lunedì 4 marzo 2013

RUBY : AD ARCORE PROSTITUZIONE SOFISTICATA

Nel leggere il lungo articolo dedicato dal Corriere alla prima parte della requisitoria della pubblica accusa nel processo Ruby, in cui Berlusconi è accusato di concussione (aver esercitato indebite pressioni su funzionari della Questura milanese per far rilasciare la ragazza nelle mani della Minetti anziché affidata come minorenne ad una Casa Famiglia o similare) e sfruttamento delle prostituzione minorile (sempre per il fatto che Ruby era minorenne), mi è venuto in mente il processo subito da Strauss Kahn in Francia, nel quale l'ex importante uomo della politica e della finanza francese è a sua volta accusato di essere un socio occulto di una casa per appuntamenti di lusso. Nel difendersi nel processo in questione, Strauss Kahn ha risposto a chi lo accusava di ritenersi un uomo adulto, libero di incontrarsi nel tempo libero con chi voleva per fare ciò che voleva, dal momento che questa libertà non nuoce agli altri. "Rivendico il diritto di essere un libertino, che può non essere apprezzato ma non è reato" (chi vuole, può leggere qui il post http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/strauus-kahn-il-diritto-di-essere-un.html ).
Sulla vicenda Ruby abbiamo già scritto tante volte la nostra posizione : se c'è un processo che dimostra la malafede della magistratura milanese contro Berlusconi è QUESTO.
Per un reato da buoncostume è stata mobilitata la crema della procura meneghina, con Ilda Boccassini in testa, vale a dire un procuratore della Repubblica che ha fatto importanti processi di mafia e terrorismo e ora si mette a spiare dal buco della serratura delle case private. 
Per dimostrare cosa facesse Berlusconi a casa sua, sono state registrate migliaia di ore di telefonate, sputtanate pubblicamente puttane private (alcune, per questo, si sono costituite anche parti civili....pensa tu ).
Per difendere la povera Ruby da se stessa, si è sottolineato il suo avere, all'epoca dei fatti, 17 anni e mezzo, quindi, per sei mesi, non ancora maggiorenne.
Ora non sono in molti a sapere che in Italia la "maturità" sessuale si raggiunge a 14 anni, cioè dopo questa età il consenso ad avere un rapporto sessuale viene considerato valido con eccezione di determinate situazioni, dove il ruolo dell'altro (genitore adottivo, convivente del genitore, tutore del minore....) viene considerato condizionante. Tra i 16 e i 18 la libertà è pressoché assoluta. In altre parole, se una sedicenne decide di andare con l'ex compagno di scuola del nonno prediletto, lo può tranquillamente fare.
Nel caso di Berlusconi  però siamo nell'ipotesi in cui questo consenso sia stato comprato con denaro e/o altro, e allora non vale. 
Ci sarebbe una scriminante, che è data dall'ipotesi che l'ignoranza della minore età si possa considerare inevitabile....Però non so in quali casi gli ermellini considerino che ciò avvenga. Immagino che sia troppo semplice l'impossibilità determinata dall'evidenza fisica. Forse l'esibizione di un documento falso ? Vado con una prostituta giovane e siccome non mi posso fidare dell'apparente maggiore età (chi, dalle foto del tempo, darebbe a Ruby rubacuori meno di 20 anni ??) gli chiedo gentilmente di fornirmi la carta d'identità...Sì, sicuramente funziona così...
La difesa di Berlusconi ovviamente non si basa sulle mie ironiche osservazioni ma sulla mancanza di prova che ci sia stato alcun rapporto sessuale tra il Cavaliere e la ragazza.
Tutto il resto, descritto per ore dal Dr. Sangermano, il Bunga Bunga, le ragazze semisvestite (anche quelle del burlesque lo sono, notoriamente), il denaro elargito alle ospiti, non appartengono ai capi d'imputazione ma al processo mediatico che è quello che veramente, fin dall'inizio, contava.
Le donne che frequentavano Palazzo Grazioli o Arcore NON sono povere ragazze vittime della fame e della povertà, e tanto meno schiave di gang criminali.
Sono giovani ragazze che hanno deciso di puntare sulla propria bellezza per vivere una vita di lussi. 
Scelte. Personalmente, non me ne importa nulla, ancorché le mie simpatie vadano a quelle che studiano per farsi avanti, altri le condanneranno.
Ma un processo penale imbastito sul moralismo....Francamente non saprei dire se è peggiore una procura che abbi agito in mala fede (come penso) oppure veramente pensando che era la MORALE la vittima da salvare... 
Questo il servizio di cronaca sul Corriere On Line



