giovedì 7 giugno 2012

NELLE ACCUSE DI VIOLENZA AI MINORI LA MENTE FREDDA E' DIFFICILE, PERÒ DOBBIAMO PROVARCI.

Mi attirerò l'ira di tanti, e ancora di più di tante. Però la mia è semplice coerenza con un principio basilare: si è colpevoli DOPO un processo e una sentenza definitiva.
A volte nemmeno davanti alle confessioni si può essere sicuri, come per esempio dimostra il caso Misseri, col padre che continua a difendere figlia e moglie autodenunciandosi, senza che la procura gli creda più.
Quindi, a maggior ragione bisogna essere prudenti con le accuse.
Ovviamente quando queste vengono da una ragazza di 13 anni che racconta l'orrore di una violenza sessuale, è più difficile mantenere la mente fredda e tutti, io compreso, siamo portati a credere senza dubbi alla parola della giovane.
Perché dovrebbe mentire?
Eppure a volta accade. A luglio scrissi un articolo: quanto male fanno certe donne alle donne? http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2011/07/quanto-male-fanno-le-donne-alle-donne.html . Mi riferivo alla FALSE denunce di violenza, che purtroppo pure ci sono.
E dietro queste denunce inventate ci sono i motivi più vari: nascondere la verità alle persone che ci conoscono, estorcere del denaro, addirittura giustificare la richiesta di una profilassi anti concezionale, con la somministrazione della cd. pillola del giorno dopo. Vi sembra assurdo? Anche a me. EPPURE la cronaca ha fornito casi ben noti di questa triste fattispecie. Nell'articolo di cui sopra li trovate.
Per questo il taglio dell'articolo comparso sul Corriere.it che dà la notizia di questa 13enne trascinata da un uomo di 48 anni dentro la casa  dell'ex moglie (così dice il cronista...e questo tizio come ce l'aveva le chiavi? e perché?) e dallo stesso violentata, NON mi piace. Nell'articolo non c'è una parola di DUBBIO. Nessuna. Per il cronista la denuncia della ragazza è UN FATTO accaduto, non da verificare.
E questo è un modo sbagliato di fare giornalismo, che non si riesce in alcun modo a modificare, nonostante poi arrivino sentenze come quelle di Rignano Flaminio, e vite distrutte per sempre come quelle di Gianfranco Scancarello ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/06/gianfranco-scancarello-innocente-ma.html) e le altre imputate, i "Mostri" sbattuti in prima pagina, pedofili per sempre per l'opinione pubblica.
Questa, provo a ribadirlo anche se temo inutilmente, NON è la difesa di un uomo che avrebbe ucciso l'innocenza di una giovanissima ragazza. Se sarà riconosciuto colpevole, gli auguro la condanna più severa (e magari qualcosa di più, che potrebbe capitare in prigione...).
Io difendo un PRINCIPIO. Che è quello dell'accertamento della verità, che deve avvenire nel rispetto di determinate  regole e garanzie. Vale sempre. Anche quando l'accusa ferisce di più la nostra sensibilità, e il desiderio di punizione diventa più urgente.
Vasto programma.
Ecco l'articolo che biasimo


SOLO DOPO ALCUNI GIORNI LA RAGAZZA HA RACCONTATO L'ACCADUTO AI GENITORI
Aggredisce e violenta 13enne a casa dell'ex moglie: arrestato
Professionista di 48 anni finisce in manette

Di quell'uomo ha sempre avuto paura. Tutte le volte che lo incontrava sul pianerottolo di casa era terrorizzata. Avances, carezze strappate con l'inganno, abbracci a cui a fatica era sempre riuscita a sfuggire. Non la scorsa settimana, però, quando il mostro l'ha afferrata alle spalle, le ha tappato la bocca con la mano per impedirle di urlare, l'ha trascinata a forza nell'appartamento dell'ex moglie e, infine, l'ha violentata. Elisa (il nome è inventato) non ha ancora 14 anni. La ragazza era così sconvolta, che per alcuni giorni non ha detto niente. A nessuno. Né ai genitori, né alle compagne di classe. La paura, la vergogna e il senso di colpa le hanno chiuso la bocca fino a quando non ce l'ha più fatta e in lacrime si è confidata con la madre, da tempo preoccupata per il cambiamento d'umore della figlia. Due ore dopo, il suo aggressore - un libero professionista di 48 anni con qualche precedente alle spalle, separato e padre di due figli già grandi - è finito in manette con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Elisa, invece, è seguita da uno psicologo che sta cercando di aiutarla a superare il trauma e a trovare la forza per presentarsi tra meno di due settimane davanti ai suoi insegnanti per l'esame di terza media.
La ragazzina aveva incontrato per la prima volta il suo stupratore la scorsa estate. Di tanto in tanto l'uomo faceva visita ai due figli che abitano con la madre in una cittadina della Brianza. E una sera, mentre saliva le scale del condominio, aveva notato sul pianerottolo Elisa chiacchierare con un'amica. Da allora, per la giovane era stato un continuo tormento. Dopo i primi «ciao» sussurrati con gentilezza, l'uomo aveva cominciato a essere sempre più invadente con domande assillanti sui rapporti coi suoi coetanei, alle quali la ragazzina aveva sempre risposto imbarazzata e in modo vago. Quando però il suo aguzzino ha cominciato a fare apprezzamenti pesanti e ad allungare le mani, Elisa si è spaventata sul serio e ha cercato di evitarlo. Non sempre però c'è riuscita.
In un paio di circostanze l'uomo l'ha abbracciata e, di fronte alla dura reazione della giovane, l'ha addirittura presa a schiaffi minacciando di farle del male se avesse raccontato a qualcuno dell'accaduto. Un incubo dal quale Elisa non è più uscita. Turbata dalle frequenti intimidazioni dell'uomo, la giovane non ha mai trovato la forza per confidarsi con i genitori, che pur avevano notato lo strano comportamento della figlia e cercato in tutti i modi di capirne il motivo. Ma lei, zitta. Non una parola, neppure con la madre. Ha preferito tacere anche con le compagne di classe e con l'amica del cuore, forse per non essere giudicata da loro come una poco di buono. Del suo silenzio ha approfittato il suo aguzzino. Un pomeriggio della scorsa settimana l'ha incontrata per caso sul pianerottolo. Da sola. Elisa, in preda al panico, ha cercato di sfuggirgli ma lui l'ha immobilizzata e trascinata nell'appartamento dell'ex moglie, uscita assieme ai due figli. Dopo averla violentata, l'ha lasciata in lacrime davanti alla porta di casa. «Se parli con qualcuno - le ha detto schiaffeggiandola brutalmente - te la farò pagare». 

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