Sempre sulla vicenda della sentenza del Tribunale di Roma che ordina alla Fiat di assumere 145 dipendenti Fiom, su cui mi sono espresso a parte (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/06/via-dallitalia.html ), riporto di seguito un efficacissimo articolo di SIMONA BONFANTE, giornalista e blogger, pubblicato sul sito LIBERTIAMO.
Tra le tante cose benissimo evidenziate, anche il caos che la sentenza provoca per la discriminazione che opera a danno delle altre sigle sindacali. Ovviamente nessuna legge stabilisce quote riservate agli iscritti di un sindacato, qualunque esso sia. Il giudice avrà evidenziato che però non è possibile, se non attraverso una "discriminazione" a priori, che nemmeno UNO della Fiom sia stato assunto. Giusto. E allora OBBLIGHI ad assumere???? Qui non si tratta di REINTEGRARE personale licenziato per discriminazione, ma di dire ad una azienda CHI DEVE ASSUMERE. Una FOLLIA.
Assolutamente da leggere
Licenziare e non-assumere sono cose diverse. Anche selezionare e discriminare sono cose diverse. E cose diverse sono pure la Fiat 2 e la Fiat 1, cioè la NewCo e la vecchia Pomigliano. Diversa la profilazione manageriale, il concept organizzativo, la trama contrattuale dei rapporti di lavoro. La vecchia Pomigliano chiude per asfissia, i suoi lavoratori ibernati in cassa integrazione. Nel mentre, nasce l’altra Pomigliano, che di lavoratori ha bisogno e che lavoratori assume. Ne arruola 2000. Tra questi, nessuno (sic) iscritto a Fiom, il sindacato che si era battuto perché la nuova cosa di Marchionne non nascesse, e quando invece questa nasce, Fiom, ramo metalmeccanico di Cgil, dice no. No ai nuovi obiettivi, alle nuove regole, ai nuovi target di produzione. No, quindi, al contratto applicato in azienda, e così facendo – dicendo no – perde il diritto alla rappresentanza in fabbrica. Lo sapeva, Fiom, che sarebbe finita così, perché a stabilirlo è lo Statuto dei Lavoratori, all’articolo 19.
In Fiat, dunque, ovvero nella nuova Pomigliano, Fiom non
c’è; o, se anche c’è, non si vede. E statisticamente, questa, è un’anomalia
talmente anomala da spingere il giudice del Tribunale di Roma ad accogliere la
denuncia sporta da Fiom, e condannare Fiat per discriminazione alla ‘pena’ dell’assunzione di 145 degli
oltre 300 ex-lavoratori sindacalizzati Fiom della vecchia Pomigliano non più
assunti nella nuova Pomigliano, ed ancora in Cig. Pena anomala, l’assunzione
‘lottizzata’. Verrebbe da dire ‘discriminatoria’.
“Trovo francamente bizzarro che un tribunale possa ordinare
le assunzioni sulla base del colore delle tessere“: é la considerazione
enunciata ‘a caldo’ da Roberto Di Maulo, segretario generale di Fismic, il
sindacato autonomo dei metalmeccanici. “Bizzarro” anche perché, osserva ancora
il sindacalista, la sentenza è sostanzialmente non-applicabile, “a meno che il
giudice voglia fare mettere in cassa integrazione altri 145 lavoratori che
hanno un’altra tessera sindacale in tasca”.
Il piano industriale Fabbrica Italia fa infatti leva su un
contratto di lavoro ancorato a standard di produttività e tassi di redditività
mutualmente calibrati: l’assunzione coatta di 145 nuovi lavoratori (il 7 e
passa per cento del personale attualmente a regime) non può non alterare,
forzandolo, l’equilibrio produttivo dello stabilimento, condizionandone
potenzialità produttive e chance di successo; successo non del progetto in sé,
né della ‘forzatura’ alle regole imposta da Marchionne; piuttosto, il successo
del progetto ‘lavoro, sviluppo, reddito’ che Fabbrica Italia si è posta
l’obiettivo di creare in quella landa di senza lavoro chiamata Meridione
d’Italia.
Sulla Newco di Pomigliano si son già pronunciati altri
tribunali: per tutti, il nuovo contratto proposto da Marchionne è legittimo.
Punto. La sentenza pronunciata ieri dal Tribunale di Roma però rileva un dato
oggettivo: è statisticamente impossibile – o probabile in un rapporto di 1 su
10 milioni – che tra i nuovi assunti neanche uno sia Fiom. Da qui, l’azione
legale intentata da Landini, e confortata da una normativa del 2003 che
recepisce le direttive europee sulle discriminazioni. Ok: era staticamente
impossibile che tra i 2000 nuovi assunti non ve ne fosse neanche uno Fiom, ma
lo è altrettanto che ora ne arrivino da un giorno all’altro 145 pronti a “fare
la resistenza” contro Marchionne e contro un modello organizativo e
contrattuale ideologicamente avversato nelle sue premesse – il modo in cui è
stato negoziato e approvato dai lavoratori – e nei suoi esiti – il modo in cui
funzionerà.
La Fiom vuole tornare a Pomigliano, con i suoi lavoratori e
i suoi rappresentanti, per cancellare la nuova Pomigliano e ciò che
rappresenta. Di fatto, però, se c’è la Fiom non c’è Pomigliano e se c’è
Pomigliano non c’è la Fiom. E dico di fatto nel senso che se anche de iure un
giudice decreta che debba essere così, non può comunque essere così. Di ciò
dovrebbero onestamente prendere atto anche i vertici della Fiom. Questa
Pomigliano funziona così (ed è non solo inevitabile, ma pure legittimo che
funzioni così). Un’altra Pomigliano si può fare solo senza i soldi della Fiat e
di Marchionne.
Intanto, arriveranno i ricorsi. Sinora quelli annunciati non
vengono da Fiat ma dagli altri sindacati. Tra questi, Uilm, la sigla dei
metalmeccanici Uil che attraverso il proprio segretario generale, Giovanni
Sgambati, constata come “anche la Uilm abbia tanti iscritti che ancora non sono
stati riassorbiti”, e come ciò renda “impensabile che la Fiom abbia un canale
preferenziale grazie ad una sentenza”. E va ancora oltre il responsabile dei
metalmeccanici Cisl, Roberto Farina: “La sentenza (…) sembra rispondere ad una
denuncia di presunta discriminazione nei confronti di un sindacato, con una
sicura discriminazione nei confronti di tutti gli altri lavoratori ancora in
Cig, e degli iscritti alle altre organizzazioni sindacali“.
L’accordo di Pomigliano, sottoscritto dalla Fim e dagli
altri sindacati – afferma ancora Farina - ”contiene il reintegro al lavoro di
tutti i lavoratori, ed è quindi per definizione un accordo sindacale che non
prevede alcuna discriminazione nei confronti di nessun sindacato e di nessun
lavoratore. È singolare che siano le sentenze dei Tribunali ad introdurle“.
Singolare. Quasi discriminatorio.
Scandalosamente, nelle ultime nomine di vescovi non c'è neanche un ateo. C'è una probabilità su 10 miliardi che un tale evento si produca casualmente, per cui ricorrerò al giudice perché ordini l'ordinazione episcopale di tutti gli atei discriminati e siano ristabilite le proporzioni col resto della popolazione.
RispondiEliminaGrande Sergio !! :D
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