sabato 2 giugno 2012

GOVERNO TECNICO SENZA COLPE. SEMPLICEMENTE INUTILE

Borsa ai livelli del 2009, spread tornato vicino quota 500, riforme ? chiedere a Federica Sciarelli , a Chi l'ha visto , forse potrebbe dare una mano.
Il bilancio del governo dei tecnici è assolutamente mediocre. Ma non per loro colpa, alla fine, ma semmai di chi aveva pensato che loro potessero essere la soluzione.
Ecco il commento odierno di Davide Giacalone, non a caso titolato:


Punto morto
Siamo a un punto morto, bloccati nel nulla e senza idee per uscirne. L’Italia è un Paese ricco e forte, al netto delle tante deficienze, che quotidianamente denunciamo, dispone di un tessuto imprenditoriale e di lavoratori di prim’ordine. Purtroppo lo conoscono solo quelli che lavorano, mentre un pezzo del Paese, e la quasi totalità della classe dirigente, vive fuori dal mondo.
Noi non siamo fra i devoti dello spread, semmai fra quanti s’affannarono a spiegare che quell’indice segnalava la cattiva salute dell’euro. Ci dissero che volevamo coprire l’inettitudine del governo Berlusconi (noi, che alla metà del 2009 lo davamo già in stallo) e che si doveva fare in fretta, correre a mettersi nelle mani di chi sa e fa. S’è visto: lo spread è alle stelle, e con quello la disoccupazione. Sarebbe bene aggiungere qualche disoccupato agli altri, se non altro per alzarne l’età media. Non rimprovero il punto cui quel numero è tornato, perché non frequento il club dei doppiopesisti, ma è necessario prendere atto che la ricetta imposta all’Italia ha fallito lo scopo. Più perdiamo tempo a farlo e più saranno dolorose le conseguenze.
Il governatore della Banca d’Italia sostiene che per uscire da quella crisi occorre maggiore integrazione europea. Ha perfettamente ragione, ma qui lo scriviamo da tanto. Ci sentiamo monotoni. Il fatto è che l’Italia non ha iniziativa politica europea, perché non ha un governo politico. Lo stesso governatore avverte sui pericoli che corre il sistema bancario europeo. Idem come sopra: descrivemmo il meccanismo che porta i risparmiatori a preferire il materasso (meglio la fuga) alle banche dell’eurozona, spiegando che i soldi messi in circolazione dalla Bce erano un rimedio passeggero, un farmaco sintomatico. Ma parlavamo al muro. Nessuno pensa che il governo tecnico possa fare miracoli, ma non riuscire a far valere i punti di forza dell’Italia, mettere sul tavolo il peso di un positivo rapporto fra debito e patrimonio, senza lasciarsi impiccare a quello fra debito pubblico e prodotto interno, è una colpa politica. Aumentare la tassazione e soffiare sul pericolosissimo fuoco del moralismo fiscale non solo non sono soluzioni, non solo sono insulti alle presunte competenze tecniche di chi governa, ma fa perdere tempo.
I giornali restituiscono la foto felice del ministro del lavoro, complimentata dal presidente del Consiglio dopo l’approvazione, al Senato, con voto di fiducia, della riforma del lavoro. Sono contenti perché non sanno quel che fanno: la riforma aumenta di un 15% i costi dei contratti di lavoro tipicamente offerti ai giovani, anche molto qualificati. Quale credere che sia, la conseguenza? Visto che il mercato non consente crescita di quella dimensione i contratti in essere saranno estinti alla loro scadenza. E poi nulla. Possibile che si commettano di questi errori? Certo, perché la realtà che si ha in mente è immaginifica. Ideologica: il padrone e l’operaio. Roba che non esiste più.
A tal proposito: i capannoni venuti giù con il terremoto non sono stati costruiti a risparmio, anzi. A farli cadere non è stata l’avarizia del padrone, perché furono realizzati, in molti casi, senza lesinare in abbellimenti e accoglienza. Chi lavora e li frequenta sa che spesso, fuori, oltre al giardinetto e al parcheggio attrezzato c’è anche la fontana. Il fatto è che sono stati tirati su sulla base del rischio sismico amministrativamente accertato, con i criteri di sicurezza disposti. Se c’è qualcuno che deve arrabbiarsi è proprio chi s’è indebitato, o comunque ha speso, per costruirli. Invece si avvia la più grande industria nazionale, quella delle inchieste giudiziarie inutili, e si sdottoreggia sulle colpe delle vittime.
Tutti questi non capiscono perché non sanno, perché la loro vita, opulenta assai, s’è svolta lontano dal lavoro produttivo. E forti del loro essere strapagati dipendenti dalla spesa pubblica vivono anche nell’allucinazione che quanti strappano al mercato il loro benessere sono da considerarsi, in blocco, evasori fiscali.
Nel novembre scorso s’è licenziato il governo, che aveva fallito, non convocando le elezioni, ma chiamando al pronto soccorso uno stuolo di camici bianchi. Quelli si sono insediati e hanno applicato le loro ricette, pensando di sapere tutto e comportandosi come le beghine superstiziose: la colpa della malattia è nell’immoralità del malato. Risultato: un quotato cardiologo continua ad applicare bypass a quelli che arrivano con la diarrea, affetti da tifo. Nel frattempo proliferano le sette che propongono rimedi stregoneschi. Il modo in cui si sta affrontando il terremoto è una dimostrazione del pericoloso fraintendimento. Pensate che non sia carino dirlo in questo modo? Credo che sia colpevole non dirlo.

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