domenica 29 luglio 2012

IL TORO HA DUE CORNA E BISOGNA AFFERRARLE ENTRAMBE


A forza di leggere articoli di economisti e pseudo esperti di economia, i pareri più vari sulla crisi, le sue origini, di idee te ne fai tante e arriva il momento di provare a fare un lavoro di sintesi.
Dunque, il toro ha due corna:
A) la debolezza delle economie occidentali troppo indebitate. Questa cosa è più grave per gli Stati del sud Europa : Portogallo, Spagna, Grecia e Italia (a cui si aggiunge l'Irlanda, che è un po' il sud della GB).
B) la moneta unica, e la mancanza di una Europa Unita e Federata e di una Banca Centrale VERA , cioè di ultima istanza, come si suol dire.
Questo fa sì che i mercati , che sono quelli che prestano i soldi per rifinanziare il debito, non si fidano della solvibilità dei debitori. Servirebbe la granzia europea, e cioè dei paesi pià solidi, Germania in testa, che però sono restii nel timore di svenarsi per le cattive abitudini di soci sperperatori.
Da questo nodo non si schioda da più di UN ANNO.
I mercati hanno più volte mostrato che vogliono un GARANTE per i loro soldi. Ogni volta che gli si dà motivo di pensare che questo accadrà, ecco che si quietano : lo spread scende e le borse salgono.
LO abbiamo visto due volte ed entrambe grazie a Draghi. La prima volta il presidente del BCE regalò un trilione di euro alle banche europee  (1% di interesse annuo, laddove loro li vendono a 4/5 volte tanto). Adesso dichiarando con forza che nessun paese europeo   uscirà dall'euro. Dichiarazione che ha trovato il supporto di Hollande e della Merkel.
Ma allora basta poco!!!!
E no. Perché , come spiegano molto bene Giuseppe Turani e Davide Giacalone (http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/07/se-non-si-cambia-rotta-non-saremo-noi.html ) nei post che troverete sul Camerlengo, perché agli annunci poi devono seguire i FATTI.
E di quelli finora non è che se ne siano visti tanti.
 Anche perché , come abbiamo visto, il Toro ha DUE corna, e vanno affrontate entrambe!
Quindi non basta la Banca di ultima istanza, ancorché, spiegano gli esperti, questa quantomeno eliminerebbe il fenomeno della speculazione, cioè di chi proprio scommette sul Default del singolo paese, sul crollo della moneta unica ecc. Resterebbe sempre il problema del RISANAMENTO finanziario di paesi che devono ristrutturare la propria economia, e realizzare uno stato sociale SOSTENIBILE con le proprie risorse.
Il debito, entro una certa misura, può andar bene, se dietro c'è un'economia sana in grado di pagarlo. Altrimenti no.
Per fare un esempio piccino, il mutuo di una casa. Un tempo i creditori SANI e non speculativi, concedevano mutui basati NON solo sul valore dell'immobile, che restava prima garanzia del debito, ma anche e imprescindibilmente sulla capacità del debitore di PAGARE le rate.
E quindi se guadagnavi 1.000 euro al mese, certo un mutuo di 800 euro mensili non te lo avrebbero concesso MAI. Poi non è stato più così, e i risultati si sono visti.
Ecco, bisogna tornare ad un tipo di economia in cui questi parametri di "buon senso", della cosiddetta "diligenza del buon padre di famiglia" ritrovino significato.
E quindi fine di una spesa pubblica allucinata e allucinante, costruita su un paese ideale e astratto che tutto garantisce, tutto fornisce ai suoi cittadini anche se non se lo possono pagare. Fine dei "pasti gratis per tutti".
La vera lotta all'evasione fiscale non si fa facendo pagare a tutti tasse esorbitanti, ma eliminando- è solo un esempio - lo scandalo di coloro che con false dichiarazioni possono accingere gratuitamente allo stato sociale a cui non contribuiscono. Una volta lessi che qualcuno proponeva di promettere verifiche a chi chiedeva di fruire di determinati benefici: mense, asili nido, esenzioni. Ecco, la gente che faceva questo tipo di domanda, nel farla, doveva sapere che sarebbe stata oggetto di accertamento sulla effettiva condizione reddituale.
Approvo incondizionatamente.
Riducendo l'abusato accesso al welfare, questo sarebbe destinato, così come dovrebbe essere, al sostegno dei nostri concittadini POVERI. Gli altri pagassero.
Ovviamente questo dovrebbe comportare una sensibile diminuzione della pressione fiscale, così che la gente normale, è vero che non avrebbe più una serie infinita di servizi, peraltro assai poco efficienti (per questi motivi) , ma più soldi nelle proprie tasche , tornando a scegliere, con responsabilità e libertà, a cosa destinare le proprie aumentate ma pur sempre circoscritte risorse.
Fin quando la spesa pubblica costituirà oltre il 50% del PIL e sopravanzerà di gran lunga le entrate fiscali - nonostante una tassazione divenuta INTOLLERABILE - nessuno si fiderà di prestarci dei soldi - tra l'altro  a tassi di usura - senza che ALTRI garantiscano per noi.
Quando avevamo la Lira, e una Banca che poteva stampare moneta, noi avevamo chi ci prestava i soldi, ma i tassi di interesse erano assolutamente alti (più di adesso ! ) e la copertura del debito realizzata sostanzialmente tramite l'immissione di nuova liquidità produceva inflazione.
Chi è abbastanza grande queste cose le ricorda.
Con l'Euro gli stipendi si deprezzarono, ma i tassi si abbatterono clamorosamente, perché i mercati pensarono che c'era una moneta FORTE a garanzia.
Con gli anni hanno capito che non era così, e che anzi vari paesi europei continuavano a spendere ed espandere il proprio debito, e si sono allarmati.
Il resto lo conosciamo.
Quindi, come suggeriscono ormai molti , per domare il toro bisogna prenderlo per ENTRAMBE le corna, agire tanto sulla riforma delle istituzioni europee, creando questa garanzia che rassicuri gli investitori, quanto sul risanamento.
Con una consapevolezza: le due cose NON possono marciare alla stessa velocità.
Bisogna fare a FIDASSE, come si dice a Roma.
Perché quando Turani scrive che l'intervento di Draghi ci ha dato solo una tregua dice una cosa giusta, ma quando poi aggiunge che dobbiamo fare in fretta, si illude.
NON è immaginabile, se non con una rivoluzione, l'esercito per le strade, la repressione, una virata a U su sistemi sedimentati e strutturatisi negli anni. Si dovrà procedere con fermezza, decisione ma gradualità.
Giacalone, e non solo lui, parlano sempre di dismissione del patrimonio pubblico per abbattere il debito.
Sacrosanto, anche da un punto di vista di principio. Però siccome non c'è nessuno con il libretto degli assegni pronto a darci 300 miliardi di euro rilevando i beni dello stato italiano, realisticamente dovremo organizzarci per una dismissione progressiva. Gradualità che dovrebbe anche consentire di NON svendere questi beni ed evitare scandali ridicoli come in quei casi dove viene venduta una caserma e poi questa viene affittata, a suon di centinaia di migliaia di euro, a qualche ministero o ente pubblico!!
Per non parlare poi della tentazione - in passato è andata così - che con la vendita dei beni pubblici si è pagato il debito non per abbatterlo, ma per perpetuarlo!!
Sono consapevole dell'obiezione : qui non si può procedere con la lima, affrontando poi le lobbies e le corporazioni che difendono ogni cm di privilegio, bisogna usare il bisturi.
Non si tratta di reperire i 4 miliardi da una spending review che fatta seriamente dovrebbe portare all'eliminazione non solo di decine di miliardi di sprechi ma anche di vere e proprie spese che non è che siano inutili, che semplicemente NON possiamo permetterci. Mica è inutile andare in palestra, ma se i soldi non ce li ho per tutto, magari sarà la cosa che taglierò, come il ristorante, come il cinema, come il we fuori porta ecc.
I nostri nonni facevano così e così dovremo tornare a fare noi.
Però senza una guerra, la vedo dura realizzare "velocemente" queste riforme in un paese che si è invecchiato in queste illusioni. Già di più si può sperare nelle nuove generazioni che NON avranno visto il paese dei balocchi e forse non lo pretenderanno.
Vi lascio alla nota di Giuseppe Turani . Buona Lettura

