Deve essere un brutto periodo per la Germania.
In molti nel mondo gli rimproverano un ateggiamento miope ed egoista nell'affrontare la crisi dei debiti sovrani. Un approccio meno etico e più pratico, sostengono, nello stroncare la specualzione contro la debole ma anche piccola Grecia, avrebbe evitato quanto meno il non piccolo problema dello spread e dell'attacco all'euro, facendo risparmiare a tutti trilioni di miliardi (tra quelli spesi e quelli che si prevedono) . Questa critica badate non viene solo dagli interessati, i cosiddetti PIIGS (Portogallo Irlanda, Grecia Italia e Spagna) , ma anche dagli USA , preoccupati che il ristagno dell'economia del vecchio continente finisca per ostacolare la ripresa americana, già deboluccia di suo.
Addirittura c'è chi ha accusato la Merkel e il suo paese di un ritorno all'imperialismo germanico, stavolta dispiegato attraverso il potere economico in sostituzone di quello militare che aveva finito per non realizzare il traguardo, in compenso ottenendo di causare decine e decine di milioni di vittime tra i due conflitti mondiali del ventesimo secolo.
Passando a cose meno tragiche, però sempre un tantino dolorose , ieri sono stati eliminati dall'euopeo di calcio, dove erano dati per favoriti, e ad opera proprio delle solite cicale italiane. Il fatto che con noi succeda SEMPRE non penso li consoli nemmeno un po'.
SIccome l'aria che tira è questa, ecco la notizia che sbalordisce la rete : metà degli studenti tedeschi non sa cosa sia stato il nazismo , con un terzo addirittura che diescrive Hitler come un protettore dei diritti umani !!!!!!
E questo francamene è TROPPO. Ora, io non penso che si possa dannare per l'eternità un paese per gli errori del suo passato, ancorché atroce come il decennio hitleriano.
Credo siano pochissimi i tedeschi che hanno vissuto quel periodo, essendo ormai ottantenni quelli che vi ncquero (Hitler, cari studenti germanici, prese il potere nel 1933) .
Però non sapere cosa fu, cosa rappresentò e da cosa ci si debba guardare per il fututo , questo non è ammissibile.
Quindi siccome obiettivamente in tante cose siete bravi, e lo dico senza ironia, cari concittadini europei di razza germanica cerchiamo di rivedere qualcosina nell'insegnamento della storia ai vostri giovani virgulti.
Un po' perché è giusto e un po' anche perché non si sa mai...
Questi giovani, magari preparatissimi in scienze, matematica e un domani ingegneria, non conoscono la propria storia, e nemmeno, pare, l'esatta distinzione tra Democrazie e Dittatura. Io la butto lì, come provocazione, ma non sarà che in un sistema super centralizzato, con lo Stato iper presente nella vita dei suoi cittadini, si finisca in effetti per svilire i valori della libertà individuale, della tutela giuridica degli stessi ? In una società dove tutta la mia vita è controllata, dove la tecnologia è tutto e l'individuo è poco, dove il principio applicato è che tutto quello che non è esplicitamente consentito, si deve presumere vietato, non sarà magari difficile pensare di essere in democrazia ?
Ecco la notizia sul Corsera
MOLTI NON SANNO LA DIFFERENZA TRA DEMOCRAZIA E DITTATURA
Sondaggio choc nelle scuole tedesche: metà degli studenti
non sa chi era il Führer e un terzo pensa fosse un democratico
BERLINO – Klaus Schroeder, il professore di scienze
politiche della Freie Universität di Berlino che ha diretto la ricerca è
abbastanza sconsolato: «Forse dovremmo aumentare le lezioni di storia
contemporanea e diminuire lo studio delle altre epoche». Il problema, infatti,
è che la metà degli studenti liceali tedeschi non sa che Hitler era un
dittatore, mentre un terzo di loro pensa che abbia protetto i diritti umani.
Per quattro ragazzi su dieci i concetti di democrazia e dittatura si
equivalgono. «Democrazia o dittatura? E’ la stessa cosa!», è proprio il titolo
dell’articolo di uno dei giornali tedeschi che ha dato notizia dei risultati
dello studio, realizzato intervistando 7.400 studenti in cinque tra i maggiori
Länder del Paese: Baviera, Baden-Württenberg, Nord Renania- Vestfalia,
Sassonia-Anhalt e Turingia. Tre all’Ovest e due all’Est.
E’ ancora Schroeder ad ammettere che «questi studenti non
hanno quasi nessuna conoscenza politica e non hanno nessuna idea di concetti
come ‘libertà di parola’ o ‘diritti umani’». Secondo la ricerca, due terzi
degli studenti non sono in grado di dire se la Repubblica democratica tedesca,
nata dopo la seconda guerra mondiale e crollata con la caduta del muro di
Berlino, fosse uno Stato totalitario. Solo la metà è capace di affermare che
l’ex Germania Occidentale era uno Stato democratico, mentre il 40% per cento
dimostra di non conoscere quale sia il tipo di governo attuale del Paese dove
vive. Anzi, per il 39 per cento degli interpellati anche la Germania di oggi,
quella di Angela Merkel, non è un Paese democratico. Un particolare
interessante è che i ragazzi maggiormente in grado di distinguere tra
democrazia e dittatura risiedono in un Land che prima faceva parte della
Germania comunista come la Turingia.
«Sono troppi a non riconoscere la linea che separa
democrazia e dittatura», dice ancora Schroeder. Quali sono i rimedi a questo
fenomeno, che si registra tra l’altro in un Paese dove il sistema scolastico è
ritenuto particolarmente efficiente? L’opinione del professor Schroeder è che a
fianco di un insegnamento più moderno della storia vada rafforzata la
preparazione dei giovani sui valori-chiave della nostra epoca, come la libertà,
la protezione dei diritti umani, il pluralismo, lo Stato di diritto. Sono molto
utili, inoltre, le visite ai luoghi-simbolo del passato. Un accenno
significativo, questo, dopo la polemica scoppiata qualche tempo fa per la
decisione della federazione calcistica tedesca di inviare solo una ridotta
delegazione, e non tutta la squadra nazionale, a visitare l’ex campo di
concentramento nazista di Auschwitz.
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