla chiusura dello stesso.
E) Le descrizioni, da parte dei minori, delle case nelle quali avvenivano gli abusi sono generiche e non provano che i piccoli siano stati condotti nelle abitazioni degli indagati; il riconoscimento dei giocattoli, per il metodo con cui è avvenuto, non è decisivo."
A) Le denunce degli abusi sono avvenute con modalità temporali-espositive sicuramente “particolari”, se non “sospette”, dal momento che i genitori si erano più volte riuniti scambiandosi informazioni sul crescendo delle accuse;
B) La consulenza psicologica è stata posta in essere senza le cautele che la Carta di Noto consiglia al fine di assicurare la genuinità delle dichiarazioni dei minori: inoltre, l'esperto nominato dal Pubblico Ministero ha effettuato indagini che non gli competevano, ha usato un metodo non controllabile, non ha considerato che i sintomi di disagio dei minori potevano avere altre cause oltre l'abuso.
C) Non è stato accertato (anche perché mancano indagini sul punto) se fosse possibile che numerosi alunni si allontanassero da scuola con le maestre e la bidella, per un lungo lasso temporale, senza che alcuno si accorgesse della loro assenza e senza che alcuno accudisse ai bambini lasciati in asilo.
D) Non è stata spiegata la circostanza che i genitori, prelevando da scuola i bambini (fino a poco tempo prima sottoposti a sadiche pratiche sessuali che avrebbero dovuto lasciare anche esiti fisici), non si siano accorti di nulla ed anche i pediatri, nelle normali visite di controllo, non abbiano riscontrato esiti di violenza; i bambini non presentavano sintomi nel corso dell'anno scolastico 2005/2006, ma successivamente alla chiusura dello stesso.
E) Le descrizioni, da parte dei minori, delle case nelle quali avvenivano gli abusi sono generiche e non provano che i piccoli siano stati condotti nelle abitazioni degli indagati; il riconoscimento dei giocattoli, per il metodo con cui è avvenuto, non è decisivo."
Non meglio è andata alla Procura in Cassazione.
Sono stato indeciso se appesantire il post riportando ampi stralci della pronuncia dei supremi giudici ma poi ho pensato ai giustizialisti che parlano sul web SENZA SAPERE. Ecco, io me la sono letta TUTTA, se volete ribattere, fate anche voi questa fatica!
",,,,Tuttavia, l'assunto secondo il quale i
bambini piccoli non mentono consapevolmente e la loro fantasia attinge pur
sempre ad un patrimonio conoscitivo deve essere contemperato con la
consapevolezza che gli stessi possono essere dichiaranti attendibili se
lasciati liberi di raccontare, ma diventano altamente malleabili in presenza di
suggestioni eteroindotte; interrogati con domande inducenti, tendono a
conformarsi alle aspettative dello interlocutore.Necessita, quindi, che le
dichiarazioni dei bambini siano valutate dai Giudici con la necessaria
neutralità ed il dovuto rigore e con l'opportuno aiuto delle scienze che hanno
rilievo in materia (pedagogia, psicologia, sessuologia); l'esame critico deve
essere particolarmente pregnante in presenza di dichiarazioni de relato".
.....
Altra è la tematica introdotta dai
difensori i quali sostengono la tesi di un “contagio dichiarativo”, cioè, di un
sofisticato meccanismo psicologico che in teoria può verificarsi, come seri
studi nel settore hanno confermato.In estrema sintesi, tale contagio si
configura come uno scambio di informazioni e dati tra individui che porta a
modifiche anche radicali nelle convinzioni relative a quanto accaduto e, nella
sua forma estrema, determina il formarsi di convincimenti che non corrispondono
alla realtà dei fatti.
Il meccanismo potrebbe essere stato innescato dalle
domande manipolatorie dei genitori, alle quali i bambini hanno fornito risposte
compiacenti, ed essersi incrementato con il passaggio tra gli adulti di
conoscenze, aspettative e preoccupazioni.I Giudici del Tribunale (pur dando
atto della possibilità che i parenti abbiano interrogato i bambini in modo
improprio ottenendo risposte non genuine) non hanno preso una decisa posizione
sul tema, né può prenderla questo Collegio al quale istituzionalmente non
spetta il compito di valutare le prove.
