giovedì 30 agosto 2012

"INTERCETTATECI TUTTI " NON E' PIù GRADITO. MAGARI SI VOLTA PAGINA

Panorama spara le sue indiscrezioni in copertina, "rivelando" il contenuto delle telefonate tra il Presidente Napolitano e Nicola Mancino, oggetto della querelle tra Colle e Procura di Palermo, per tanto di coinvolgimento della Consulta che dovrà decidere se i PM di PAlermo abbiano violato le prerogative costituzionali del Capo della Repubblica.
Ovviamente si è scatenato il finimondo. Le notizie "sono false !" (ma Mancino NON le ha smentite), e comunque com'è possibile che Panorama ne sia venuta a conoscenza? (capirai.....semmai la sorpresa è quella contraria!! come mai FINORA non fosse avvenuto), tentativo di screditare la carica più alta dello Stato e destabilizzare le istituzioni.
Andiamo per gradi. Secondo quanto riporta Libero, che ha buoni rapporti con Panorama e quindi ha avuto indiscrezioni di prima mano su quanto sarebbe uscito oggi in edicola, il Presidente, come del resto hanno sempre sostenuto Ingroia e i suoi, non ha detto nulla di penalmente rilevante.
MA, sempre che le indiscrezioni fossero vere, ha detto MOLTO di politicamente scomodo!
Lo ha detto in privato, ma ormai le orecchie lunghe delle procure sono sempre in agguato (modello Stadi della defunta e non da tutti rimpianta DDR). 
Ed è questo che NON si vuole che avvenga stabilendo che il Capo dello Stato NON può essere sottoposto a intercettazione! Perché se io Stefano Turchetti dico - o scrivo - che Berlusconi era una sventura per l'immagine dell'Italia all'estero, che Di Pietro , certi PM e certi organi di stampa (il Fatto per intenderci)  hanno  costituito un  fronte  giustizialista  che ha di fatto impedito la nascita in Italia di una sinistra davvero riformista (QUESTE le cose che Panorama scrive in sintesi ) ,beh, che può accadere? Nulla di nulla.
Ma se lo dichiara il Presidente della Repubblica, l'uomo super partes per ruolo costituzionale, politicamente conta, e crea scompiglio. Ecco perché, se si tratta di esternazioni private, che l'interessato non intendeva pubblicizzare, tali dovevano rimanere. Dovrebbe valere per tutti, ma ancor di più per il Capo dello Stato. 
Prima di lasciarvi alla cronaca dei commenti succeduti allo "scoop" di Panorama, riporto un flash circa gli umori della Rete , dove  ho subito centrato un gruppo che con forza ribadiva concetti noti: "Vengano rivelate le parole di Napolitano, La Legge è uguale per tutti, basta scheletri nell'armadio...."
Ora, come spiegare una volta per tutte che sta storia della legge uguale per tutti va intesa cum grano salis e non alla lettera? Come far capire che se io sono il Capo dello Stato, avendo responsabilità ben diverse da quelle, pur importanti, di andare a lavorare, mantenere la famiglia, curare i figli, dei cittadini comuni, dovrò anche avere PREROGATIVE diverse? Come trasmettere il concetto che il problema di evitare che poteri Altri (quello giudiziario in questo caso, ma non è il solo) possano destabilizzare un assetto politico non bene accetto attraverso inquisizioni inventate , si è posto in TUTTE le costituzioni democratiche moderne, e quindi anche la nostra?
Tutto questo casino una cosa buona ce l'ha. Ora che non è più Berlusconi il bersaglio, il problema delle intercettazioni selvagge e della loro impunita pubblicazione si pone con dramamtica serietà.
Da una crisi una opportunità dicono gli psicanalisti , speriamo valga anche in politica.
Ecco il lancio di cronaca sul Corriere.it

Monti si schiera al fianco di Napolitano
«Attacco strumentale, il Paese reagirà»

  "Ci si deve opporre ad ogni tentativo di destabilizzazione del Paese, inteso a minare in radice la sua credibilità». Il premier Mario Monti ha telefonato al capo dello Stato Giorgio Napolitano per esprime «piena e profonda solidarietà» sulla vicenda delle presunte intercettazioni che stanno investendo nelle ultime ore il Colle.
LA NOTA DEL QUIRINALE - Un Quirinale agguerrito quello che è intervenuto con una nota sul caso delle intercettazioni, dopo la pubblicazione dell'ultimo numero di Panorama dal titolo «Ricatto al Presidente». «La pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il capo dello Stato è risibile», ha scritto il Colle. Ma non solo. «A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante», ha continuato il presidente in riferimento alle ultime indiscrezioni giornalistiche a proposito delle intercettazioni che riguardano lo stesso Giorgio Napolitano e Nicola Mancino sulla presunta trattativa Stato-mafia.

