La crema della procura milanese per un processo relativo alla Legge Merlin, alle case chiuse. Il procuratore Sangermano ci ha tenuto a dirlo nella sua requisitoria..."non siamo degli spioni" "non ci impicciamo delle faccende private dei cittadini " la notizia di reato c'era , avevano avuto la notizia (come, da chi ? ) che c'era una minorenne che se ne andava in giro per Milano con un sacco di soldi, che frequentava alberghi di lusso ...DOVEVANO intervenire.....
Mah...a parte che mi torna sempre in mente il saggio detto "excusatio non petita...." , ma poi, a snetire i nostri onesti e onorevoli pubblici ministeri sembrerebbe che a Milano fosse approdata una dodicenne, una sorta di Alice delle meraviglie marocchina , che viene corrotta da gente malvagia che la traviano, la dirottano dalla retta via...
Francamente non so quanti riescano ad attribuire a Karima El Mahroug, in arte Ruby, questo ruolo di minorenne indifesa che la vigile mano dello Stato interviene a difendere contro tutti, compresa lei stessa.
Diciassette anni e mezzo...tutto questo circo messo su per sei mesi..., con una ragazza che, è palese a tutti, tranne a quelli in malafede, era già assolutamente ed evidentemente adulta (se non per la legge), consapevole di quello che faceva, che voleva, e che per perseguirlo non esitava a mentire a chicchessia.
Dopodiché c'è l'altra questione , di cui in realtà non frega nulla a nessuno perché è evidente che il cinghiale qui è assente, oggetto di caccia in altro, parallelo processo, del sistema illegale che Fede, Mora e Minetti avrebbero messo su per il piacere del satrapo. Un "complesso sistema prostitutivo".
Alla fine la pena richiesta è di sette anni. Non pochi, ma meritati per questa sorta di moderna tratta delle schiave. "LE VERGINI DATE IN PASTO AL DRAGO" . Ah, le schiave erano ben contente ? Anzi erano loro a chiamare, a telefonare, a cercare di essere invitate ? Le vergini destinate al sacrificio, a parte che di vergine non si sa cosa potessero avere, facevano a botte per andare nella grotta funesta ?
Vabbè, fa nulla, qui c'è da applicare la legge Merlin, e non si scherza.
E in tutto questo non c'è una volontà politica ? Ma, ripeto, basta vedere i nomi dei PM che si sono occupati di queste vicende per capirlo : il fior fiore, la Champions League della Procura milanese per la violazione della legge Merlin...cioè una legge di e per mignotte, partorita nella cattolica Italia del 1958.
Vabbé, per chi vuole, questo è l'articolo dedicato alla requisitoria di Sangermano, postato sul Corriere on line
Corriere della Sera > milano
il processo
Ruby, la procura chiede la condanna a sette anni per Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora
La requisitoria di Antonio Sangermano: «Ruby al telefono alludeva a rapporti sessuali con Berlusconi»
Lele Mora al processo Ruby (Fotogramma)
La procura di Milano ha chiesto la condanna a sette anni di reclusione ciascuno per Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile in relazione al caso Ruby. Oltre a 7 anni di carcere e 35 mila euro di multa per ciascuno, il procuratore aggiunto Piero Forno e il pm Antonio Sangermano hanno chiesto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, dalle scuole e dai servizi che hanno a che fare coi minori per Mora, Minetti e Fede.
