giovedì 22 novembre 2012

IERI ERA L'AMERICA, OGGI E' ISRAELE. LO STRABISMO EUROPEO NON GUARISCE MAI



Bernard Henry Levy fu uno dei  fondatori del movimento dei Nouveau Philosophe che in Francia alla fine degli anni 70, osarono mettere in discussione il dogma comunista, allora assolutamente egemone nel mondo della cultura francese , italiana e di mezza Europa. E' stato anche giornalista e ha seguito la guerra in vari paesi, come il Bangladesh. E' stato un fervente sostenitore della guerra contro Gheddafi (dicono anche che fu tra quanti spinsero Sarkozy ad agire, forzando un po' la mano alla Nato ) e coerentemente si è speso  per un intervento occidentale in Siria a far cessare il massacro quotidiano che avviene in quel paese (40.000 i morti, per lo più civili, dall'inizio della repressione di Assad per difendere il proprio regime ) .
Essendo stato uno che ha levato la voce a difesa delle vittime civili innocenti dei paesi arabi, ha ben diritto di parlare in difesa di Israele, mettendo qualche puntino sulle i, e rinfacciando alla solita Europa strabica il suo accendersi e indignarsi solo per i morti palestinesi.
Io ho scritto diverse cose su quanto sta accadendo nel medio oriente, e ho anche letto un bellissimo articolo sul Corriere di oggi, con la toccante testimonianza di uno scrittore ebreo che vive a Tel Aviv, Etgar  Karet , che riporterò in un altro post.
L'intemerata di BHL, come tutti lo chiamano e lo indicano in Francia, va letta a sé.


GUERRA E TERRORISMO
Hamas, un drappello di eroi per i soliti indignati d'Europa


Rimettiamo le cose in ordine. L'esercito israeliano Tsahal ha evacuato Gaza, unilateralmente, senza condizioni, nel 2005, su iniziativa di Ariel Sharon. Da allora, non c'è più presenza militare israeliana in questo territorio che, per la prima volta, è sotto controllo palestinese. Le persone che lo amministrano - e che, tra parentesi, non sono arrivate al potere attraverso le urne ma con la violenza e al termine (giugno 2007) di uno scontro sanguinoso con altri palestinesi durato parecchi mesi - non hanno ormai, con l'ex occupante, nemmeno l'ombra di un contenzioso territoriale, come quello per esempio che aveva l'Olp di Yasser Arafat.

Si poteva ritenere che le rivendicazioni di Arafat, e quelle di Mahmud Abbas oggi, fossero eccessive, o formulate male o in parte inaccettabili: almeno esistevano e lasciavano la possibilità di un accordo politico, di un compromesso. Mentre ora, con Hamas, prevale un odio nudo, senza parole né sfide negoziabili: solo una pioggia di razzi e missili sparati secondo una strategia che, avendo come unico fine la distruzione della «entità sionista», bisogna pur chiamare guerra totale.


Quando Israele si accorge infine di questo, quando i suoi dirigenti decidono di rompere il riserbo che per mesi li aveva portati ad accettare quello che nessun altro dirigente al mondo ha mai dovuto accettare; quando constatano, oltretutto nel terrore, che il ritmo dei bombardamenti è passato da una media di 700 lanci all'anno a quasi 200 in qualche giorno, e che l'Iran ha cominciato a consegnare ai suoi protetti i razzi Fajr-5 che possono colpire non più soltanto il Sud, ma il cuore stesso del Paese, fino ai sobborghi di Tel Aviv e Gerusalemme, e si decidono a reagire e a farlo con vigore, cosa crediamo che succeda?
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, che raramente abbiamo visto negli ultimi mesi così pronto a scattare, si riunisce con urgenza: non tuttavia per dibattere dell'eventuale sproporzione della legittima difesa israeliana, ma del suo principio stesso.

Il ministro degli Esteri britannico - al quale non auguriamo di vedere il Sud del suo Paese sotto il fuoco di una organizzazione che riprendesse il sentiero della guerra terroristica - avverte minaccioso lo Stato ebraico che, facendo il suo lavoro di proteggere i propri cittadini, perderà gli ultimi magri sostegni che egli ha la bontà di riconoscergli sulla scena internazionale. La responsabile della diplomazia europea, Catherine Ashton, comincia con lo sdoganare Hamas da attacchi che, secondo lei, sarebbero in parte fomentati da «altri gruppi armati» e - stimando nel più puro stile tartufesco che i torti siano da condividere fra gli estremisti dei due campi - si limita a deplorare una «escalation della violenza» in cui, come nella notte hegeliana, tutte le vacche diventano nere.

Il Partito comunista, in Francia, esige «sanzioni». I Verdi, che non si son quasi sentiti né sulla Siria né sulla Libia, né sulle centinaia di migliaia di morti delle guerre dimenticate in Africa o nel Caucaso, proclamano che «l'impunità di Israele deve finire». I manifestanti «pacifisti», che non si degnano di uscir di casa quando sono Gheddafi o Assad a uccidere, scendono in piazza: ma è per dire la loro solidarietà con l'unico partito che, in Palestina, rifiuta la soluzione dei due Stati, dunque la pace. E non parliamo degli esperti in complotti che in questa storia vogliono vedere solo la mano demoniaca di un Netanyahu felice di una nuova guerra che faciliterà la sua rielezione.

