Marina Berlusconi è andata, gli sono state rivolte
domande che, a suo dire, un onesto ufficiale della Guardia di Finanza avrebbe
potuto farle tranquillamente a Milano (notizie su un conto corrente cointestato
col padre), però intanto...vuoi mettere? Prime pagine per annunciare la
convocazione, foto all'aeroporto, in Procura, accostamento del nome Berlusconi
ai soliti boss mafiosi, agli eccidi di mafia...
Contro questo circo, la Marina ha detto la sua, col
piglio che la contraddistingue (e se fosse un leader politico migliore del
padre?? certo la grinta non le manca).
Bene, Saviano il Censore prende carta e penna e dalla sua
tribuna (le colonne di Repubblica) tuona la sua intemerata, che sostanzialmente
suona così : tu quoque Brutu....No, non esattamente, però insomma la Marina NON
deve parlare perché la gogna mediatica è strumento tipico dei giornali della
SUA famiglia e delle sue TV. Quindi il pulpito suo non vale.
Ok, magari ci sta, anche se il buon Luca Sofri ci ha
scritto un libro per spiegarci che poi, le cose che uno dice, vanno valutate
(anche, correggerei io..."ANCHE") in sé, non facendoci condizionare
da CHI le pronuncia. Insomma se NON UCCIDERE lo dice RIINA non è che non sia concetto
valido e degno, ancorché ci suoni male in bocca a un uomo del genere.
E quindi, se Marina Berlusconi parla della degenerazione
dell'informazione, collusa con certa procura che le indagini le conduce molto
anche a mezzo stampa, dice la VERITA'. Se poi Libero e Il Giornale fanno anche
loro questo tipo di cattivo giornalismo, non cambia.
Lo dovrebbe sapere bene Saviano, che invece chiede
coerenza. LUI!!
Mah, se doveva essere lui il PAPA straniero voluto da
Scalfari come nuovo leader della sinistra, teniamoci stretto quel buonuomo di
Bersani!!!
Ecco l'articolo di cronaca , con la durissima replica di
FININVEST.
Adesso che ha
trovato un altro editore, Feltrinelli, Roberto Saviano, sputa veleno sulla
famiglia Berlusconi. In un lungo intervento su Repubblica l'autore di Gomorra,
che fu pubblicato da Mondadori, spara a zero su Marina che ha "osato"
lamentarsi della gogna mediatica a cui è stata sottoposta dopo la convocazione,
in qualità di parte lesa, da parte della
Procura di Palermo nell'affaire della presunta estorsione di Marcello Dell'Utri
ai danni del padre, Silvio Berlusconi. "Io non ero e non sono accusata di
nulla - puntualizza la figlia dell’ex premier - i pm di Palermo mi hanno
convocato come 'persona offesa', come presunta vittima. Insomma, per
'tutelarmi'. Si è visto come". "Nei tg della sera la mia foto si
mescola con quelle dei boss e di orribili stragi, tutto tenuto insieme da una
parola che mi mette i brividi solo a pronunciarla: mafia", dice la figlia
del Cavaliere.
Tanto basta per lanciare Saviano in una filippica sulla
comunicazione e da come è stata gestita finora dalla famiglia Berlusconi.
"Pretende dagli organi di informazione ciò che mai ha voluto riconoscere
agli avversari politici: il rispetto della persona, il rispetto delle
idee", tuona lo scrittore. E ancora: "Lei si lamenta per il
trattamento che ha avuto dalla stampa, cosa singolare per un editore. Lei fa
comunicazione o meglio fa fare comunicazione. Stupisce il suo risentimento.
Stupisce perché sono anni che la comunicazione dei giornali di famiglia si
affida a titolazioni violente volte a terrorizzare i nemici con storie private
per aggredire chiunque sia contro suo padre. Si potrebbe fare un elenco
infinito di tutte le volte che i nemici di suo padre sono stati screditati
dalla galassia mediatica che a lui fa capo". Per Saviano è rea di
"notizie infondate, dettagli falsi, raccolte di firme contro chi
raccontava qualcosa che dava fastidio al governo in carica. Lei si lamenta di
qualcosa che ha fortemente contribuito a creare e da editore dovrebbe sapere
che il disegno della comunicazione, lo stile, la qualità, si costruisce
quotidianamente con il proprio lavoro o quel rispetto che ora pretende vale
solo per sé?".
La dura replica di
Fininvest - Da parte di Fininvest è arrivata una durissima replica alle parole,
altrettanto dure, di Saviano. Pensi a quello che vuole di Marina e dei suoi
congiunti, spiega la nota della casa editrice, "ma impari a rispettare le
migliaia di persone che lavorano nel gruppo Fininvest". La nota prosegue:
"Da tempo non prendiamo più in considerazione le ricorrenti ossessioni di
Roberto Saviano. E intendiamo proseguire così. Ma, probabilmente a caccia di
quella visibilità che per lui appare un pò in declino, sulla Repubblica di oggi
con il consueto fondamentalismo e con raro sprezzo del pudore Saviano arriva
all’inarrivabile, al totale capovolgimento della realtà". Perché
"nell’invettiva titolata La cittadina Berlusconì accusa quanti lavorano
nel gruppo Fininvest - cominciando naturalmente dai suoi azionisti - per quella
mostruosa macchina di distruzione mediatica degli avversari al cui inesauribile
funzionamento, viceversa, proprio Saviano ha dato e dà un contributo
determinante. Una macchina diventata peraltro industria di grande successo,
economico ma non solo". Insomma, "pensi quel che vuole Saviano di
Marina Berlusconi o dei suoi congiunti, ma impari a rispettare le migliaia di
persone che nel gruppo lavorano: non si permetta di definire 'eserciti di
scheranì professionisti che con il loro impegno contribuiscono ogni giorno a
garantire la libertà e il pluralismo nel nostro Paese. E soprattutto - anche se
ci rendiamo conto di quanto Le possa costare - provi a rispettare la verità,
cittadino Saviano".
ma questo che vuole?
RispondiEliminaANCHE I SOMARI RAGLIANO.!!!
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