domenica 17 giugno 2012

I TRUFFATI DI LANDE, IL MADOFF ITALIANO, CHIEDONO IL RISARCIMENTO. MA MANCO UN EURO!

Tra le firme e i giornalisti del Corriere della Sera, ce ne sono naturalmente di quelli che non amo. Essendo lo storico quotidiano ancora uno spazio pluralista e senza "CAUSA", come invece è sempre stata Repubblica, e negli ultimi anni ancora di più, è normale che a via Solferino si dia spazio a più voci. E quindi, in economia, accanto ad Alesina e Giavazzi, professori universitari e fortemente liberal-liberisti, c'è Massimo Muchetti, che evidentemente ha più simpatia per un tipo di economia "mista", dove quindi lo Stato e il Pubblico in genere abbiano il loro ruolo attivo. Ovvio che non mi piaccia.
Oltretutto, a mio avviso, la sua prosa non ha il pregio di essere sempre chiara, facilmente comprensibile, come invece un giornalista, ancorché specializzato in materie non semplicissime come appunto quella economica, dovrebbe sempre cercare di essere. Ci sono riusciti grandissimo esperti come Augusto Guerriero (alias Ricciardetto, che scriveva di politica estera su Epoca ), Giuseppe Turani (il capo scuola del giornalismo economico leggibile da "tutti", o quasi), si potrebbe "ridimensionare" anche Muchetti.
Espresso il mio giudizio sul giornalista, sulla questione della cd. "Truffa del Madoff dei Parioli" condivido assolutamente il suo articolo di oggi.
Riepiloghiamo brevissimamente la vicenda. Gianfranco Lande, figlio della Roma bene, quella che principalmente risiede al quartiere residenziale Parioli, decide di mettere a frutto le sue buone conoscenze, l'affidabilità di cui gode, e si mette a fare il consulente finanziario. Crea una società a Parigi, la EGP, e si nomina Presidente, costituisce una filiale italiana, non autorizzata e quindi non controllata dalla Consob, e inizia a raccogliere risparmi da amici e amici degli amici. Il passaparola ha un'efficacia micidiale, in considerazione che i favolosi tassi di rendimento promessi, mai inferiori al 20% , sono in qualche modo avallati dal clima di fiducia costituito dal "rango" degli investitori. Che Lande porta ovviamente, passandola   come una violazione alla deontologia fatta "solo perché sei tu, so che non lo dirai a nessuno (scommettendo e confidando esattamente sul CONTRARIO!) ", alla conoscenza di tutti. E quindi se si fidano persone come Palombini, De Cecco, Riondino, la Guzzanti, solo per citare i più noti, ma poi ci sono quelli conosciuti a più corto raggio, comunque sufficiente a suscitare la necessaria fiducia, perché non affidare i propri soldi alla volpe che li farà crescere come zucchini d'oro?
MADOFF
E così Lande e i suoi soci (nemmeno tanti, meno di dieci), raccoglie la cifra di oltre 300 milioni di euro, truffando quasi 1.700 clienti. Il gioco è durato pure parecchio, oltre un decennio, perché il nostro, non a caso subito ribattezzato il Madoff italiano, era bravo...con la nuova raccolta era sempre in grado di tamponare i parziali rientri operati da qualche cliente e a tenere in piedi il castello. I disinvestimenti non erano mai tali da svelare che i rendimenti favolosi esistevano solo sulla carta degli estratti conto che , puntualmente, arrivavano via posta ai gonzi agganciati.
Sapete quando se ne sono accorti? Causa la crisi post 2008. Lande subisce tracolli come tutti, ma ovviamente li tace, facendo credere ai suoi clienti che lui cavalca i marosi dei mercati come un campione mondiale di surf, e i rendimenti continuano ad essere clamorosamente alti ( sempre solo sugli estratti conto...)
UNA, dico UNA, su oltre 1.500 persone, non crede che il miracolo possa continuare e chiede di uscire. Siccome le somme investite sono ingenti, la nuova raccolta si è fermata, e Lande ha fatto un bagno di sangue come tutti nella realtà, ecco che i soldi da restituire non ci sono. E la signora fa un esposto.
Come ogni sogno, anche il più bello e ben fatto, se arriva la luce...
E così è stato.
A giorni ci sarà la sentenza di primo grado (già c'è stata la condanna a 4 anni e mezzo per la bancarotta della sua società) contro Lande. L'accusa ha chiesto 12 anni, e il reato più grave non è la truffa (che, fatta a ricchi scemi, viene guardata quasi con simpatia...) ma l'esercizio abusivo della raccolta del risparmio.
Questa la storia.
Cosa scrive Muchetti che mi trova così d'accordo? Che  dovrebbero essere  respinte le richieste di risarcimento svolte dai truffati nei confronti della Consob e/o altri fondi di garanzia pubblici.
Se è vero, come abbiamo letto e quindi riportato, che le società di Lande erano "abusive", nel senso cioè che mancavano delle autorizzazioni delle autorità di controllo, bé allora cosa vogliono i "sòlati"?
 I nostri concittadini, attirati da facili guadagni e senza porsi il dubbio di come mai quest'uomo, dalle capacità di un redivivo Re Mida, fosse sconosciuto al pubblico, e solo loro avessero il privilegio..., evidentemente non hanno vigilato bene. Per lustri si sono fidati di arricchire sulla carta, beati degli estratti conto che arrivavano segnando puntualmente un attivo crescente. Questo anche quando il mondo aveva iniziato a franare.
Ora piangono. Quanta pena provate per loro, vittime soprattutto di una certa avidità? Io francamente molto poca , anzi, confesso, malignamente, che per la Guzzanti godo anche un po'.

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