A forza di leggere articoli di economisti e pseudo esperti
di economia, i pareri più vari sulla crisi, le sue origini, di idee te ne fai
tante e arriva il momento di provare a fare un lavoro di sintesi.
Dunque, il toro ha due corna:
A) la debolezza delle economie occidentali troppo
indebitate. Questa cosa è più grave per gli Stati del sud Europa : Portogallo,
Spagna, Grecia e Italia (a cui si aggiunge l'Irlanda, che è un po' il sud della
GB).
B) la moneta unica, e la mancanza di una Europa Unita e
Federata e di una Banca Centrale VERA , cioè di ultima istanza, come si suol
dire.
Questo fa sì che i mercati , che sono quelli che prestano i
soldi per rifinanziare il debito, non si fidano della solvibilità dei debitori.
Servirebbe la granzia europea, e cioè dei paesi pià solidi, Germania in testa,
che però sono restii nel timore di svenarsi per le cattive abitudini di soci
sperperatori.
Da questo nodo non si schioda da più di UN ANNO.
I mercati hanno più volte mostrato che vogliono un GARANTE
per i loro soldi. Ogni volta che gli si dà motivo di pensare che questo
accadrà, ecco che si quietano : lo spread scende e le borse salgono.
LO abbiamo visto due volte ed entrambe grazie a Draghi. La
prima volta il presidente del BCE regalò un trilione di euro alle banche
europee (1% di interesse annuo, laddove loro li vendono a 4/5 volte
tanto). Adesso dichiarando con forza che nessun paese europeo uscirà
dall'euro. Dichiarazione che ha trovato il supporto di Hollande e della Merkel.
Ma allora basta poco!!!!
E no. Perché , come spiegano molto bene Giuseppe Turani e
Davide Giacalone (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/07/se-non-si-cambia-rotta-non-saremo-noi.html ) nei
post che troverete sul Camerlengo, perché agli annunci poi devono seguire i
FATTI.
E di quelli finora non è che se ne siano visti tanti.
Anche perché , come abbiamo visto, il Toro ha DUE
corna, e vanno affrontate entrambe!
Quindi non basta la Banca di ultima istanza, ancorché,
spiegano gli esperti, questa quantomeno eliminerebbe il fenomeno della
speculazione, cioè di chi proprio scommette sul Default del singolo paese, sul
crollo della moneta unica ecc. Resterebbe sempre il problema del RISANAMENTO
finanziario di paesi che devono ristrutturare la propria economia, e realizzare
uno stato sociale SOSTENIBILE con le proprie risorse.
Il debito, entro una certa misura, può andar bene, se dietro
c'è un'economia sana in grado di pagarlo. Altrimenti no.
Per fare un esempio piccino, il mutuo di una casa. Un tempo
i creditori SANI e non speculativi, concedevano mutui basati NON solo sul
valore dell'immobile, che restava prima garanzia del debito, ma anche e
imprescindibilmente sulla capacità del debitore di PAGARE le rate.
E quindi se guadagnavi 1.000 euro al mese, certo un mutuo di
800 euro mensili non te lo avrebbero concesso MAI. Poi non è stato più così, e
i risultati si sono visti.
Ecco, bisogna tornare ad un tipo di economia in cui questi
parametri di "buon senso", della cosiddetta "diligenza del buon
padre di famiglia" ritrovino significato.
E quindi fine di una spesa pubblica allucinata e
allucinante, costruita su un paese ideale e astratto che tutto garantisce,
tutto fornisce ai suoi cittadini anche se non se lo possono pagare. Fine dei
"pasti gratis per tutti".
La vera lotta all'evasione fiscale non si fa facendo pagare
a tutti tasse esorbitanti, ma eliminando- è solo un esempio - lo scandalo di
coloro che con false dichiarazioni possono accingere gratuitamente allo stato
sociale a cui non contribuiscono. Una volta lessi che qualcuno proponeva di
promettere verifiche a chi chiedeva di fruire di determinati benefici: mense,
asili nido, esenzioni. Ecco, la gente che faceva questo tipo di domanda, nel
farla, doveva sapere che sarebbe stata oggetto di accertamento sulla effettiva
condizione reddituale.
Approvo incondizionatamente.
Riducendo l'abusato accesso al welfare, questo sarebbe
destinato, così come dovrebbe essere, al sostegno dei nostri concittadini
POVERI. Gli altri pagassero.
Ovviamente questo dovrebbe comportare una sensibile
diminuzione della pressione fiscale, così che la gente normale, è vero che non
avrebbe più una serie infinita di servizi, peraltro assai poco efficienti (per
questi motivi) , ma più soldi nelle proprie tasche , tornando a scegliere, con
responsabilità e libertà, a cosa destinare le proprie aumentate ma pur sempre
circoscritte risorse.
Fin quando la spesa pubblica costituirà oltre il 50% del PIL
e sopravanzerà di gran lunga le entrate fiscali - nonostante una tassazione
divenuta INTOLLERABILE - nessuno si fiderà di prestarci dei soldi - tra l'altro
a tassi di usura - senza che ALTRI garantiscano per noi.