Non mi addentrerò in conteggi che dimostrerebbero a questa gente ignorante come tutti i sondaggi, prima della crisi, davano Netanyahu già vincitore. Non mi abbasserò a confidare a coloro che comunque ritengono Israele, qualsiasi cosa faccia, come l'eterno colpevole, i motivi che, se fossi israeliano, mi dissuaderebbero dal votare per la coalizione uscente. Cosa serve ricordare a tali piccoli furbi che, se c'è una manovra, una sola, all'origine dell'attuale tragedia, è quella di un establishment Hamas pronto a tutti gli eccessi e a tutte le fughe in avanti, e deciso, in realtà, a lottare fino all'ultima goccia di sangue dell'ultimo palestinese pur di non dover restituire il potere, e i relativi vantaggi, ai nemici giurati del Fatah?

Di fronte a questo concerto di cinismo e di malafede, di fronte al due pesi e due misure, secondo cui un morto arabo è degno di interesse solo se si può incriminare Israele; di fronte all'inversione dei valori che trasforma l'aggressore in aggredito e il terrorista in resistente; di fronte all'abile gioco di prestidigitazione che vede gli Indignati di ogni Paese «eroicizzare» una Nomenklatura brutale e corrotta, spietata con i deboli, le donne, le minoranze, e che arruola i propri bambini in battaglioni di piccoli schiavi inviati a scavare i tunnel attraverso cui transiteranno i traffici fruttuosi che la arricchiranno ancora di più; di fronte all'ignoranza crassa della natura reale di un movimento di cui i Protocolli dei saggi di Sion sono uno dei testi costitutivi, e di cui è capo Khaled Meshaal, che fino a poco tempo fa lo dirigeva da una confortevole villa di Damasco, c'è una sola parola: oscenità.

Bernard-Henri Lévy

4 commenti:

  1. Tu parli di odio (???) delle sinistre ... nate materialmente dopo la prima guerra mondiale del 14/18 ... in tutta Europa sotto varie forme e nomi.- Addebiti "odio" alle sinistre ... IRAN è delle sinistre.??? Egitto : la guerra dei sei giorni . E' delle sinsitre.???
    Sei solo un fomentatore di odio da pescare nel "Torbido".!!!

    Già che ci sei mi dovresti spiegare come mai l'imperatore TITO dell'impero Romano (era per te delle sinistre.???) dopo 60anni dalla nascita di Cristo per far cessare quanto oggi accade -dopo 2000 anni - cacciò gli Ebrei dalla Palestina . ... divennero Ebrei erranti .- Nacquerò i ghetti in tutta Europa. Meno in America . Naturalizzati. - Con l'ultina guerra nel 1947 . acquistato da re IRIS - quello che oggi si chiamma Isdraele. cominciarono da tutto il mondo il ritorno...dopo 2000anni.!!!
    Non si può negare che tra gli Ebrei delle menti eccelse hanno contribuito a migliorare la vita (a parte l'orrore della bomba atomica) Ne dirò uno solo: SABIN inventore della penicillina.!!!

    ((Poi c'è in mezzo la storia di CRISTO.!))
    C'è qualcosa che sfugge a tutto il mondo .!!!
    NON C'è PACE FRA GLI OLIVI DELLA PALESTINA ED EX PALESTINA.(ISDRAELE)

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  2. Non sono sicuro di aver compreso perfettamente. Che l'odio per gli ebrei, l'antisemitismo, non sia nato con le sinistre d'Europa è palese, e nessuno lo sostiene. Oltretutto la parola "odio" l'ho messa tra virgolette, per sottolineare l'avversione di quella parte politica nei confronti dello stato di Israele e il filo arabismo. Sono fatti. Così come la persecuzione contro gli ebrei ha tristemente caratterizzato i secoli, fino all'atrocità finora ineguagliata dell'Olocausto nazista.

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  3. Caro Stefano sono sempre io .-

    Dal suddetto - tutto quello che accade è stato addebitato alle Sinistre ...(nate dopo il 14/18) Ho configurato fatti ed esempi che non erano delle sinistre, ma quanto insito, inespiegabile nell'animo umano, contro gli Ebrei fin dall'Imperatore Romano Tito.-
    Addolora il vedere che dopo duemila anni hanno solo raffinato le armi per distruggersi a vicenda.!!!

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  4. Egregio Stefano ,
    Noi Toscani in particolare di origine Etrusca(è stati fatto esami del DNA); Non ci comprende nessuno. Non è una mia opinione , ma nei secoli lo riscontri nei vari scrittori.- venuti da tutto il mondo e "defunti" -

    Dovresti leggere "Maledetti Toscani" scritto da Curzio Malaparte.- (Per i Toscani "Maledetti" è un titolo di pregio!

    Non ho la pretesa di essere capito ... Noi abbiamo il dente avvelenato (specialmemnte contro i falsi ed i prepotenti i corrotti) Ho girato l'Italia credendo che fosserio meglio ... Purtroppo noi siamo oro.-

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