Si leggono e si sentono cose interessanti in questi giorni. Per esempio, non sappiamo più chi abbia voluto l'IMU, il Redditometro, l'IVA e così via. Misure che ci hanno salassato ben bene ma prive di genitori. Nell'anno che si è appena chiuso sono stati prelevati per tasse dagli immobili qualcosa come oltre 40 miliardi di Euro, a vario titolo. QUARANTA MILIARDI, no IRPEF, IRPEG, IRAP e IVA, vale a dire le imposte principali. No, tasse sulla casa. Com'è accaduto questo ? Monti ? No, lui le ha trovate. Berlusconi ? Le mie non erano così. Bersani , il probabile futuro Premier, non le ha messe, ma ha già detto che NON le toglierà.
L'Italia è un paese ad alta infedeltà fiscale però nelle casse dello Stato entrano fior di miliardi : quasi 412 nel 2011 e vedremo a marzo quanti ne saranno stati incassati nel 2012. 400 miliardi non sono pochi, e ne mancano , secondo il Fisco, 120 all'appello appunto per l'evasione. Peccato che la spesa pubblica sia stata, sempre nel 2011, pari a 800 miliardi (813 ) . DI questa , 75 miliardi sono interessi sul debito pubblico (sempre 2011) , che comunque vanno pagati. A occhio, anche recuperando tutta l'evasione ( una barzelletta ) mancherebbero all'appello 200 miliardi , oltre gli interessi. Come si fa ? Semplici , li chiediamo in prestito, aumentando il debito, che infatti nel 2012 ha sforato il tetto dei 2000 miliardi di euro. Il PIL del 2011 fu pari a 1.580.miliardi di euro, il debito arrivò a quasi 1.900. In altre parole, nell'anno montiano, nonostante tutte le tasse in più, e i relativi ricavi, il debito è aumentato di altri 100 miliardi e passa...
Negli ultimi anni le entrate fiscali sono sempre aumentate, fino al 2010 gli interessi sul debito non erano elevatissimi e nel 2011 sono esplosi col famoso spread, ora rientrato (sempre benedetto sia il nome tuo San Mario DRAGHI ! ) a livelli più umani. Quindi com'è che non si riesce a sanare i conti ? E come mai, anche se recuperassimo come per incanto l'evasione fiscale , riuscendo a farci dare i soldi anche dalla criminalità organizzata che gestisce un buon terzo di quella fetta, ancora saremmo costretti a indebitarci per andare pari ? Forse che spendiamo TROPPO ?
Parrebbe di sì. Eppure non è mai questa la risposta della sinistra, che dice che si deve migliorare nel settore degli sprechi, che qualche taglio forse si può fare....ma insomma sotto un certo livello di spesa un paese civile NON può andare. E se i soldi non ce l'ha "sto paese" ? SI prendono ai ricchi.
Dunque signori, che sia chiaro : con la sinistra al governo le tasse NON scenderanno, l'IMU nemmeno (forse saranno risparmiate alcune prime case , vedremo scelte come ) , l'IVA a luglio aumenterà, la TARES pure (e sarà una botta ! ) e il redditometro, che ora non piace a nessuno, resterà, che qualche soldo lo rastrellerà pure lui, magari solo grazie al terrore fiscale.
In più, ecco la patrimoniale, che Bersani conferma scatterà per i patrimoni superiori a 1,5 milioni di euro, costituiti da beni immobili ( ma vedrete che per arrivare al tetto verranno aggiunti anche le rendite finanziarie).
Come scritto pochi giorni fa, restano dei dubbi sui particolari - pure fondamentali - quali l'aliquota di tassazione (1% ? 1,5% ? ) e se la stessa andrà calcolato sulla plusvalenza (il valore OLTRE il milione e mezzo) oppure sull'intero.
Tutto questo senza prendere minimamente in considerazione : 1) che il welfare possa essere rivisto e ricalibrato, diminuendone i fruitori, almeno quelli gratuiti, 2) l'affidamento di alcuni settori oggi pubblici ai privati (come i trasporti. le strade e altri servizi ) 3) ripensare gli ammortizzatori sociali, che oggi così come sono non hanno nessun valore riqualificante per i lavoratori
Giustamente si obietterà : anche con Berlusconi le tasse non sono mai diminuite, e Tremonti, quanto a vessazione fiscale superò il pur indimenticabile Visco.
Tutto vero. Ed è per questo che facciamo nostra l'amarezza dell'articolo di Giacalone che mette in guardia dallo specchietto delle allodole del copioso arruolamento nelle varie liste di personaggi della società civile.
L'ultimo governo ha ampiamente dimostrato che essere dei buoni professori ed accademici non è garanzia di buone riforme. Per tutti, l'esempio del ministro Fornero, per non parlare dell'impalpabilità di Passera. E pochi ministri sono stati più inadatti della Severino e di Terzi.