REQUISITORIA - Ha chiuso con una citazione a sorpresa la sua requisitoria il procuratore aggiunto Piero Forno: ha ricordato che la signora Veronica Lario, nel 2009, «molto prima che emergessero questi fatti, dichiarò che tra i motivi per cui si separava da Berlusconi c'era il fatto che per la sua dignità non poteva più tollerare un sistema in cui le vergini venivano date in pasto al drago». «Questo sistema è stato provato», ha affermato Forno, prima di chiedere le condanne. Il presidente del collegio, Anna Maria Gatto, gli ha ricordato che le dichiarazioni della Lario sono state «tenute fuori» da questo processo e che «il tribunale, per definizione, non legge i giornali»
RUBY - «I nostri imputati sapevano che Karima El Mahroug era minorenne». Lo ha detto il pm Antonio Sangermano in un passaggio della sua requisitoria al processo sul caso Ruby a carico di Lele Mora (presente in aula), Emilio Fede e Nicole Minetti. «Non è credibile - è la tesi dell'accusa - ritenere che la persona che presenta la minore al Presidente del Consiglio e la mette nelle mani di Mora taccia la minore età». Secondo il pm, «è Emilio Fede che porta Ruby ad Arcore, da quel momento in poi Mora si prende cura della minore, come un segugio che la segue e la protegge». Sangermano definisce «un apparato militare quello che si scatena per salvare e accudire il soldato Ryan che è Ruby».
BERLUSCONI - «Non vi è dubbio che Karima nelle intercettazione alluda continuamente ad atti sessuali con Silvio Berlusconi». Lo ha detto il pm che ha aggiunto «benché la ragazza abbia sempre negato di aver avuto rapporti con Berlusconi», nelle intercettazioni emergerebbe un quadro diverso. E anche in questo, conclude il pm, «consiste l'impianto accusatorio».
Una foto d'archivio di Nicole Minetti in tribunale
MINETTI - A margine dell'«apparato complesso per
remunerare giovani donne» l'ex consigliere regionale Nicole Minetti «non
svolgeva solamente un'attività di intermediazione con loro, ma
partecipava attivamente alle serate di Arcore compiendo atti sessuali
retribuiti», ha sostenuto il pm Sangermano. «Non rifarò il processo a
Berlusconi. - ha aggiunto il pm. - Qui Berlusconi è la persona a favore
della quale viene apparecchiato un sistema».
BUNGA BUNGA - «Il bunga bunga non è il parto della torbida mente
degli inquirenti, ma un contesto dell' attività di prostituzione», ha
affermato Sangermano. «Le prove dimostrano irrefutabilmente come le cene
di Arcore fossero espressione di un sistema prostitutivo organizzato
per il soddisfacimento del piacere di una persona, Silvio Berlusconi, e
che abbia potuto funzionare grazie alla intermediazione fornita da Fede,
Minetti e Mora. Era un sistema, un apparato complesso volto a
individuare, reclutare, compattare e remunerare un nucleo di giovani
donne dedito al compimento di atti sessuali a pagamento con Berlusconi,
che elargiva direttamente o tramite Nicole Minetti esborsi in denaro».
Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore, secondo il pm, erano
assatanate di soldi» e «avevano l'esatta percezione del favor economico di cui beneficiava Ruby» ed erano gelose perché prendeva più di loro.FEDE E MORA - «Non diciamo compari, perché è un termine dispregiativo, ma definiamoli sodali e complici», ha detto Sangermano riferendosi a Fede e Mora. Secondo il pm, i due seguivano sempre lo stesso schema nell'individuare le ragazze da portare ad Arcore e nell'inserirle all'interno del circuito. Si comportavano «come assaggiatori di vini pregiati» che valutavano la gradevolezza estetica delle giovani, poi le facevano «un minimo esamino di presentabilità socio-relazionale» e le immettevano nel circuito. «A volte la disperazione rende gli uomini pericolosi e capaci di tutto», ha detto il pm, riferendosi al fatto che Mora avesse necessità di procurarsi denaro per fare fronte alle difficoltà imprenditoriali in cui versava. Il pm ha sottolineato la «valenza pressoria nei confronti di Berlusconi» che i due imputati potevano avere, anche perché «conoscevano tutti i segreti» delle serate di Arcore. Emilio Fede e Lele Mora avrebbero ottenuto anche «vantaggi economici in danno, e sottolineo in danno, di Berlusconi», ha detto il pm.
