giovedì 30 maggio 2013

UN EURO PER OGNI VOLTA CHE SENTO "L'INTERESSE SUPERIORE DEI MINORI". MI BASTA UN EURO.


Sembrerebbe la fiera dell'ovvio ma non lo è. CASSAZIONE.NET, sito che pubblica ( a pagamento) la carovana di sentenze che si abbattono sul sistema giustizia, propone quella della Corte d'Appello di Brescia cui la Corte di Cassazione aveva inviato la grana di Cittadella di Padova, cassando la decisione della Corte di Venezia, colpevole di aver dato troppo peso alla PAS.
Facciamo un po' d'ordine.
Il bambino conteso di cittadella è diventato famoso, rispetto ai migliaia che ci sono in Italia, per via della sciagurata azione di polizia che lo prelevò di peso a scuola per trascinarlo , davanti agli occhi allibiti di genitori e soprattutto compagni, in auto. Qualcuno ovviamente filmò e non fu un bel vedere.
A parte questo, la storia della guerra dei due genitori non è particolarmente emozionante. Brutta sì, originale no. C'è di peggio in giro. . Qui in fondo, la madre, che   in questa vicenda ha fatto molto per montare l'avversione del figlio nei confronti del padre, non si è giocata l'asso della falsa denuncia di molestie sessuali, che pure è di gran moda ( il fatto che 4.000 su 5000 di queste denunce nell'ultimo anno siano state archiviate non ne scoraggia l'uso, che è tattico...intanto che si indaga, il genitore denunciato viene prudenzialmente esautorato. Una figatissima per il denunciante....). La Corte di Appello di Venezia aveva accolto la tesi del CTU che aveva individuato nel bambino la sindrome di alienazione genitoriale, appunto denominata PAS, che tanto fa discutere i nostri cosiddetti esperti di psicologia e psichiatria infantile e adolescenziale. Conseguentemente, i giudici avevano ritenuto di "neutralizzare" la madre, che aveva determinato questa sindrome, escludendola di fatto dalla vita del minore. La Cassazione bocciò questa scelta, contestando sia la certezza scientifica della PAS (polemica come detta assai vivace ) ma soprattutto che potesse essere nell'interesse del minore questa così radicale marginalizzazione della figura materna. Il tutto affidato dunque ai giudici di Brescia che saggiamente si svincolano dal dilemma PAS sì o no, limitandosi a prendere atto che ci si trova di fronte ad un pericoloso rifiuto del padre COMUNQUE indotto dalla madre (sindrome o non sindrome), e questa cosa va rimediata. Come ? Affidando questa disgraziata famiglia all'assistenza dei servizi sociali che da una parte dovranno aiutare la ricostruzione del rapporto padre e figlio, dall'altra attenuare il conflitto tra i genitori , specie placando l'ostilità materna. VASTO PROGRAMMA.
In tutto questo però la presenza della madre, che la Corte di Venezia aveva molto penalizzato, ritenendola negativa per il minore, è stata fortemente reintrodotta.
Contenta quest'ultima ? No davvero : ricorrerà in Cassazione, perché il figlio non è stato sentito.
E qui si apre l'altro problema : l'ascolto dei minori. Un diritto che, com'era non difficile prevedere, è diventato presto un pozzo avvelenato. PROPRIO grazie ad esso infatti i genitori plagianti, manipolatori, hanno rinfocolato la loro azione sapendo che se portano i figli dalla loro parte, meglio ancora squalificando l'immagine dell'altro genitore, aumentano le loro possibilità di successo (nefasto, per i figli, ma che gli frega ? vincere è quello che conta !) davanti a giudici molto più distratti e svogliati di quanto non ammetteranno mai.
Se mi dessero un euro ogni volta che in Tribunale e Convegni sulla Famiglia sento la frase "l'interesse superiore dei minori", da mo' che ero un ricco avvocato in pensione.
Buona Lettura



MERCOLEDI' 29 MAGGIO 2013
 

Per il bimbo conteso di Cittadella non conta la rilevanza scientifica della sindrome ma il pericolo per lo sviluppo della personalità. I servizi sociali aiutano il padre collocatario



La «sindrome di alienazione parentale»? Non è il vero problema. Se il minore figlio di separati odia uno dei genitori al punto da rifiutare ogni contatto è inutile interrogarsi soltanto sulla rilevanza scientifica della sindrome Pas nelle aule di giustizia: risulta importante invece scongiurare il rischio che l’atteggiamento super-intransigente del bambino, assunto inconsciamente per far piacere all’altro genitore che lo fomenta, diventi un problema per lo stesso sviluppo personale e intellettivo del minore. Risultato: deve essere confermato del bambino l’affidamento ai servizi sociali del Comune, con collocamento proprio presso il genitore oggetto delle ostilità, laddove l’altro ex partner non risulta affidabile: gli psicologi aiuteranno il papà e la mamma a riprendere un processo di genitorialità vera e il monitoraggio dell’autorità amministrativa consentirà di dare attuazione ai provvedimenti del giudice. Questo, in sintesi, il contenuto del decreto pubblicato dalla Corte di appello di Brescia sul caso ormai famoso del bambino conteso di Cittadella, dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione (cfr. “Non si affida il minore ai servizi sociali solo perché la madre separata lo ha messo contro il padre”, pubblicato il 20 marzo scorso).
Ostilità preconcetta
La Suprema corte aveva bocciato il provvedimento di merito troppo appiattito sulla diagnosi di «sindrome da alienazione parentale» senza valutazione critica delle teorie sostenute dal ctu. Il punto è che ora la Corte d’appello deve decidere in concreto sul futuro del bambino. E dunque il dibattito in dottrina sulla rilevanza scientifica delle teoria sulla sindrome Pas conta fino a un certo punto. L’atteggiamento del minore sembra in qualche modo indotto dalla madre, a giudicare dal linguaggio da adulto che il piccolo usa quando parla del padre. E la pervicacia della signora non dà alcuna garanzia di un ritorno alla normalità nei rapporti fra il figlio e l’altro genitore: il pericolo, riflettono i giudici, è che l’atteggiamento di rifiuto preconcetto del minore rischi di strutturare una personalità deviante, al di là del peso delle relazioni familiari, che pure sono importanti. Insomma: serve l’aiuto dei servizi sociali che mediante un progetto di sostegno psicologico per il bambino possono ridurre la conflittualità fra i genitori separati e ridare sicurezza e serenità al minore. Il provvedimento stabilisce anche i periodi in cui il bimbo starà presso la madre. Spese straordinarie di mantenimento divise a metà. Spese legali compensate.
Dario Ferrara

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