In realtà, del governo Monti ci è piaciuta solo la Cancellieri. Ma deve essere un ministero fortunato quello degli Interni, perché chi ci va, non fa male. Probabilmente perché lì la l'organizzazione preesistente è migliore degli altri.
Senza contare le grandi responsabilità che molta di questa "società civile" ha per il perdurare dei nostri problemi. Perché a parole siamo bravi, a farci gli interessi nostri, MOLTO di più.
Buona Lettura
Liste e alleanze
Liste e schieramenti prendono
corpo. La prima reazione è un qual certo movimento di corpo. Ciò che si
dispiega davanti ai nostri occhi non è un futuro che scalcia per nascere, ma un
passato che s’aggrappa per non morire. Sia nelle modalità selettive (si fa per
dire) che nelle sommatorie di coalizione, questa è una storia che doveva essere
finita nel 2006, con il pareggio senatoriale di allora. Romano Prodi fece il
matto, la sinistra si prese tutto, così innescando la molla che, nel 2008,
portò una valanga di voti alla destra. Questa, a sua volta, nel 2009 s’era già
sfasciata, ma Silvio Berlusconi s’abbandonò a mattane e tirò avanti, fino a
quando non fecero esercitazioni di tiro, usandolo come bersaglio. Nel 2013
siano ai secondi supplementari, in uno stato di decomposizione crescente.
Prendete le persone in lista.
Che desolazione. Il più pulito è un candidato inutile, il più utile è un
candidato zozzo. La politica ha bisogno di professionalità e professionisti, è
mestiere complicato, consistente nel creare consenso e nell’operare modifiche
all’esistente, tenuto conto delle forze in campo. L’esperienza del governo
Monti è illuminante: diversi componenti di quell’esecutivo sono persone di
livello e a posto, ma pessimi ministri, gente animata da smisurata spocchia
moralistica, che ha veramente supposto di potere comandare, con ciò dimostrando
di non sapere neanche dove erano capitati. I ministri arrivati da altro
mestiere sono stati circondati e isolati dalla burocrazia, complice la loro
supponente ignoranza e la loro comprovata incapacità. Non basta, per smettere?
No, anzi, le liste fanno a gara nel dire: abbiamo tanti cadidati della società
civile. Che non vuol dire nulla.
La società civile è quella
che ha votato questa classe politica. E’ anche quella che chiede
raccomandazioni e appoggi. Nella società civile ci sono anche gli scrittori che
compitano contro il governo tecnico e si candidano nelle liste con il nome di
Monti. Della società civile sono espressione i professori universitari, il cui
lavoro è così pregevole da portare le università italiane sotto il primo
centinaio, nella graduatoria mondiale della qualità. Atenei dove la famiglia
conta più del merito. Ma chi prendiamo in giro? Se la società civile fosse
davvero civile questa falsa classe dirigente sarebbe già stata spazzata via e
sostituita. Invece quei candidati la integreranno. All’opposto, invece, i
civili delle civiche se la prendono con chi fa politica, laddove, lo ripeto, è
di professionalità che c’è bisogno, anche in questo settore.
Il guaio è che, da anni, si
fanno fuori i professionisti e si salvano i mestieranti. La presunzione
poliglotta del prof. Monti accetta l’umiliazione dialettale dell’alleanza con
Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. La furia vendicatrice di Berlusconi
si squaglia ai piedi del trasformismo tropicale di Raffaele Lombardo. La voglia
governativa di Pier Luigi Bersani s’inchina all’antagonismo manovriero di Nichi
Vendola. Perché lo fanno? Semplice: ciascuno di loro può invocare il realismo,
la voglia di vincere, la necessità di aggrumare le forze che consentano di
prevalere o, quanto meno, di evitare che altri prevalgano. Ciascuno di loro sta
giocando i supplementari di una partita che nel 2006 aveva già esaurito ogni
interesse e forza.
Le urne sono ancora lontane,
sebbene prossime. Le previsioni sui risultati di lista sono azzardi. Ma
azzardo: ci si troveranno più voti berlusconiani di quel che si crede, si
conteranno più schede grilline di quel che si teme, le schede montiane non
saranno montate, quelle sinistre vinceranno la tappa, ma non sapranno metterci
una toppa. Il primo marzo avremo tutto questo alle spalle, con davanti problemi
economici che non si piegheranno certo alle stupidaggini che oggi si sentono. E
avremo un sistema istituzionale diroccato, ma obbligato a scegliere un nuovo
perno, un nuovo uomo del Colle. Non so quanto durerà quella legislatura. Tutti
dicono poco, io suppongo che nessuno degli eletti voglia tornare a casa, quindi
durerà più di quel che può. Il fatto è che non può niente. Ed è questo il
problema.
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