Quando avevamo la Lira, e una Banca che poteva stampare
moneta, noi avevamo chi ci prestava i soldi, ma i tassi di interesse erano
assolutamente alti (più di adesso ! ) e la copertura del debito realizzata
sostanzialmente tramite l'immissione di nuova liquidità produceva inflazione.
Chi è abbastanza grande queste cose le ricorda.
Con l'Euro gli stipendi si deprezzarono, ma i tassi si
abbatterono clamorosamente, perché i mercati pensarono che c'era una moneta
FORTE a garanzia.
Con gli anni hanno capito che non era così, e che anzi vari
paesi europei continuavano a spendere ed espandere il proprio debito, e si sono
allarmati.
Il resto lo conosciamo.
Quindi, come suggeriscono ormai molti , per domare il toro
bisogna prenderlo per ENTRAMBE le corna, agire tanto sulla riforma delle
istituzioni europee, creando questa garanzia che rassicuri gli investitori,
quanto sul risanamento.
Con una consapevolezza: le due cose NON possono marciare
alla stessa velocità.
Bisogna fare a FIDASSE, come si dice a Roma.
Perché quando Turani scrive che l'intervento di Draghi ci ha
dato solo una tregua dice una cosa giusta, ma quando poi aggiunge che dobbiamo
fare in fretta, si illude.
NON è immaginabile, se non con una rivoluzione, l'esercito
per le strade, la repressione, una virata a U su sistemi sedimentati e
strutturatisi negli anni. Si dovrà procedere con fermezza, decisione ma
gradualità.
Giacalone, e non solo lui, parlano sempre di dismissione del
patrimonio pubblico per abbattere il debito.
Sacrosanto, anche da un punto di vista di principio. Però
siccome non c'è nessuno con il libretto degli assegni pronto a darci 300
miliardi di euro rilevando i beni dello stato italiano, realisticamente dovremo
organizzarci per una dismissione progressiva. Gradualità che dovrebbe anche
consentire di NON svendere questi beni ed evitare scandali ridicoli come in
quei casi dove viene venduta una caserma e poi questa viene affittata, a suon
di centinaia di migliaia di euro, a qualche ministero o ente pubblico!!
Per non parlare poi della tentazione - in passato è andata
così - che con la vendita dei beni pubblici si è pagato il debito non per
abbatterlo, ma per perpetuarlo!!
Sono consapevole dell'obiezione : qui non si può procedere
con la lima, affrontando poi le lobbies e le corporazioni che difendono ogni cm
di privilegio, bisogna usare il bisturi.
Non si tratta di reperire i 4 miliardi da una spending
review che fatta seriamente dovrebbe portare all'eliminazione non solo di
decine di miliardi di sprechi ma anche di vere e proprie spese che non è che
siano inutili, che semplicemente NON possiamo permetterci. Mica è inutile
andare in palestra, ma se i soldi non ce li ho per tutto, magari sarà la cosa
che taglierò, come il ristorante, come il cinema, come il we fuori porta ecc.
I nostri nonni facevano così e così dovremo tornare a fare
noi.
Però senza una guerra, la vedo dura realizzare
"velocemente" queste riforme in un paese che si è invecchiato in
queste illusioni. Già di più si può sperare nelle nuove generazioni che NON
avranno visto il paese dei balocchi e forse non lo pretenderanno.
Vi lascio alla nota di Giuseppe Turani . Buona Lettura
Guai finiti in Europa? Arriva Draghi con i soldi della
Bce e tutto va a posto? Basta sacrifici? Magari fosse così, ma non è vero. L’intervento
di Mario Draghi (la Bce comprerà bond degli Stati in difficoltà) è fatto
d’intesa anche con la Germania di Angela Merkel. E avviene proprio quando
sembrava che l’Europa si stesse inabissando. Adesso per qualche mese tutto va a
posto e quelli che hanno giocato a sfasciare l’euro dovranno rientrare nei loro
alloggiamenti, magari con la perdita di qualche miliardo.
Purtroppo, però, l’intervento della Bce di Draghi non
la è soluzione di tutti i problemi. Anzi, i problemi sono esattamente gli
stessi del giorno prima. L’Italia, ad esempio, continua a avere
spese mostruose e un debito pubblico spaventoso. I soldi
di Draghi e gli sforzi della Bce serviranno per guadagnare tempo. In sostanza,
l’euro non morirà in agosto.
Resta però il fatto che i vari paesi europei (e fra i
primi proprio l’Italia) dovranno fare ordine nelle loro finanze, nel loro
welfare e nei provvedimenti per la loro crescita.
Se l’idea è quella di approfittare di Draghi e della
Bce per trascinarsi dietro il nostro debito pubblico per l’eternità, allora non
si è capito niente.
Insomma, Draghi e la Bce ci regalano del tempo: adesso si
tratta di utilizzarlo al meglio. E in fretta.
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