sabato 14 luglio 2012

AGOSTO, SPREAD MIO NON TI CONOSCO !!


Lo Spread è a quota 470. L'estate scorsa, alla vigilia dello scatenamento dei mercati, veleggiava tranquillo a quota 200. Il che voleva dire che eravamo affidabili la metà della Germania. Dato non discutibile. Oggi invece, chi presta soldi ai tedeschi prende poco più dell'1% , se rischia di darli a noi, oltre il 4% e a 10 anni fino al 6.
All'epoca, sempre un anno fa, la colpa era di Berlusconi, che faceva vivere l'Italia come una cicala, che non faceva nulla per affrontare un debito che veramente alto lo era da 20 anni . Nel 1994, quando Berlusconi diventa per la prima volta Presidente del Consiglio , il debito è pari al 121,8 %.
Quindi perché Polito a Linea Notte si aggrega tristemente alla propaganda di sinistra e addebita la crisi italiana al leader di centrodestra ? (Mi devo rassegnare , tre indizi fanno una prova : Polito scrive MOLTO meglio di quanto parli. E non solo lui . SI vede che se ha più tempo per riflettere rende di più).
Sicuramente Berlusconi non ha contribuito a migliorare le cose. Presentatosi come elemento di rottura e di discontinuità rispetto alla "Vecchia politica", in realtà ha riproposto la politica consociativa della peggiore DC, e questa è una colpa. Non ha mantenuto la promessa di una riforma dello stato in senso liberale, e questa è un'altra colpa. Ma il debito pubblico al 120% ce l'ha TROVATO, ed è opera del centrosinistra e del consociativismo imperante in Italia dagli anni 70 fino appunto alla ghigliottina di Mani Pulite.
E' vero che nel 2008, quando torna al governo, la percentuale era scesa al 105,7 % (sostanzialmente dove l'aveva lasciata LUI nel 2006, quando s'insedia Prodi) e quindi negli anni successivi il terzo governo Berlusconi non ne argina l'aumento (anche se Tremonti è lì a dire che i conti sono "In ordine"...mah!) , ma è altrettanto vero che è dal 2008 che il mondo occidentale entra in crisi, iniziando con il crac della Lehman Brothers.
 1994     1.069.415             121,8
1995      1.151.489             121,5
1996      1.213.508             120,9
1997      1.238.170             118,1
1998      1.254.386             114,9
1999      1.282.062             113,7
2000      1.300.341             109,2
2001      1.358.333             108,8
2002      1.368.512             105,7
2003      1.393.495             104,4
2004      1.444.563             103,8
2005      1.512.740             105,8
2006      1.581.957             106,5
2007      1.598.934             103,5
2008      1.662.558             105,7
Fonte dati Banca d'Italia - Istat

Certo, da Premier, avrebbe dovuto approfittare che le Banche italiane fossero rimaste quasi immuni dallo scoppio della bolla immobiliare USA, che   aveva invece contagiato vari istituti di credito europei (GB, e poi Spagna in testa) e che la situazione del nostro debito privato fosse migliore rispetto ad altri, per iniziare ad adottare misure di rigore che forse, adottate prima, sarebbero state utili a preservarci dal finire nell'occhio del ciclone della tempesta.
Però che per i mercati il problema dell'Italia fosse Berlusconi, bé questa è una fola propagandistica che il tempo ha clamorosamente smentito.
Oggi i capi PD, Bersani e Letta, parlano di un attacco all'Euro condotto tramite il nostro paese. Arrivano buoni ultimi, ma soprattutto furono gli sfacciati mentitori di un anno fa, quando cavalcarono la crisi per defenestrare l'avversario politico. 
Eccoci infatti qui, dopo 9 mesi di governo Monti, alla vigilia del temuto mese di agosto (pare che in questo periodo si scateni l'anima peggiore dei mercati) con uno spread intollerabile e che minaccia di esplodere causa speculazione.
Non solo, Moody's, a dispetto degli sforzi veri - ohi, bene o male, le pensioni le abbiamo sistemate, l'IMU l'abbiamo rimessa e con la prima rata sono stati rastrellati 9 miliardi, l'IVA l'avevamo già aumentata (oggi gli spagnoli ci raggiungono a quota 21% e spaccano le vetrine)  - quelli finti ( liberalizzazioni da ridere, mercato del lavoro che si teme peggiore di prima) e quelli annunciati (tagli alla spesa), ci declassa nuovamente!
Ma insomma!!?? Un po' di rispetto!!
Ora io non so che valore abbiano queste agenzie di rating. E' un fatto che Lehman Brothers avesse la tripla A (affidabilità assoluta!) quando fallì e questo non depone un granché bene sulle loro professionalità.
Però mi fa sorridere vedere i potenti che si comportano come gli asini a scuola che si lamentano col prof che li ha rimandati ....
Insomma, facciamo facciamo ma alla fine sempre lì stiamo. 
E non possiamo nemmeno più prendercela col Caimano!!! Meno male che ha detto che torna in campo!
Non servirà ad un accidente, però vuoi mettere avere di nuovo uno a cui imputare ogni male?
Ecco l'articolo di Verderami del Corsera sulle paure ferragostane di Super Mario

