martedì 2 aprile 2013

STRASBURGO CONFERMA LEGITTIMITA' DEL NUMERO CHIUSO


Buone notizie dalla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, la stessa che ha più volte condannato l'Italia prima per l'eccessiva durata dei processi e recentemente per lo stato di inaccettabile disagio dei detenuti carcerari causa sovraffollamento delle strutture (oltre che la vetustà e crescente inefficienza delle stesse).
Stavolta il nostro Paese se l'è cavata, e la domanda di condanna, proposta da otto giovanotti italiani che affermavano come il numero chiuso violasse il diritto allo studio, è stata rigettata.
Questa Corte mi piace sempre di più.
Bene, speriamo che questa felice pronuncia sia propedeutica all'introduzione di analoga misura - il numero chiuso - in altre facoltà, e segnatamente in quelle di materia letteraria e giuridica. Sappiamo benissimo come il nostro paese strabocchi di insegnanti precari senza cattedra (per il semplice fatto che sono TROPPI ) e che altrettanto accade nel mondo degli avvocati. Premetto che non parlo per interesse personale, non più. Faccio l'avvocato da quasi 27 anni. Non intendo invecchiare nella aule di Tribunale, dove peraltro già metto pochissime volte piede, sostituito in udienza più spesso da una valente e più entusiasta collega, e non ho davanti a me che un lustro, poco più, di attività. Quindi il mio percorso l'ho per gran parte fatto e presto libererò il posto.
Mi ritengo quindi obiettivo dicendo che il grande numero degli avvocati è una concausa dei mali della giustizia, alimentando il contenzioso e riducendo la qualità della preparazione.
Il numero chiuso, così com'è avvenuto in medicina, in pochi anni costituirebbe una buona contromisura a questi due aspetti. Partiamo dal sovrannumero, con oltre 200.000 legali iscritti !!!, laddove la Germania (dove gli avvocati fanno anche i notai ) , che è al secondo posto in Europa, ne ha 50.000 in meno, uguale la Spagna mentre in Francia , al quarto posto, si scende a 50.000 in totale !!
La diga da noi si ruppe nei malefici anni 70, quando le porte di giurisprudenza, prima riservate ai maturati del liceo classico, si aprirono a tutti. Poteva anche essere giusto abolire l'esclusione degli altri diplomati ma bisognava introdurre un esame di selezione d'ingresso.
Del resto, in tutti i maggiori paesi europei (tranne la Spagna, verso la quale vengono infatti organizzati i nuovi "viaggi della speranza" che  prima avevano come destinazione la Calabria ) le selezioni d'accesso sono severe e anche costose.
Da noi la liberalizzazione è nei FATTI, e anche i risultati.
SI obietta....ma questi poracci dove altro potrebbero andare, con la disoccupazione che c'è in giro ? Pur restando ai margini della professione, in micro studi artigianali oppure arruolandosi in studi grandi con una sorta di stipendio, almeno un reddito lo rimediano.
Sarebbe giusto, se non ci fossero le altre controindicazioni : livello qualitativo basso, e incoraggiamento alla lite alto. E l'esperimento della mediazione, che pure non era (è) una cattiva soluzione deflazionistica delle cause, mi sembra stia fallendo miseramente.
Quindi ben venga la sentenza della Corte di Strasburgo e speriamo incoraggi l'estensione del numero chiuso ad altre facoltà.
Non si lede il diritto allo studio, semmai si contrasta il vezzo delle illusioni dannose.
Ecco la notizia, riportata sul sito della Stampa on line




Università, Strasburgo: “Il numero
chiuso non viola il diritto allo studio”


In totale le domande presentate in tutte le 41 università italiane nel 2012 sono circa 97 mila, poco meno dei 98 mila dello scorso anno (-0.9%)

La sentenza della Corte europea
dopo il ricorso di otto italiani che
non erano riusciti ad accedere alle
facoltà di Medicina e Odontoiatria
Il numero chiuso che in Italia regola l’accesso a determinate facoltà non viola il diritto allo studio. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani nella sentenza emessa oggi nei confronti dell’Italia. 

Secondo i giudici, che per la prima volta si sono trovati a dover stabilire se il numero chiuso è compatibile con il rispetto al diritto allo studio sancito dalla convenzione europea dei diritti umani, la soluzione trovata dal legislatore italiano per regolare l’accesso all’università è ragionevole. 
Per di più i giudici hanno rilevato che tale soluzione non eccede l’ampio margine di discrezione che gli Stati hanno in questo ambito. 

A presentare il ricorso a Strasburgo erano stati 8 cittadini italiani. Una di loro ha fallito per 3 volte l’esame per accedere alla facoltà di medicina di Palermo. Altri 6 ricorrenti non hanno superato quello per entrare ad odontoiatria nonostante l’esperienza professionale acquisita come tecnici odontoiatrici o igienisti. L’ottavo ricorrente invece pur avendo passato l’esame è stato escluso dalla facoltà di odontoiatria dopo 8 anni che non dava esami.  

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