IL PM DEI MINORI FIORILLO: «NESSUN MAGISTRATO AVREBBE CONSEGNATO LA MINORE ALLA MINETTI»

Ruby, la requisitoria del pm: «Ad Arcore
un collaudato sistema prostitutivo»

Sangermano: Nicole Minetti «intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione»

Il pm Antonio Sangermano si prepara per la requisitoria (Ansa)Il pm Antonio Sangermano si prepara per la requisitoria (Ansa)
MILANO - Non cene eleganti, né spettacoli di burlesque, ma un «collaudato sistema prostitutivo» di cui Ruby era «parte integrante», un «mercimonio sessuale», in cui «non si può non sottolineare la macroscopica anomalia dell'imputato che ha iniziato a remunerare i testimoni a suo carico con 2500 euro mensili». Così il pm Antonio Sangermano ha iniziato la sua requisitoria contro Silvio Berlusconi, imputato nel processo sul caso Ruby. L'accusa è certa di poter dimostrare il «nesso tra ciò che avveniva ad Arcore e ciò che avvenne in Questura la sera del 27 maggio 2010», quando Ruby fu fermata e identificata. Un nesso che ha portato all'imputazione dell'ex premier per concussione e prostituzione minorile. La requisitoria verrà conclusa nella prossima udienza dell'8 marzo: in quella data il procuratore aggiunto, Ilda Boccassini, chiederà la pena per Silvio Berlusconi.
TESTIMONI «BALBETTANTI» - Il pm nella sua discussione ha messo in contrapposizione le deposizioni delle ragazze ospiti ad Arcore e che hanno «ammesso» quanto sarebbe accaduto, con le testimonianze delle altre, quelle che ricevono i bonifici: «Ci sono le balbettanti giustificazioni di alcuni di questi testimoni che contrastano con chi ha ammesso e ricostruito onestamente i fatti». Tra le testimonianze ritenute cruciali dal pm Antonio c'è quella di Melania Tumini, portata ad Arcore dall'amica d'infanzia Nicole Minetti, che ha raccontato di ragazze che scoprivano i seni e di altri atteggiamenti di natura sessuale. «Tumini smentisce in maniera drammatica e insuperabile altre testimonianze che parlano di burlesque» e «fornisce una rappresentazione plastica del sistema». «Alla fine - aggiunge il pm - accetta da Berlusconi un disco di Apicella e duemila euro per l'imbarazzo e la volontà di non offendere il padrone di casa».
Karima El Marough, alias Ruby (Newpress)Karima El Marough, alias Ruby (Newpress)
TRE FASI - Secondo la ricostruzione del pm Sangermano nella requisitoria, nelle serate nella villa di Berlusconi ad Arcore c'erano tre fasi: «La cena, che talora vedeva già  contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze. Il bunga bunga, che non è un'invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica. E la terza fase in cui alcune ospiti s'intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro». Il pm ha parlato di «ansia delle ragazze per restare a dormire ad Arcore»: una «competizione che emerge dalle intercettazioni».
KARIMA - Quanto al ruolo dell'allora minorenne Karima El Marough, detta Ruby, «era parte integrante del sistema e come tale veniva retribuita in modo sproporzionato rispetto alle fedelissime che per questo si lamentavano», ha riferito il pm, facendo riferimento ad una intercettazione del 18 ottobre 2010 in cui Nicole Minetti e Marystell Polanco commentavano in compensi ricevuti per una serata e si lamentavano che la giovane marocchina avesse avuto una busta con molto più denaro di loro e di altre fedelissime come Barbara Faggioli.
MINETTI - Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come «protagonista attiva delle serate di Arcore» e «che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell'ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi» e «svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l'attività di intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione». Minetti «gestiva direttamente le abitazioni di via Olgettina per remunerare sistematicamente le ragazze che si prostituivano» nelle serate organizzate dal Cavaliere e della gestione degli appartamenti riferiva a Silvio Berlusconi, come è emerso da alcuni sms intercettati tra l'ex consigliera regionale e il Cavaliere. «La signora Minetti - ha aggiunto il pm - aveva perfetta consapevolezza della natura illecita delle azioni che compiva nell'interesse dell'imputato», del fatto che favorisse la prostituzione e che Ruby fosse minorenne.