BERLUSCONI - Per il pm «il fulcro del processo non è affatto la riservatezza delle persone o la libertà dell'individuo di vivere come meglio crede. In gioco c'è il primato della legge Merlin. La legge Merlin è la madre di questo processo che nasce da una sequela di azioni anomale». «Nella vicenda Ruby - sono le sue parole - la legge è stata violata e la dignità di una minorenne è stata violentata». Sempre per il pm, è una «grave anomalia» il fatto che «l'imputato Berlusconi» abbia iniziato a «remunerare» le ragazze-testimoni dei due processi sul caso Ruby. Le ragazze, secondo il pm, si sono mosse come «un blocco dichiarativo» e con «approccio fideistico» nei confronti di Berlusconi.
«SCREDITA SE STESSA» - Quanto alle dichiarazioni fatte dalla stessa Karima El Mahroug nel processo «parallelo» contro Silvio Berlusconi, Sangermano è stato tagliente: «Ruby ha tentato una impresa ragguardevole, e cioè di screditare se stessa miscelando verità e bugie, come in un videogame». La ragazza infatti ha ritrattato i suoi precedenti racconti definendoli «cavolate, panzanate, fandonie, bugie e balle». «Ruby ha mescolato verità e menzogna» ha affermato il pm aggiungendo che nella ragazza «hanno agito diversi impulsi, tra cui la prospettiva utilitaristica di ritrattare e trarne un vantaggio economico. Può avere pesato un calcolo». «Ha sempre negato dichiaratamente di avere avuto rapporti sessuali tanto meno a pagamento con Silvio Berlusconi, ha sempre negato di essersi prostituita».
SPIONI - «Questo processo «è stato dipinto come una farsa e una maxi intrusione nella vita di una persona e i magistrati sono stati dipinti come accaniti spioni», ha esordito il magistrato, ma «noi abbiamo adempiuto con onore al nostro dovere istituzionale». Il pm ha più volte ribadito che gli inquirenti hanno indagato «per dovere istituzionale» e basandosi «sulle prove». «Abbiamo ricevuto una macroscopica notizia di reato, riguardante una ragazza minorenne che girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro dopo essere fuggita da una comunità», ha detto Sangermano, per sottolineare il «nostro dovere di indagare».
PROVE INQUINATE - Secondo il pm Lele Mora, il suo avvocato Luca Giuliante e Nicole Minetti si sarebbero resi protagonisti di un «gravissimo inquinamento probatorio» nei confronti di Ruby. Il pm si riferisce a un fatto di «orribile valenza», ovvero l'interrogatorio cui Giuliante sottopose Ruby il 6 ottobre 2010, alla presenza di un «emissario» di Berlusconi, per farle «riferire del contenuto delle conversazioni con i pm». Karima «era minorenne ed è stata sottratta - ha aggiunto il pm - all'unico organo di tutela per lei: la Procura della Repubblica». Ciò dimostrerebbe «con evidenza l'allarme e la paura degli imputati».
QUASI GAFFE - Parlando di Melania Tumini, l'ex compagna di liceo di Nicole Minetti divenuta poi una delle principali testimoni dell'accusa, il pm ha sfiorato la gaffe: «Non si può dire che Tumini è di estrazione culturale distonica rispetto a Berlusconi, non si può dipingerla come cavallo di...». E qui il pm, che chiaramente stava per dire «Troia», si è bloccato. La Tumini ha raccontato di essersi trovata in mezzo a un «puttanaio» ad Arcore e di avere visto scene hot che coinvolgevano le ospiti e Silvio Berlusconi. Il pm dev'essersi accorto che non era il caso di tirare in ballo la metafora tratta dall'Iliade.
Il reato di istigazione alla prostituzioone esiste da tempo, pertanto nessuna pieta' per questi .
RispondiEliminaaDDIRITTURA LA PIETà....Ma sia serio !
Elimina