.Di conseguenza, è apprezzabile la
cautela usata dal Tribunale, che non ha espressamente concluso sulla evidenza
di un meccanismo di suggestione a catena dei genitori, ma ha rilevato che le
loro denunce erano “se non sospette, sicuramente particolari” perché, prima di
avvisare l'autorità, si erano più volte riuniti, confrontandosi a vicenda e
scambiandosi informazioni, anche alla presenza dei figli. La possibilità che
gli adulti abbiano influito con domande suggestive sulla spontaneità del
racconto dei bambini ha avuto conferma almeno in due casi nei quali i Giudici
del Tribunale hanno rilevato atteggiamenti prevaricatori (precisamente nelle
videoregistrazioni) evidenziando una “forte e tenace pressione dei genitori sui
minori” ed “una forte opera di induzione e di suggerimento nelle risposte”
....
I Giudici hanno osservato come le
emergenze agli atti (in particolare, la consulenza psicologica ed i certificati
dei sanitari) non fornissero un valido conforto alle dichiarazioni dei genitori
ed, anzi, alcune risultanze fossero incompatibili con il racconto dei
bambini.Ora, è indiscusso che l'indagine sulla situazione dei minori richiedeva
specifiche cognizioni tecniche che esulavano dalla scienza privata dello
inquirente e dovevano essere affidate ad un esperto (cui competevano attività
strumentali allo espletamento dello incarico, ma non investigative in quanto
l'accertamento dei fatti è di esclusiva competenza della autorità giudiziaria).
.......
La ricerca del rapporto eziologico tra i disturbi emotivi dei bambini ed i reati era necessaria in quanto è noto che non esiste una sindrome da stress specificatamente riferibile allo abuso sessuale.Sul tema, i Giudici non hanno mancato di rilevare come lo stato delle attuali conoscenze in materia non permetta di individuare sicuri nessi di compatibilità tra sintomi di disagio ed eventi traumatici specifici.
Il Tribunale, inoltre, ha ben sottolineato che i sintomi allarmanti dei minori si sono manifestati non durante l'anno scolastico, ma in epoca successiva. In realtà - e non in armonia con quanto
avviene normalmente per il danno post traumatic - gli indicatori, che il
Ricorrente collega ad abuso sessuale, sono tardivi e, per alcuni bambini, si
sono manifestati dopo le prime denunce. Solo in un secondo momento, i genitori
hanno fatto una lettura retroattiva di comportamenti già ritenuti nell'alveo
della normalità, mentre alla uscita dalla scuola non hanno, inspiegabilmente,
riscontrato nei loro bambini (oggetto fino a poco tempo prima di atrocità di
ogni tipo) alcun segnale di sofferenza e di disagio psichico.In tale
situazione, i Giudici hanno concluso come la circostanza che i minori ora
presentano sintomi da stress (ed,anzi, che sempre più bambini, oltre alle
attuali parti lese, manifestano sintomi) non rappresenti un elemento decisivo
da cui dedurre l'abuso sessuale.Con il rilevare lo scollamento temporale tra
fatti e sintomi (che diventano più consistenti con il procedere delle
indagini), il Tribunale ha aperto alla possibilità che il malessere dei bambini
sia derivato, se non totalmente almeno in parte, dagli effetti della c.d.
vittimizzazionesecondaria (cioè, dallo stress cui i piccoli sono sottoposti a
causa delle reiterate e disturbanti interviste e visite mediche e dallo stato
di ansia dei loro genitori che si è riverberato sulla serenità della famiglia
ed ha inciso sul senso di sicurezza dei bambini).La conclusione del Tribunale
circa il non certo collegamento tra la situazione dei bambini ed abusi sessuali
ha una sua coerenza ed è compatibile con le conoscenze scientifiche in materia;
........
Pertanto, si deve concludere con il
Tribunale che l'esito degli accertamenti medici non è in armonia con le vere e
proprie atrocità fisiche patite dai piccoli secondo il racconto dei genitori;
allo stato delle investigazioni, è consentito rilevare che, se vi sono state
violenze sessuali (ipotesi non scartata dal Tribunale), esse sono state
perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce.Per quanto
concerne il riconoscimento da parte dei minori dei giocattoli esistenti nelle
case delle maestre, le considerazioni dei Giudici del Tribunale sulla non
decisività dello elemento probatoriosono condivisibili e logiche; trattasi di
oggetti di uso comune abitualmente esistenti nelle case e negli asili per cui
il loro riconoscimento pone ampi margini di incertezza
.......
il Ricorrente si limita a ricordare che
“le maestre si organizzavano come volevano” eludendo la problematica inerente
alla possibilità che sfuggisse al controllo la sistematica (non sporadica,
stante la pluralità degli abusi descritti dai genitori) assenza dalla scuola di
insegnanti ed alunni.