«Disposi per Karima l'affido a una comunità»
MERCIFICAZIONE - «Non siamo di fronte alla prostituzione di strada, ma di fronte a un sistema più sofisticato ma non meno lesivo della dignità della donna, attraverso la mercificazione del corpo», ha sostenuto il pm Sangermano. Secondo il magistrato Lele Mora, ex agente di spettacolo, e l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede lucravano su questo sistema prostitutivo che ruotava intorno alle serate a Villa San Martino ad Arcore, residenza dell'ex premier. «Mora e Fede sapevano quale era l'effettivo tenore delle serate e si adoperavano per immettervi nuove ragazze», ha aggiunto il magistrato, sostenendo che i due non solo sapevano delle serate perché le «organizzavano» ma perché spesso «vi partecipavano». Per il pm, partecipare alle serate a Villa San Martino ad Arcore poteva permettere a qualcuno di restare «alla guida di un importante telegiornale», mentre ad altre apriva «prospettive di inserimento professionale e anche politico».
Il magistrato Annamaria Fiorillo (Fotogramma)Il magistrato Annamaria Fiorillo (Fotogramma)
LA NOTTE IN QUESTURA - In mattinata, in aula è stata sentita come testimone Annamaria Fiorillo, il magistrato del tribunale dei minori che la sera tra il 27 e il 28 maggio 2010 si occupò dell'affidamento della giovane marocchina, fermata dalla polizia per un furto e portata in Questura per essere identificata. «Nessun magistrato degno di questo nome avrebbe affidato la minorenne Ruby alla consigliera Minetti e non a una comunità», ha riferito Fiorillo. Il pm ha spiegato che nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando la minorenne venne portata in Questura, al commissario di polizia che le aveva riferito che la giovane marocchina era nipote di Mubarak fece notare: «Tutt'al più è figlia del re del Marocco». Il pm ha spiegato che quella notte nessuno le disse della telefonata di Berlusconi, ma si presentò soltanto Nicole Minetti dicendo che la ragazza era nipote dell'ex rais. Per il pm quella con il commissario di polizia Giorgia Iafrate, alla quale aveva dato indicazioni di affidare la minore a una comunità, fu «una telefonata indimenticabile, perché non è mai successo che dall'altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi». «Ho sempre mantenuto ferma la mia posizione e cioè che la ragazza venisse affidata ad una comunità», ha aggiunto la pm, ricordando le quattro telefonate ricevute nell'ormai nota notte in cui la minorenne venne trattenuta in Questura e poi affidata a Nicole Minetti, ha ribadito di aver dato disposizioni di «metterla in comunità» per il sospetto che «svolgesse attività di prostituzione».
La pm dei minori Fiorillo in aula al processo
Corriere tv
GHEDINI - «Oggi si è parlato di un processo mediatico e non giudiziario, e di una vicenda ricostruita con frammenti di testimonianze smentita da decine e decine di testi», è stato il commento di Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi. «È una ricostruzione squisitamente di parte - ha detto il legale - che pare confezionata per giustificare indagini e intercettazioni e per dare conto a un'inchiesta che ha portato ad investigare su queste cene». Per il legale, la requisitoria «nulla c'entra con i capi di imputazione, perché non si è parlato della telefonata in Questura né di atti sessuali con Ruby, né di soldi dati a Ruby». Sui bonifici da 2500 euro al mese, Ghedini ha affermato: «È peculiare che una persona non possa continuare a dare aiuti economici a persone diventate poi testimoni. Aiuti dati alla luce del sole ancor prima. Non c'è nulla di segreto in tutto ciò - ha proseguito il legale - è una cosa già nota in Questura da un paio d'anni».


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