Ovviamente si è scatenato il finimondo. Le notizie "sono false !" (ma Mancino NON le ha smentite), e comunque com'è possibile che Panorama ne sia venuta a conoscenza? (capirai.....semmai la sorpresa è quella contraria!! come mai FINORA non fosse avvenuto), tentativo di screditare la carica più alta dello Stato e destabilizzare le istituzioni.
Andiamo per gradi. Secondo quanto riporta Libero, che ha buoni rapporti con Panorama e quindi ha avuto indiscrezioni di prima mano su quanto sarebbe uscito oggi in edicola, il Presidente, come del resto hanno sempre sostenuto Ingroia e i suoi, non ha detto nulla di penalmente rilevante.
MA, sempre che le indiscrezioni fossero vere, ha detto MOLTO di politicamente scomodo!
Lo ha detto in privato, ma ormai le orecchie lunghe delle procure sono sempre in agguato (modello Stadi della defunta e non da tutti rimpianta DDR).
Ed è questo che NON si vuole che avvenga stabilendo che il Capo dello Stato NON può essere sottoposto a intercettazione! Perché se io Stefano Turchetti dico - o scrivo - che Berlusconi era una sventura per l'immagine dell'Italia all'estero, che Di Pietro , certi PM e certi organi di stampa (il Fatto per intenderci) hanno costituito un fronte giustizialista che ha di fatto impedito la
nascita in Italia di una sinistra davvero riformista (QUESTE le cose che Panorama scrive in sintesi ) ,beh, che può accadere? Nulla di nulla.
Ma se lo dichiara il Presidente della Repubblica, l'uomo super partes per ruolo costituzionale, politicamente conta, e crea scompiglio. Ecco perché, se si tratta di esternazioni private, che l'interessato non intendeva pubblicizzare, tali dovevano rimanere. Dovrebbe valere per tutti, ma ancor di più per il Capo dello Stato.
Prima di lasciarvi alla cronaca dei commenti succeduti allo "scoop" di Panorama, riporto un flash circa gli umori della Rete , dove ho subito centrato un gruppo che con forza ribadiva concetti noti: "Vengano rivelate le parole di Napolitano, La Legge è uguale per tutti, basta scheletri nell'armadio...."
Ora, come spiegare una volta per tutte che sta storia della legge uguale per tutti va intesa cum grano salis e non alla lettera? Come far capire che se io sono il Capo dello Stato, avendo responsabilità ben diverse da quelle, pur importanti, di andare a lavorare, mantenere la famiglia, curare i figli, dei cittadini comuni, dovrò anche avere PREROGATIVE diverse? Come trasmettere il concetto che il problema di evitare che poteri Altri (quello giudiziario in questo caso, ma non è il solo) possano destabilizzare un assetto politico non bene accetto attraverso inquisizioni inventate , si è posto in TUTTE le costituzioni democratiche moderne, e quindi anche la nostra?
Tutto questo casino una cosa buona ce l'ha. Ora che non è più Berlusconi il bersaglio, il problema delle intercettazioni selvagge e della loro impunita pubblicazione si pone con dramamtica serietà.
Da una crisi una opportunità dicono gli psicanalisti , speriamo valga anche in politica.
Ecco il lancio di cronaca sul Corriere.it
Monti si schiera al fianco di Napolitano
«Attacco strumentale, il Paese reagirà»
LA NOTA DEL
QUIRINALE - Un Quirinale agguerrito quello che è intervenuto con una nota sul
caso delle intercettazioni, dopo la pubblicazione dell'ultimo numero di
Panorama dal titolo «Ricatto al Presidente». «La pretesa, da qualsiasi parte
provenga, di poter ricattare il capo dello Stato è risibile», ha scritto il
Colle. Ma non solo. «A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto
svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra
destabilizzante», ha continuato il presidente in riferimento alle ultime
indiscrezioni giornalistiche a proposito delle intercettazioni che riguardano
lo stesso Giorgio Napolitano e Nicola Mancino sulla presunta trattativa
Stato-mafia.
