giovedì 20 settembre 2012

IL BACIO DELLA MORTE DI BERLUSCONI A RENZI



Francamente credo che il Camerlengo ( che nel suo piccolo gli 80.000 contatti li ha superati) abbia fatto conoscere a diversa gente la lucidità critica di Davide Giacalone. L'uomo ha un grande avvenire dietro le spalle, essendo stato una giovane e brillante promessa dell'epoca d'oro del Partito Repubblicano, quella Spadoliniana, che vide il segretario del PRI divenire il primo capo del governo dell'Italia Repubblicana NON democristiano. Tengentopoli finì per sfiorare anche lui, che di Spadolini presidente del Consiglio era stato il responsabile della comunicazione. Ovviamente le accuse contro Giacalone sono cadute ma immagino che non fu un bel periodo della sua vita, così come quella di molti finiti nel tritacarne di quello che con molta retorica giustizialista fu definita l'età di "Mani Pulite".
Oggi Giacalone , che comunque si è occupato e si occupa di tante altre cose, forse motivato dalla sua origine siciliana ( anche se poi il suo lavoro lo ha spostato nel "continente") , si è candidato, per mero spirito civile, alle elezioni regionali siciliane. I sondaggi lo danno al 6/7 % che per uno che non è appoggiato da nessun potentato, è quasi miracoloso. Personalmente, se fossi siciliano, non avrei dubbi, e voterei per lui. Si parla di voto "utile" quando si contesta l'opportunità di dare il voto a persone che si reputano più che valide ma che "tanto non possono vincere". Il problema è che   in Sicilia, quelli che possono vincere sono tutti collusi col fallimentare governo Lombardo,  comunque non sono in grado , ciascuno, di ottenere la maggioranza, e soprattutto segnano una continuità assoluta e deprimente con il recente passato.
Allora mille volte meglio il voto "inutile". Che se poi diventassero tanti, magari così non sarebbe.
Intanto che partecipa alle elezioni in Sicilia, che dicono importanti anche in prospettiva di quelle nazionali, per vedere l'esito dell'alleanza PD - UDC , Giacalone continua a scrivere i suoi acuti articoli e io continuo a postarli.
Stavolta , a volo d'aquila, passa in rassegna l'avventura governativa berlusconiana. le promesse non mantenute , quelle che tornano a ripetersi con ormai nessuna credibilità , le cose effettivamente fatte.
Tra le cose interessanti che Giacalone evidenzia, il bacio della morte che Berlusconi cerca di appioppare a Renzi. "Ha le mie stesse idee". Musica per le orecchie dei bersaniani, molto meno per i fan di Renzi che, pur puntando al voto moderato, certo sanno che tutto serve meno che una simile benedizione.
Un errore del Berlusca ? Giammai. Un Renzi che vincesse le primarie del centro sinistra (cosa che io continuo a non credere possibile, quand'anche i sondaggi diano Renzi in forte crescita ) , sarebbe esiziale per il centro destra esistente (PDL o come si chiamerà) e per quello che vorrebbe nascere. Renzi prenderebbe molti voti moderati, e la sinistra PD (quella vendoliana forse non ce la farebbe ) lo voterebbe, magari turandosi il naso (esercizio che alla fine in tanti sono costretti a fare, sempre in nome del "voto utile" ovvio...).
Buona Lettura 

