Siria. 15.000 morti e non siamo ancora alla "guerra
civile". L'esercito impiegato contro le città contrarie al regime,
nonostante le promesse all'ONU di cessare i bombardamenti. Ogni iniziativa
internazionale, araba o delle Nazioni Unite, miseramente fallita. Le sanzioni
diplomatiche ed economiche prese dai singoli stati, ininfluenti. Ogni tentativo
di un intervento più duro ed efficace per fermare la strage quotidiana di
Assad, bloccato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU dal voto contrario di Russia
e Cina.
Gli USA, con Hillary Clinton, sempre più spazientiti e
impotenti. La Francia, molto intraprendente in Libia, forse interverrà nel
Mali, dove pare stia prendendo il potere una formazione Qadeista, stile
talebani, ma in Siria continua ad ammonire e a guardare.
SI tratta di fatti. Non di commenti.
Sempre un fatto, la notizia che Asma Assad, la moglie del
dittatore, ha effettuato in questi tempi acquisti di mobili di antiquariato per
300.000 euro.
Non ci volevo credere nel leggerlo.
Eppure eccolo qua:
E' sempre tempo di shopping. Anche quando nel tuo Paese è
in atto una guerra civile che sta provocando migliaia di morti. Mentre in Siria
le cronache svelano continuamente nuovi massacri, lei, Asma, la moglie del
dittatore siriano Bashar Al Assad, fa shopping nel quartiere più chic di
Londra, spendendo l'equivalente di oltre 300mila euro in mobili di lusso.
A rivelarlo è il quotidiano britannico «Mail on
Sunday», che mostra in esclusiva una serie di mail di Wikileaks con gli ordini
per 270mila sterline di Asma Assad. Tavoli, divani, tappeti, candelabri e pouf,
tutti in stile «ottomano», acquistati in uno dei più esclusivi negozi di design
di Chelsea, per arredare la sua residenza estiva, a 200 miglia da
Damasco. Alternando le drammatiche foto dei massacri a quelle dei lussuosi
mobili, il giornale britannico, sul sito online, indica il prezzo di ciascun
«pezzo» scelto dalla trentaseienne moglie di Assad, dai candelabri da oltre
8mila sterline, al tavolo da 10mila fino al tappeto costato 11 mila sterline
per arredare la residenza in un paese nel quale si stima che da marzo - data dell'ordine
inviato da Asma Assad - siano state uccise, ricorda il giornale, 16 mila
persone, tra le quali donne e bambine. Un indifferenza non da poco per la donna
che Vogue aveva definito «una rosa nel deserto».
BOMBARDAMENTI - Intanto è di almeno altri nove
morti il bilancio odierno delle violenze che proseguono in tutta la Siria,
malgrado i moniti lanciati al regime di Bashar al-Assad da gran parte della
comunità internazionale dopo il massacro di tre giorni fa nel villaggio sunnita
di Tremseh, dove oltre duecento persone sono state trucidate (ma il regime
sostiene siano «solo» 39). Il ministro degli Esteri siriano ha però negato che
negli scontri a Tremseh si sia fatto uso di artiglieria, carri armati ed
elicotteri come sostenuto dall'inviato speciale per la Siria Kofi Annan.
Qualcuno forse ricorderà la storica battuta attribuita alla
regina Maria Antonietta che, ai dignitari che le rappresentavano come il popolo
fosse alla fame e non ci fosse più pane per la crisi economica, pare abbia
risposto "date loro delle brioches".
C'è un momento in cui i potenti perdono completamente il
contatto con la realtà e con il loro popolo.
Come andò a finire per Maria Antonietta e per il consorte re
di Francia lo sappiamo .
Aspettiamo dunque fiduciosi che anche la "regina
siriana" venga presto detronizzata, magari con più fortuna e quindi
perdendo il potere ma conservando la testa.
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