LA TELEFONATA DI MONTI - In serata è giunta anche la nota di palazzo Chigi dopo il colloqui telefonico con Napolitano per esprimere la solidarietà del governo agli attacchi contro il capo dello Stato. Si legge: «Il presidente del Consiglio Mario Monti ha oggi espresso al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di un colloquio telefonico, la piena e profonda solidarietà sua personale e dell'intero governo, di fronte alle inaccettabili insinuazioni comparse sulla stampa», dice la nota. «Si è di fronte con tutta evidenza ad uno strumentale attacco contro la personalità che costituisce il riferimento essenziale e più autorevole per tutte le istituzioni e i cittadini. Ci si deve opporre ad ogni tentativo di destabilizzazione del Paese, inteso a minare in radice la sua credibilità. Il Paese saprà reagire a difesa dei valori costituzionali incarnati in modo esemplare dal presidente Napolitano e dal suo impegno instancabile al servizio esclusivo della Nazione e del suo prestigio nella comunità internazionale», conclude il comunicato di palazzo Chigi.

INTERVIENE LA PROCURA - «L'intenzione di disporre accertamenti su una possibile fuga di notizie non significa necessariamente attribuire validità alle notizie che sono state diffuse. Anche la diffusione di una notizia parziale o inesatta rende ipotizzabile che vengano disposti accertamenti in questo senso». Il procuratore di Palermo Messineo ha così risposto all'ex sottosegretario Alfredo Mantovano che si era chiesto come potesse il procuratore valutare se aprire un'inchiesta sulla ricostruzione delle conversazioni intercettate tra l'ex ministro Nicola Mancino e il capo dello Stato, «visto che lo stesso magistrato aveva detto che quanto pubblicato sul settimanale non risponde al vero». «Confermo che le anticipazioni non trovano corrispondenza con il contenuto delle telefonate intercettate - ha aggiunto Messineo - ma ovviamente non intendo fornire particolari sugli elementi di difformità».

LE RICOSTRUZIONI - «La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice - scrive il Colle - con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il capo dello Stato e il senatore Mancino. Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi. Il presidente - si legge nella nota - che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia - prosegue il Colle -. Quel che sta avvenendo, del resto, conferma l'assoluta obiettività e correttezza della scelta compiuta dal presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell'istituzione. Risibile perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il capo dello Stato. Resta ferma la determinazione del presidente Napolitano di tener fede ai suoi doveri costituzionali».

IL CSM - E il Comitato di presidenza del Csm ha dato pieno appoggio a Napolitano con una presa di posizione netta che esprime «piena solidarietà al presidente della Repubblica, oggetto da tempo di attacchi tanto infondati quanto strumentali». Nel comunicato si legge: «nel dare atto al proprio presidente della assoluta correttezza dei suoi comportamenti in tutta la vicenda oggetto, ancora di recente, di pretese rivelazioni giornalistiche, ricorda in particolare che le conversazioni intercettate non sono nella disponibilità del capo dello Stato sia perché ancora sottoposte a segreto di indagine che certo non si potrebbe istigare a violare, sia perchè oggetto del conflitto di attribuzioni sollevato dinnanzi alla Corte Costituzionale che ne deve decidere liberamente il destino, sia perchè la loro riservatezza attiene direttamente alle prerogative istituzionali e non personali del presidente della Repubblica. Pertanto, ogni appello a divulgare o a consentire la divulgazione delle intercettazioni sarebbe allo stato irricevibile».

MANCINO - «Io ho mantenuto un mio atteggiamento di carattere istituzionale, non sono io che devo dire se corrisponde al vero o non corrisponde al vero quanto detto da Panorama» ha detto in mattinata Nicola Mancino: «Gli atti - ha aggiunto - dovrebbero stare secretati e non si capisce chi è che ne ha violato la secretazione». Quanto alla veridicità della ricostruzione fatta dal settimanale, Mancino non si pronuncia.

ATTACCHI E SOLIDARIETA' - Immediate le reazioni politiche. Gianni Letta si reca al Quirinale, per esprimere solidarietà e in un comunicato scrive: «Ho espresso la mia solidarietà e sono salito al Colle per smentire - conclude - certe ricostruzioni arbitrarie e ingiuste. Comunque assolutamente lontane dalla verità». Decisa anche la reazione del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri: «Chi offende Giorgio Napolitano offende anche il popolo italiano». E commenti sono arrivati anche dagli esponenti politici dei principali partiti. Va all'attacco Di Pietro: «Un Capo dello Stato che non si attiva per risolvere un dolore delle istituzioni mi pare molto capo e poco Stato - ha detto il leader dell'Idv - è inopportuno e fuori luogo il conflitto di attribuzione sollevato da Napolitano. Non vi è dubbio che, in questo modo, il capo di Stato ha creato una situazione di oggettiva difficoltà». Di diversa opinione Pier Ferdinando Casini: «È una cosa primitiva, non consona ad una società liberale che le intercettazioni private vengano sbattute sulle pagine dei giornali, una legge è indispensabile». Giù le mani da Napolitano è invece il messaggio del deputato del Pdl Franco Frattini: «Si vuole colpire la funzione e la persona del presidente Napolitano - spiega l'ex ministro degli Esteri - per destabilizzarne il ruolo sinora esercitato, e che nei prossimi mesi dovrà ancora esercitare, per la gestione della difficile crisi italiana. Occorre tenere giù le mani dalla istituzione (e dalla persona) che presidia al massimo livello in questa fase complessa per l'Italia le garanzie costituzionali per tutti i cittadini». Le parole del Colle «sono nette, forti e inequivocabili - dice Pierluigi Bersani, segretario del Pd - . Evidentemente c'è chi pensa di poter intimidire un 
 

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