sabato 30 giugno 2012

UN FINE SETTIMANA DA INCUBO, POVERA MERKEL. BRUTTE NOTIZIE ANCHE PER I SOCIALISTI DI CASA NOSTRA :SPD MOLTO PIU' TEDESCA CHE EUROPEA.



I tedeschi non sono affatto contenti di Frau Merkel. E attenzione, lo dico per Bersani e co. quelli che aspettano con fiducia le elezioni del 2013 pensando che una vittoria della SPD tedesca segnerà definitivamente il ritorno del  "sol dell'avvenire". della solidarietà nel mondo e della giustizia sociale, uno dei candidati socialdemocratici al ruolo di antagonista dell'attuale Cancelliera a guida sella Germania, Peer Steinbruck, ha rimproverata la Merkel per essersi fatta mettere in mezzo dagli stati del sud europa !
"Non ci piace l'idea di una Europa dove esista una carta di credito comune per la quale i tedeschi pagano e gli altri fanno shopping". Più chiaro di così....
Se questo è l'umore di un leader della sinistra progressista, immaginatevi quello dei giornali più diffusi, normalmente di ispirazione moderata e conservatrice.
Qui di seguito una rapida rassegna stampa germanica
Buona Lettura

"La notte storica di una sconfitta". Eloquente ed esaustivo il titolo dell'edizione online della Die Welt, un quotidiano da sempre vicino ad Angela Merkel, la grande sconfitta del Consiglio europeo, la cancelliera che si è schiantata contro l'inaspettata determinazione del premier italiano Mario Monti. Ma per la Merkel, ora "sotto processo" in patria per essere stata piegata dai Paesi dell'Europa del Mediterraneo, sono state ventiquattro ore da incubo: prima gli ultimatum di Monti (con cui il diverbio è stato accesissimo nella notte tra giovedì e venerdì), poi la rigidità di Hollande e Rajoy, quindi realizzare il fatto che anche Herman Van Rompuy giocava contro di lei, un po' come Barroso. A tutto ciò si aggiungano le critiche della stampa di Berlino, sempre meno tenera con Angela, le frecciate dell'opposizione e, da non scordare, le scoppole prese dalla nazionale tedesca, caduta sotto le prodezze di Balotelli.

Passa la linea mediterranea - Angela ha provato a scacciare i fantasmi spiegando che lo scudo anti-spread approvato a Bruxelles non è un aiuto senza condizioni a Italia e Spagna: "Gli aiuti sul mercato primario e secondario si baseranno su un memorandum che dovrà essere elaborato sulla base delle raccomandazioni della Commissione europea", ha spiegato. Ma la sostanza non cambia: è passata la linea di Italia, Spagna e Francia. La giornata di venerdì, per la cancelliera, si è conclusa con un respiro di sollievo: il Bundestag, ad ampia maggioranza, ha approvato il Fiscal Compact e l'Esm (prima del voto, la Merkel, che faceva buon viso a cattivo gioco, aveva chiesto ai parlamentari tedeschi: "Fate vedere che la Germania è per l'euro").

"Caduta nella trappola" - Ma, come detto, il processo in patria è iniziato. La popolarissima Bild, al solito, ci va giù pesante e usa una metafora calcistica: "Non importa tanto che sia rimasta fermissima su alcuni punti, come gli eurobond e la necessità di avere più Europa. Nel linguaggio calcistico - ha scritto l'editorialista Nikolaus Blome - si potrebbe dire che la cancelliera ha concentrato tutta la difesa nel centro dell'area di rigore, mentre italiani e spagnoli arrivavano dalle ali. E hanno segnato". Quindi altre mazzate contro la Merkel: "I risultati del vertice sono una pesante batosta che costerà molti soldi ai tedeschi", e per la prima volta dall'inizio della crisi "la Germania non è alla guida dell'Eurozona". Insomma, la Merkel "è caduta nella trappola dei Paesi mediterranei".

Isolata a Brucelles - La cancelliera, alla guida del governo tedesco dal 2005, affronta i giorni più difficili. Le carte in Europa sono cambiate, ai vertici non può più dominare: a Bruxelles al suo fianco erano in pochi, tra i quali il non proprio influentissimo premer olandese, Mark Rutte, e quello finlandese. Angela credeva che la linea di Hollande, dopo l'elezione alle presidenziali francesi, sarebbe cambiata: così non è stato. Ora la Merkel dovrà cambiare pelle, a iniziare dal bilaterale del 4 luglio dove, a Roma, incontrerà proprio il primo artefice della sua sconfitta, Mario Monti.


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