In un asilo, a Roma, la direzione decide di "abolire" la festa del papà, che come molti sanno (un tempo tutti), si festeggia il 19 marzo. La motivazione è che nella scuola c'è un bimbo che il papà non ce l'ha, ma in compenso ha due mamme...
Premessa necessaria. Io sono un papà per sbaglio ( di "altri" peraltro) e della festa del papà non me ne frega nulla. Quando ero figlio, era un incubo se me ne dimenticavo perché mio padre invece ci teneva tanto, regalo (un pensiero a dire la verità bastava) compreso. Da grande, avevo in mia zia o mia sorella preziose segretarie che mi ricordavano l'evento in modo da non incorrere nella delusione (irritata) del genitore.
Però questo vale per me. Non per la stragrande maggioranza degli italiani , delle famiglie, dei papà.
Si tratta di tradizioni, di piccole celebrazioni che fanno parte della nostra storia e che non hanno mai fatto male a nessuno. Ho letto persone che hanno scritto che questa festa in fondo è punitiva per gli orfani, per coloro che il padre non ce l'hanno perché se n'è andato, o perché la separazione/divorzio sono conflittuali e traumatici per cui non c'è il clima familiare giusto. Tutte cose che accadono, certo.
E quindi ? Non è che se si abolisce la festa del papà , che piace al restante 80% delle famiglie che fortunatamente questi problemi non li hanno ( separati e divorziati ce ne sono sempre di più, ma per fortuna i conflitti del tipo descritto sono sufficientemente rari...anche se l'affido congiunto tende ad aumentarli ) , quei bambini avranno risolto il loro problema, in compenso si sarà tolto qualcosa agli altri.
Delle due l'una, o ho ragione io, che assisto basito alla divinizzazione dei bambini, a parole e con comportamenti superficiali e astratti come questi (perché poi la realtà e l'efficacia delle tutele, nei casi VERI e IMPORTANTI, è assolutamente mediocre, per usare un termine domenicale) , e che credo che un bambino (come dimostrano quelli che non vivono nel ricco e viziato occidente ) abbia più risorse e forze per reagire all'avversità, se gli si consente di farlo...oppure hanno ragione questi cultori di una società a misura di bimbo, da proteggere da ogni possibile trauma, anche solo meramente potenziale.
Nel secondo caso però mi pare ci sia un problema : la vita NON è come la vogliamo noi. Gli altri non sono come vogliamo noi. E quindi questi pargoli, presto o tardi, dovranno affrontare un mondo dove non avranno il sindacato genitoriale e/o di insegnanti e pedagoghi "montessoriani" (solo per fare un esempio) a difenderli, e dovranno fare da SOLI. Da quello che vedo, non mi sembra con grandi risorse emotive.
Insomma qui da un po' si assiste alla dittatura delle "minoranze"...E quindi gli atei e gli appartenenti ad altre religioni che non vogliono il presepe nelle scuole, ora i genitori omosessuali che chiedono l'abolizione all'asilo della festa della mamma e del papà...
Queste persone non si rendono conto che così facendo si attirano l'ostilità anche di gente come me che personalmente non sono un credente fervente (anzi, temo di essere al più un agnostico) , e sostenitore assoluto della libertà individuale con il solo limite della libertà altrui...?
Però credo anche che esistono le tradizioni di un paese, le sue usanze, che favoriscono identità e comunanza, e soprattutto che, fatti salvi i principi fondamentali (per intenderci, quelli giuridicamente stabiliti nella Carta Costituzionale di una Nazione), vada rispettato il principio di maggioranza.
Nel caso di specie la sensibilità di pochi vuole prevalere su quella dei più.
E questo non va bene
ROMA - MUNICIPIO II. L'ASSESSORE COMUNALE: NON È EDUCATIVO.
Il bambino ha due mamme:
l'asilo annulla la festa del papà
L'iniziativa in una scuola materna
della Capitale: per non turbare un
alunno con due madri.
Protestano altri genitori
ROMA - Il 19 marzo è la festa del Papà e in molte scuole italiane si celebra la ricorrenza che nel nostro Paese, di tradizione cattolica, coincide con San Giuseppe, padre putativo di Gesù e archetipo del papà e del marito devoto. Ma cosa succede se un bambino è figlio di genitori omosessuali e ha, per esempio due mamme? In una scuola materna di Roma il problema è stato risolto, dopo aver sentito una psicologa, cancellando la festa del papà e optando per una generica festa della famiglia. Ed è scoppiato il putiferio.
(Jpeg)
Un folto gruppo di genitoriha inoltrato una formale protesta al Municipio II, di competenza per l'istituto, e l'assessore municipale gli ha dato ragione: «Mi sento di condividere il disappunto di queste famiglie - ha commentato Gloria Pasquali assessore municipale alle Politiche educative -, non si tratta di discriminare qualcuno ma credo che non sia corretto cambiare così il calendario delle attività scolastiche e che non sia nemmeno educativo per chi non ha il papà». Della stessa opinione anche Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio: «Quello che ci sta a cuore - ha detto - non è la polemica fine a se stessa, ma il bene del bambino in questione. Quanti altri bambini in Italia vivono senza avere accanto i propri genitori? Penso ai bambini orfani ad esempio o a molti figli di genitori separati, anche per loro bisognerebbe non vivere questa festa? E dopo? Cancelliamo anche la festa della Mamma per tutti i casi inversi?».
Eppure quelle di Ciccarelli sono le stesse argomentazioni adottate dalla famiglie omogenitoriali per sostenere la tesi opposta: «Siamo scioccati - ha detto Tommaso Giartosio, padre, insieme al suo compagno di due bambini -, di casi come questi ce ne sono stati altri in Italia ma a volte la cosa si risolve con il buon senso. Perché dobbiamo tenere questi totem della festa del papà e della festa della mamma? E chi ha i genitori divorziati? E chi ne ha perso uno? Se hai un bambino nero in classe non fai la festa della razza bianca».
(Jpeg)
Giuseppina La Delfa,presidente delle Famiglie Arcobaleno e madre, insieme alla sua compagna, di due bambine, descrive la situazione paradossale in cui si possono trovare i piccoli: «Noi genitori omosessuali - dice al Corriere - siamo madri o padri e non abbiamo nessuna preclusione a festeggiare i papà e le mamme, le nonne e i nonni. Anzi, siamo favorevoli. Ma il problema si pone quando una maestra fa recitare la poesia: "Quanto è bello il mio papà" a un bimbo che ha due mamme». La Delfa racconta che, sempre in una scuola romana, a Francesca, mamma con la compagna di 2 bimbe, è stato risposto: «Se un bambino avesse appena perso il padre si dovrebbe festeggiare la festa del papà lo stesso perché è tradizione e non è giusto che gli altri ci rimettano».L'imbarazzo si può creare anche in altri casi. Sono molte le famiglie adottive che hanno dovuto improvvisare un disegno alla bell'è meglio quando la maestra agli alunni aveva chiesto di portare a scuola una fotografia di quando erano appena nati. E qui sta alla sensibilità delle singole educatrici o dei singoli educatori risolvere la questione.
La polemica però non finisce di sicuro qui. Ieri fioccavano le dichiarazioni di Fratelli d'Italia, il movimento nato a destra del Pdl, in cui si gridava alla strumentalizzazione della vicenda per «affermare che esistono altre forme di famiglia differenti dall'unione stabile fra uomo e donna». Eppure esistono se i loro figli vanno a scuola.
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