LA TELEFONATA DI
MONTI - In serata è giunta anche la nota di palazzo Chigi dopo il colloqui
telefonico con Napolitano per esprimere la solidarietà del governo agli
attacchi contro il capo dello Stato. Si legge: «Il presidente del Consiglio
Mario Monti ha oggi espresso al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
nel corso di un colloquio telefonico, la piena e profonda solidarietà sua
personale e dell'intero governo, di fronte alle inaccettabili insinuazioni
comparse sulla stampa», dice la nota. «Si è di fronte con tutta evidenza ad uno
strumentale attacco contro la personalità che costituisce il riferimento
essenziale e più autorevole per tutte le istituzioni e i cittadini. Ci si deve
opporre ad ogni tentativo di destabilizzazione del Paese, inteso a minare in
radice la sua credibilità. Il Paese saprà reagire a difesa dei valori
costituzionali incarnati in modo esemplare dal presidente Napolitano e dal suo
impegno instancabile al servizio esclusivo della Nazione e del suo prestigio
nella comunità internazionale», conclude il comunicato di palazzo Chigi.
INTERVIENE LA
PROCURA - «L'intenzione di disporre accertamenti su una possibile fuga di
notizie non significa necessariamente attribuire validità alle notizie che sono
state diffuse. Anche la diffusione di una notizia parziale o inesatta rende
ipotizzabile che vengano disposti accertamenti in questo senso». Il procuratore
di Palermo Messineo ha così risposto all'ex sottosegretario Alfredo Mantovano
che si era chiesto come potesse il procuratore valutare se aprire un'inchiesta
sulla ricostruzione delle conversazioni intercettate tra l'ex ministro Nicola
Mancino e il capo dello Stato, «visto che lo stesso magistrato aveva detto che
quanto pubblicato sul settimanale non risponde al vero». «Confermo che le anticipazioni
non trovano corrispondenza con il contenuto delle telefonate intercettate - ha
aggiunto Messineo - ma ovviamente non intendo fornire particolari sugli
elementi di difformità».
LE RICOSTRUZIONI -
«La campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del presidente della
Repubblica ha raggiunto un nuovo apice - scrive il Colle - con il clamoroso
tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune
presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il capo dello Stato
e il senatore Mancino. Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici
falsi. Il presidente - si legge nella nota - che non ha nulla da nascondere ma
valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte
costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili
intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende
serenamente la pronuncia - prosegue il Colle -. Quel che sta avvenendo, del
resto, conferma l'assoluta obiettività e correttezza della scelta compiuta dal
presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non
della sua persona ma delle prerogative proprie dell'istituzione. Risibile
perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il capo
dello Stato. Resta ferma la determinazione del presidente Napolitano di tener
fede ai suoi doveri costituzionali».
IL CSM - E il
Comitato di presidenza del Csm ha dato pieno appoggio a Napolitano con una
presa di posizione netta che esprime «piena solidarietà al presidente della
Repubblica, oggetto da tempo di attacchi tanto infondati quanto strumentali».
Nel comunicato si legge: «nel dare atto al proprio presidente della assoluta
correttezza dei suoi comportamenti in tutta la vicenda oggetto, ancora di
recente, di pretese rivelazioni giornalistiche, ricorda in particolare che le
conversazioni intercettate non sono nella disponibilità del capo dello Stato
sia perché ancora sottoposte a segreto di indagine che certo non si potrebbe
istigare a violare, sia perchè oggetto del conflitto di attribuzioni sollevato
dinnanzi alla Corte Costituzionale che ne deve decidere liberamente il destino,
sia perchè la loro riservatezza attiene direttamente alle prerogative
istituzionali e non personali del presidente della Repubblica. Pertanto, ogni
appello a divulgare o a consentire la divulgazione delle intercettazioni
sarebbe allo stato irricevibile».
MANCINO - «Io ho
mantenuto un mio atteggiamento di carattere istituzionale, non sono io che devo
dire se corrisponde al vero o non corrisponde al vero quanto detto da Panorama»
ha detto in mattinata Nicola Mancino: «Gli atti - ha aggiunto - dovrebbero
stare secretati e non si capisce chi è che ne ha violato la secretazione».
Quanto alla veridicità della ricostruzione fatta dal settimanale, Mancino non
si pronuncia.
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