Infine, deve rilevarsi come le
intercettazioni telefoniche, le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e
gli accertamenti effettuati sul loro personal computer hanno dato esito
negativo in quanto non è stato rinvenuto alcunché a conforto della accusa.
Così era nel 2007, e la sentenza di assoluzione era già scritta. Cosa ha portato il PM di nuovo nel processo? NULLA, se non la sua speranza che dei giudici diversi potessero dare retta alle sue PIù O MENO plausibili ipotesi, non suffragate da prove. E infatti l'appello, agognato dai forcaioli in servizio permanente effettivo, NON è scontato da parte della Procura. E se non appella il PM, i genitori e i loro legali (che si suicideranno per la fine delle laute parcelle, durate ben sei anni!) non c'è spazio.
Contro i genitori di Rignano si espresse ai tempi Giovanni Bollea - padre della moderna neuropsichiatria
infantile - secondo il quale tutti quei bambini avrebbero avuto la vita
rovinata, e per responsabilità dei genitori. Infatti secondo lui, prescindendo
dalla verità o meno delle accuse [basate solo sulle testimonianze estorte ai
bambini con i peggiori metodi] fatti eventualmente accaduti a 3/4 anni potevano
essere dimenticati con adeguati sostegni psicologici. Ma trascinandoli in una
vicenda processuale destinata a durare per anni, ne avrebbero subito
conseguenze devastanti e incancellabili.
Una mia carissima amica - intellettualmente seria e onesta - si pone molti, comprensibili dubbi. E mi riporta quelli di un suo amico:
"Asilo di Rignano: "tutti
assolti xkè i fatti non sussistono". Ok, ma è possibile che ben 21 bambini
si siano inventati tutto, abbiano descritto luoghi e oggetti, frasi e gesti che
li hanno spaventati e offesi??? E che da sei anni, abbiano ancora bisogno di
una terapia psicologica x star meglio e x "dimenticare"??? La parola
dei minori, non conta nulla???"
La sentenza della Cassazione risponde ampiamente e giuridicamente alla domanda.
Personalmente ho osservato che la storia è piena di manipolazioni di massa ben più gravi dei 21 bambini di Rignano Flaminio, una classe
di bambini sotto i 5 anni, che sicuramente, questo è stato PROVATO, sono stati
sottoposti a interrogatori vessatori, suggestivi, manipolativi. Genitori che
filmavano (quando l'audizione di un minore va fatta con accortezza, prudenza,
seguendo dei protocolli specifici . Non si interrogano bambini di 3-4-5 anni
come se fossero ADULTI!), padri ma anche consulenti che infierivano con domande del tipo -
"se tu non dici la verità verrà fatto del male ad altri bambini "
(????!!!!!!). Certo, bimbi piccoli sottoposti a cose del genere hanno bisogno
di una terapia psicologica, e forse anche di genitori diversi. E questo lo dico
Anche se fosse vera l'accusa! La gestione di questa vicenda da parte di queste famiglie e dei PM di
Tivoli fa ORRORE . Certo, non al livello di un abuso sessuale. Con una
differenza. Dell'abuso non c'è certezza (Anzi, oggi c'è una sentenza che lo
NEGA), dell'altro invece SI'.
l leit motiv dei
"colpevolisti" è sempre lo stesso: "possibile che ...?" E
quindi , possibile che Meredith o Chiara, o Simonetta si siano uccise da sole ?
Che Roberta sia scappata di casa in quel modo? Che 21 bambini si siano inventati
tutto?. Io vorrei che la gente riflettesse una volta per tutte che NON è
questa la domanda!!!! La domanda è: sono CERTO che questa persona E'
COLPEVOLE????????
Se non inverto questo processo mentale, se rimango
all'agnello da sacrificare COMUNQUE purché l'ira del dio si plachi perchè è
stato commesso un delitto, non ne veniamo fuori!
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