Berlusconi vs Renzi


Non è vero che Silvio Berlusconi promette la rivoluzione liberale e l’abbassamento delle tasse da diciotto anni. O, almeno, è vero, ma non è per quello che vinse le elezioni nel 1994. Allora la sua doppia alleanza, al nord con la Lega e al sud con Alleanza nazionale, prese una valanga di voti perché fu l’unico, della classe dirigente italiana, ad opporsi ad un disegno scellerato, che voleva consegnare agli appena ribattezzati comunisti, sconfitti dalla storia, il governo d’Italia e il potere legislativo. In combutta con la magistratura d’assalto. Quella fu la stagione del merito, per Berlusconi. Ma è finita da un pezzo.
Nel 2001 vinse nuovamente le elezioni e governò a lungo. Nel 2008 le ha vinte ancora, e ha governato per tre quarti della legislatura. Queste sono due esperienze fallimentari. Le stagioni in cui il programma annunciato è stato tradito, i sogni evocati sono svaniti. Nel corso di quegli anni qualche tassa è stata effettivamente cancellata, ma la pressione fiscale è cresciuta. Assieme a quella è cresciuta anche la spesa pubblica. L’esatto contrario di quel che era stato detto. Oggi Berlusconi torna sulla scena e dice: per uscire dalla crisi occorre far diminuire le tasse. E’ vero, ha ragione. Ma è anche un’affermazione priva di sugo, se non anticipata da una diminuzione della spesa e un dimagrimento dello Stato. Dov’è la ricetta per ottenere ciò ? Non che manchino, solo che non sono state abbracciate e praticate da lui e dal suo partito (anzi, in molte sedi locali il Pdl si distingue per il contrario).
Dice, sempre Berlusconi: si deve cancellare l’Imu. Ma è stato il suo governo a introdurla, sebbene escludendone la prima casa. Oggi si dovrebbe fare un ragionamento diverso: l’imposta sul patrimonio (tale è l’Imu) non è ingiusta in sé, ma occorre una seria riforma del catasto, in modo che i poveri non risultino più patrimonializzati dei ricchi, e occorre rendere deducibile la patrimoniale, altrimenti pago due volte: la prima volta sul reddito, vedendo tassati anche i soldi che darò allo Stato.
Siccome escludo che fra tanta gente che frequenta le stanze del Pdl non ce ne sia uno in grado di compitare riflessioni così semplici, è evidente che se si torna a battere tasti così logori, in modo così superficiale, e con il corale risultato di sentirsi dire che da diciotto anni si ripetono le medesime promesse, è segno che la riflessione politica è inchiodata al passato. E, intendiamoci, non è detto che non funzioni, dal punto di vista elettorale, dato che Berlusconi dirà, ancora una volta: volete lasciare il governo nelle mani di una sinistra così inaffidabile e divisa all’interno? In effetti, quella è la prospettiva. Ma crede, forse, che dalle sue parti le cose siano messe meglio, più omogenee e con idee più chiare? Se ha quest’impressione è giusto comunicarglielo: non ci crede nessuno.
Gli elettori potranno essere, ancora una volta, presi per paura o per avversità, ma all’indomani delle elezioni saremo punto e a capo, nell’incapacità di governare. Guardate quel che stanno combinando in Sicilia e terrorizzatevi: tre gruppi si contendono la vittoria, tutti e tre sono coinvolti nella gestione di Raffaele Lombardo, nessuno dei tre prenderà la maggioranza e tutti e tre sommati non prenderanno la metà dei voti dei siciliani. Ecco, di cosa sono capaci, i partiti di oggi. Nessuno escluso.
Per questo è necessario che le persone con un pizzico di cervello e un brandello di coraggio rompano l’incubo. Non è detto ci riescano subito, ma è sicuro che senza provarci si consegnano alla rovina, assieme agli altri. Matteo Renzi ci prova, ed è un merito. Credo che affermando “ha le nostre stesse idee” Berlusconi abbia cercato di azzopparlo. Perché se Renzi vince a sinistra viene giù anche la destra. Perché se si esce da questo gioco demenziale del contrapporsi al vuoto con il vuoto, del fronteggiarsi di coalizioni salsiccia, i cui ingredienti sono incompatibili fra di loro e utili solo a fregare gli avversari, se si rompe questo schema che ci fa precipitare allora la politica riacquista la sua dignità, riportandola anche all’Italia. Chi non lo capisce resterà sotto le macerie. Alcuni per la seconda volta in venti anni. E’ un record.

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