Guai finiti in Europa? Arriva Draghi con i soldi della Bce e tutto va a posto? Basta sacrifici? Magari fosse così, ma non è vero. L’intervento di Mario Draghi (la Bce comprerà bond degli Stati in difficoltà) è fatto d’intesa anche con la Germania di Angela Merkel. E avviene proprio quando sembrava che l’Europa si stesse inabissando. Adesso per qualche mese tutto va a posto e quelli che hanno giocato a sfasciare l’euro dovranno rientrare nei loro alloggiamenti, magari con la perdita di qualche miliardo. 
Purtroppo, però, l’intervento della Bce di Draghi non la è soluzione di tutti i problemi. Anzi, i problemi sono esattamente gli stessi del giorno prima. L’Italia, ad esempio, continua a avere spese mostruose e un debito pubblico spaventoso. I soldi di Draghi e gli sforzi della Bce serviranno per guadagnare tempo. In sostanza, l’euro non morirà in agosto. 
Resta però il fatto che i vari paesi europei (e fra i primi proprio l’Italia) dovranno fare ordine nelle loro finanze, nel loro welfare e nei provvedimenti per la loro crescita. 
Se l’idea è quella di approfittare di Draghi e della Bce per trascinarsi dietro il nostro debito pubblico per l’eternità, allora non si è capito niente. 
Insomma, Draghi e la Bce ci regalano del tempo: adesso si tratta di utilizzarlo al meglio. E in fretta. 

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