giovedì 11 aprile 2013

JUVE, NIENTE REMUNTADA : QUANDO L'ANIMA NON BASTA


Mi sembra assai lucida e pacata l'analisi di Massimo De Luca sul Corriere della Sera che commenta l'eliminazione della Juventus contro il Bayern di Monaco. Non credo fossero molti quelli che credessero alla "remuntada" , che in genere è impresa della squadra più forte che è incappata in una partita d'andata storta (come il Barcellona a Milano, per capirci...). Quando, come in questo caso, devi recuperare una sconfitta severa (il 2-0, senza gol in trasferta, è tra i peggiori ...perché basta che ne prendi uno in casa che ne devi fare 4...) contro una squadra tecnicamente più forte e atleticamente non inferiore, come si fa ?
E infatti NON si fa. La Juventus ha giocato meglio rispetto alla prima partita, giocandosela quasi (sottolineo "quasi" ) alla pari coi forti tedeschi, ma alla fine ha perso con lo stesso risultato , e Buffon stavolta non ha colpe, anzi. Bello che i tifosi juventini allo Stadium abbiano applaudito convinti i giocatori, ringraziandoli per una Champions ritrovata e condotta con grandissima dignità. Sotto il podio delle prime (Real, Barcellona e Bayern, ma mettiamoci sicuramente anche il Manchester United e il PSG, altra squadra zeppa di stelle), la Juventus c'è. Quindi il suo posto tra le prime otto d'Europa è meritato. Per salire tra le semifinaliste del prestigioso trofeo, sappiamo cosa ci vorrebbe. Ma sappiamo pure che i tempi sono grami. Oddio, lo sarebbero pure per la Spagna...e non è che in Francia...Però intanto questo è, e rassegnarsi conviene.
Intanto non perdiamo di vista la metà piena del bicchiere : bastano 12 punti per essere biscampioni d'Italia, e senza la chimera della Coppa a togliere energie e concentrazione, sono francamente fiducioso che se la remuntada non l'abbiamo fatta, nemmeno la subiremo.
Buona Lettura



APR
10

Quando l’anima non basta





Tutto quello che aveva, la Juventus l’ha messo in campo. Ma il problema, in fondo semplice, sottolineato già dalla partita di andata, è  che il tutto della Juve non basta contro il Bayern. Ci hanno provato con tutte le loro forze i bianconeri mettendoci l’anima e tutto il resto, anche per dar soddisfazione a uno stadio bellissimo, che aveva provato a sospingerli verso l’impresa impossibile. Ma quando il rapporto di forze e’ cosi  sbilanciato, sia pure a livello molto alto, il cuore non può farti arrivare la’ dove le forze e la tecnica non riescono ad arrampicarsi.
Era una vera e propria scalata, ma di quinto grado, quella che la Juve aveva davanti e, fin dalle prime battute, il pressing alto dei tedeschi, portato fino alle soglie dell’area di Buffon, aveva fatto capire tutto. Il Bayern di questi anni non e’ squadra da appoggiarsi al risultato dell’andata, per quanto confortevole come il 2-0 di Monaco, persino riduttivo rispetto alla superiorità  dimostrata. E come sia finita s’e’ visto. Purtroppo la Juve ha finito con l’offrire anche una bella mano agli avversari, facendo bene molte cose, ma non i movimenti negli ultimi 20 metri, quelli dove nasce la maggior parte dei gol.
Centottanta minuti, zero gol segnati. Sara’ ormai scontato, e quindi perfino banale, ma alla fine il dato più significativo e’ questo. All’ andata Vucinic ha potuto giocare solo pochi minuti, al ritorno e’ stato in campo dall’inizio. E’ considerato il solo inamovibile dell’ attacco ma, nei fatti, non e’ cambiato niente. A impensierire Neuer sono stati una punizione di Pirlo e una bella girata sul palo di Quagliarella. Stop. Si ritorna sempre allo stesso punto: il vero goleador non c’e’ e la famosa cooperativa del gol, che in campionato, a gioco lungo, risolve il problema, sulla distanza del singolo confronto non basta. La Champions e’ piu’ dura, dopo i gironi eliminatorii il livello s’impenna e, al momento dell’eliminazione diretta, servono  i tiratori scelti, che sfruttino le non molte occasioni; senza di loro, la disciplina, la dedizione e lo spirito di corpo del resto della pattuglia non bastano piu’. Il pubblico l’ha capito, ha giustamente ringraziato i suoi, nonostante la sconfitta. Lo meritavano,  perché hanno spinto l’avventura del ritorno in Champions fin dove e’ stato possibile.  In semifinale, visto il livello delle qualificate, con qualche perplessità solo sul Borussia, scatta, per questa Juve il livello d’incompetenza. Per superarlo, occorre attrezzarsi ancora un po’ meglio. Ma intanto, complimenti. Conte e la squadra li meritano in pieno.

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