giovedì 13 giugno 2013

MA BERSANI NON S'ERA DIMESSO ??


Ma siamo sicuri che Bersani sia poi una così brava persona ? Se questa cosa si misura sul rispetto della legge, posso pure continuare a pensare di sì , anche se qualche amicizia l'ha sbagliata (Penati) e ciò può in qualcuno far ingenerare il sospetto normalmente applicato al Cavaliere ( anzi, quest'ultimo lo condannano pure ) :  "non poteva non sapere" . Una brava persona però non è soltanto uno che rispetta la legge, ma che ha un animo prevalentemente positivo. Ecco, questo io pensavo Bersani lo possedesse, poi ho avuto dubbi crescenti. Adesso non lo penso più. Intanto è una persona che smette di sorridere e diventa arcigna, fino alla rabbia controllata, appena si trova  di fronte a persone non ossequianti. In questo senso molto meglio il sarcasmo di D'Alema, che mostra un self control infinitamente maggiore, per non parlare del bon ton Veltroniano o dello spiritaccio Renziano. Poi, è presuntuoso. Sotto una falsa bonomia, è uno di quelli convinti che LORO non sono la stessa cosa degli ALTRI , che sarebbe una banalità se il corollario successivo non fosse , "diversi perché MIGLIORI". Ancora, è testardo, pervicace, per sua stessa ammissione (e comunque, basta vedere il post elezioni per non avere il minimo dubbio ). Infine , scoperta recente, è rancoroso. Dopo la non vittoria, certa e annunciata, e il disastro Quirinale, Bersani si è dimesso non in scadenza di mandato ma da generale sconfitto, e questa cosa non gli va assolutamente giù. Di qui, il palese livore che lo anima di questi tempi. Maschera il tutto continuando a parlare dell'interesse della Ditta, ma come mai questo coinciderebbe sempre con la SUA visione, oggi non condivisa più da nessun altro ?
I Bersaniani sono diminuiti, come sempre accade quando si perde, ma soprattutto le alleanze si sono sfilacciate e in via di scioglimento. Basta vedere la chiamata alle armi in vista del nuovo congresso, dove Bersani vuol fare di tutto perché non passi Renzi (chissà poi perché ce l'ha tanto con lui , mica gliele ha fatte perdere lui le elezioni ! Ah, forse è perché gli ricorda spesso questo fatto...Sì, deve essere questo) , ma all'appello sono molte le defezioni. La cosa brutta, e recidiva, che Bersani non combatte solo difendendo i propri legittimi punti di vista , e quindi lo sfavore per un' apertura -lui a vocazione identitaria - a elettori non cromosomicamente adeguati, l'avversione a leader troppo popolari, ma ricorrendo a colpi bassi di tipo normativo-regolamentare. Ogni volta che c'è di mezzo Renzi, le regole vanno cambiate. E così, a suo tempo, le primarie furono riformate inserendo dei paletti che MAI erano stati applicati nelle tornate precedenti.
Oggi pare si voglia fare la stessa cosa : mettere al sicuro oggi  le nomine di apparato per sottrarle domani alla disponibilità del neo segretario. S'è mai visto un segretario di partito, specie nell'ex PCI, prigioniero di un'amministrazione composta di uomini a lui non favorevoli ? No, eppure Bersani oggi propone questo.
Ritengo assolutamente calzante la dura critica che Peppino Calderola rivolge all'ex smacchiatore e ai suoi.
Da leggere

  "Il silenzio dei centouno e la loquacità dei bersaniani"

Per rinnovare il Pd c’è bisogno di tante cose. Molte le abbiamo elencate nei post pubblicati in questi mesi. Ci sono però due questioni che precedono ogni discussione e che servono a fare chiarezza. La prima riguarda i famosi centouno parlamentari che nel segreto dell’urna, quindi protetti dai regolamenti parlamentari, hanno fatto saldare la candidatura di Romano Prodi. Quella candidatura fu posta in modo improvvisato e dilettantistico dalla segreteria del Pd, si sapeva che c’erano malumori, tuttavia il fatto che tuttora nessuno dei franchi tiratori abbia il coraggio civile di mostrarsi rappresenta una ferita per la convivenza in quel partito.
Il secondo dossier che vorrei proporre è la ostinata volontà di Bersani e dei bersaniani di controllare quel partito che hanno praticamente affossato.
Si sa che Bersani è una brava persona. Ormai è diventato un luogo comune. Tuttavia nessuno più di lui ha sbagliato conducendo tutta la sinistra verso il baratro. I suoi uomini continuano a stare nei posti di comando, a cercare di influenzare il corso della vita del Pd, a frapporsi verso altre soluzioni, lo stesso ex segretario scrive e parla come se la sconfitta, di cui non vuole rendere conto, sia colpa di altri. In politica nessuno perde il diritto di parola. Per carità. Ma la decenza vorrebbe che chi ha sbagliato tanto e ha sciupato un capitale collettivo stia per un po' in silenzio e soprattutto non cerchi di condizionare il futuro.  
Il silenzio dei franchi tiratori e la loquacità dei generali della sconfitta sono i due mali oscuri del Pd.
E il dramma è che nessun altro leader ha il coraggio di fare un appello a chi ha nascosto il proprio voto a farsi avanti e ha la lealtà di dire a Bersani di tacere per qualche anno e ai suoi uomini di togliersi dalle scatole per un lungo periodo di tempo.In nessun altro paese occidentale sarebbe sopportabile una convivenza così prolungata con un gruppo cospicuo di traditori ancorché franchi né con un gruppo dirigente che dopo averle sbagliate proprio tutte, mai successo nella storia, continua a voler fare il bello e il cattivo tempo. C’è bisogno di un passo in avanti dei centouno e di un passo indietro di Bersani e dei suoi pretoriani.

3 commenti:

  1. XANDER

    Un buon ministro, ma non un buon leader, ha ancora schegge di berlingueriana memoria... Ciò dimostra che fa fusione a freddo con i cattolici ha generato un non-partito e lui, nel tentativo di smarcarlo dalla vocazione centrista, ha perso... Renzi, a mio avviso, benché non ha idee propriamente di "sinistra" sicuramente si basa sul lib-lab inglese e questo non piace agli ex PCI/PDS/DS che tutto hanno fatto meno che dichiararsi socialisti dopo la sconfitta del comunismo... Bersani ha finito, ora tocca agli altri mandare il pd al suicidio..

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    1. Condivido il 90% della tua lucida analisi Xander...

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    2. XANDER

      Il vantaggio dell'essere fuori da quella compagine fa molto di più che stare dentro e dover difendere l'indifendibile..

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