Per chi voleva capire come mai gli imprenditori italiani NON si fidano di una riforma del lavoro che lasci decidere ad un terzo (ancorché un giudice) cosa loro possono fare nella LORO azienda, è venuta bella bella la sentenza del Tribunale di Roma. La Fiat aveva licenziato tutti gli operai di Pomigliano , costituendi poi una Newco che ne ha riassunti una parte. Nessuno della Fiom. Questi hanno contestato che la mancata riassunzione (mancata??) fosse un atto discriminatorio e il giudice ha dato loro ragione.
Curiosa la reazione di Landini, il capataz del sindacato metalmeccanico : da una parte si commuove per l'esito della sentenza, dall'altra ha paura che la Fiat faccia quello che ha intenzione di fare da una vita : mollare definitivamente l'auto in Italia e trasferirsi del tutto all'estero, dove le regole del lavoro, comprese quelle fiscali, sono assolutamente migliori per chi fa impresa.
Timoroso di questo, Landini si appella al governo per ..."indurre"? "costringere" ? la Fiat ad assumere chi dicono loro e a non azzardarsi a chiudere. Ma perché Landini non si fa una bella cooperativa, si fa finanziare a costo zero dall'Europa (dall'Italia non può, non c'è un euro bucato!) se ci riesce, e le produce lui le auto? Vediamo se è capace no?
Dicono che è la legge...intanto è una sentenza di un giudice, vediamo cosa accadrà nei gradi successivi. Ma a parte questo, è proprio questa/e legge che l'Europa ci chiedeva di cambiare per aumentare la flessibilità del mercato di lavoro, favorirne la mobilità in uscita in funzione di una maggiore capacità di ingresso. Ichino, del PD, si sbraccia in tutti i modi per spiegarlo: il posto di lavoro non può prescindere da criteri imprenditoriali !
E quindi il MERITO, la PRODUTTIVITA', la diversificazione dei trattamenti in base ai succitati elementi. E se l'azienda è in crisi e ha un surplus di lavoratori, questi non vanno messi in cassa integrazione all'infinito, ma dopo 6 mesi, 1 anno, licenziati e supportati da ALTRI sostegni sociali (finanziati anche dall'impresa dice sempre Ichino), favoriti nell'intraprendere corsi di ri-formazione per trovare un altro lavoro. Questa è la realtà economica del MONDO, e Landini e compagni devono smettere di rimanere ibernati agli anni 70.
AYN RAND |
Capito adesso perché la riforma del lavoro come partorita non risolve e anzi fa danni ?
Ecco la notizia di cronaca sul Corriere.it
SINDACATO, LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI ROMA A FAVORE DEI
LAVORATORI ISCRITTI AL SINDACATO
Fiom, Fiat condannata per discriminazione: dovrà assumere
145 lavoratori a Pomigliano
Landini chiede «garanzie sul futuro degli stabilimenti»
Passera: «Sentenza di cui tenere conto». La Fiat annuncia ricorso
MILANO - Una sentenza che emoziona. Maurizio Landini, numero
uno della Fiom, si è commosso durante la conferenza stampa convocata dopo la
sentenza del Tribunale di Roma che impone alla Fiat di assumere a Pomigliano
145 operai iscritti al sindacato. La voce si è incrinata quando il leader dei
metalmeccanici della Cgil ha ringraziato «tutti gli iscritti dentro gli
stabilimenti della Fiat per le discriminazioni pesanti subite. Se siamo qui è
anche grazie a loro» ha detto. Il Lingotto ha fatto sapere di voler presentare
ricorso. Lo si apprende dall'azienda che non fa per ora alcun commento sul merito
della sentenza. Il ricorso dovrà essere presentato entro trenta giorni.
RISPETTARE LA SENTENZA - «Mi aspetto che la Fiat rispetti la
sentenza. Troverei singolare che qualcuno vada via dal Paese perchè in Italia
si devono rispettare le leggi e la Costituzione» ha detto il segretario della
Fiom. Non devono rientrare solo i 145, è il momento che rientrino tutti i
5mila» lavoratori che erano in forza a Pomigliano. Al momento ne sono stati assunti
solo 2.000. «Così non si potrà dire che ci sono quote garantite», aggiunge
Landini
GARANZIE SUL FUTURO DELLA FIAT - Landini ha poi chiesto
garanzie all'esecutivo sul futuro degli stabilimenti Fiat in Italia. «Chiediamo
un intervento esplicito del governo perché venga garantito che Fiat faccia
quello che deve fare, a cominciare dagli investimenti». Per Landini infatti
«c'è un vuoto sul futuro degli stabilimenti Fiat in Italia» ed esiste «un
rischio molto concreto che un intero settore industriale salti con prezzi
altissimi per tutti i lavoratori».
Dal ministro del Lavoro Elsa
Fornero, arriva un «no comment» sulla sentenza a favore del reintegro dei
lavoratori Fiat di Pomigliano. Dal Lussemburgo, dove è arrivata per il
Consiglio dei 27 ministri del Lavoro Ue, ha detto che «sarebbe improprio da
parte del ministro del Lavoro commentare a caldo questa notizia». La notizia
era stata resa nota in mattinata dalla stessa Fiom che aveva precisato che 19,
sui 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini che
dovranno essere assunti nella fabbrica, avranno anche diritto a 3.000 euro per
danno. Di tenore opposto il parere del ministro dello Sviluppo Economico
Corrado Passera: «Non conosco le motivazioni della sentenza ma è qualcosa di
cui tener conto», ha affermato al termine di un'audizione alla commissione
Trasporti della Camera.
«UNA POSSIBILITA' SU DIECI MILIONI» - Nel passaggio tra la
vecchia Pomigliano e la Newco che aveva riguardato l'assunzione di circa 2000
operai, nessuno di costoro era iscritto al sindacato dei metalmeccanici: negli
atti presentati al procedimento dalla Fiom, la possibilità che ciò accadesse
casualmente risultavano meno di una su dieci milioni.
ERANO CASSINTEGRATI - In base di una normativa specifica del
2003 che recepisce direttive europee sulle discriminazioni. la Fiat è stata
dunque costretta ad assumere nella newco i 145 iscritti al sindacato di
categoria, cassintegrati nella vecchia Pomigliano, chiusa e attualmente in
liquidazione. In Fiat gli iscritti alla Fiom erano passati da 382 a 207, tutti facenti
parte della fabbrica che sta chiudendo.
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