RETROSCENA - CRISI ECONOMICA E LE MOSSE DEL GOVERNO

La bocciatura di Moody's sarà pure stata «una disgrazia», ma è un'eventuale bocciatura dei mercati ad agosto che Monti teme e purtroppo non può escludere. Ecco a cosa si riferiva quando ha parlato del «percorso di guerra». Ecco cosa ha detto ai leader della «strana maggioranza».

Il premier mette nel conto l'ipotesi che all'ombra del «generale agosto» si scateni una nuova tempesta finanziaria, un'offensiva speculativa internazionale che prenda nel mirino l'Italia a mo' di bersaglio grosso. E sebbene il professore auspichi di sbagliarsi, avverte il rischio che fra qualche settimana possa ripetersi quanto è accaduto giusto un anno fa, quando a palazzo Chigi c'era Berlusconi e lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi raggiunse «quota 570». Il governo ha approntato ogni misura per cautelarsi rispetto a una possibile emergenza, e la nomina di Grilli a titolare dell'Economia va letta anche in questo quadro, così da avere un ministro con pieni poteri e sempre in campo sul fronte Ecofin.
È vero che agosto è da sempre considerato il mese più pericoloso per le turbolenze sui mercati, ciclicamente scossi come fossero investiti dai monsoni, ma non c'è dubbio che Monti confidasse in un clima diverso. E invece - come spiega Bersani - c'è «nervosismo e preoccupazione»: «Il fatto che l'Italia faccia ogni sforzo e non le venga mai riconosciuto - dice il segretario del Pd - segnala qualcosa di poco chiaro, l'intenzione di attaccare l'euro usando il nostro Paese come leva per scardinare il sistema».

Trovandosi sulla linea del fuoco, Monti ha voluto mettere al corrente della situazione le forze che sorreggono il governo, ed ha affrontato il tema anche con il segretario del Pdl Alfano durante un incontro riservato avvenuto mercoledì sera. Il premier si è raccomandato con i partiti della «strana maggioranza» affinché tengano unito il quadro politico. La «frustrazione», a cui il professore ha accennato in pubblico, è uno stato d'animo che accomuna tutti i suoi partner europei, «è come se un medico - racconta un autorevole esponente dell'esecutivo - sperimentasse tutte le cure possibili ma non riuscisse a guarire un malato».

Una cura secondo Berlusconi ci sarebbe, se si trasformasse la Bce in prestatrice di ultima istanza, rompendo il muro eretto dalla Merkel che «invece ha in mente un'Europa germanizzata». Chissà se ha ripetuto questi concetti a Monti tre giorni fa, quando il premier l'ha chiamato per spiegare il senso della sua battuta sul famoso vertice di Cannes, per chiarire che quella frase sull'«umiliazione» subita dal Cavaliere al G20 non voleva esser un attacco nei suoi confronti. Il colloquio - secondo fonti del governo - è stato «cordiale», perché c'è «un humus sintonico» tra i due. Ed è un'ulteriore dimostrazione del fatto che i contatti tra l'ex presidente del Consiglio e il suo successore sono costanti e per nulla occasionali.

A rimarcare la solidarietà al professore, ieri Berlusconi ha fatto intervenire il suo portavoce, Bonaiuti, per criticare la «pesante decisione» di Moody's che - guarda caso - ha sottolineato come il downgrade «potrebbe aprire la strada alla speculazione finanziaria in agosto, quando i mercati sono più influenzabili». È il segno che il Cavaliere intende procedere sulla linea del «montismo berlusconiano», che impedisce a Pd e Udc di isolarlo dai giochi futuri. E sebbene sia convinto, «perché i fatti lo dimostrano», che «la politica del rigore non paghi», ha dismesso la logica «grillina», riconoscendo che «per ora il binario è obbligato».

Altra cosa è se Berlusconi auspichi che Monti succeda a Monti: il fondatore del Pdl attenderà l'evolversi del quadro politico ed economico prima di esprimersi. Di certo l'idea della grande coalizione resta nel novero delle opzioni, perché - come gli ha detto il suo amico, Fedele Confalonieri - «in un tempo di guerra economica servirebbe una stagione di pace politica». E se le cose dovessero andare per un certo verso, il Cavaliere non si farebbe sfuggire l'occasione di ricordare che «fui io il primo a proporre le larghe intese», dopo le elezioni vinte d'un soffio da Prodi nel 2006. Era un'altra Italia. C'è sempre Berlusconi. 

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