Il Generale Al Sisi aveva invocato una piazza anti Morsi, per contrastare l'adunata convocata dai leader dei Fratelli Musulmani che chiedono la liberazione dle Presidente eletto e il ripristino del suo governo, rovesciato da un golpe militare. Non so se gli hanno dato retta, leggo però che ci sono stati al Cairo e in altre regioni scontri violenti. Nella capitale l'agenzia di Stato, quindi un organo ufficiale, parla di oltre 70 morti e mille feriti. Al Jazeera porta il numero delle vittime a più di 120 persone.
Qualcuno ricorda le esternazioni, un mese fa, di Michele Serra e degli altri dementi suoi pari che all'indomani della deposizione di Morsi salutavano il colpo di stato "buono", come se ce ne potessero essere, in virtù del fatto che stavolta i soldati erano andati in soccorso del popolo...? Quale popolo ? Quello che piace a loro, i laici, i giovani, le donne...Guaio è che da quelle parti ce n'è un altro, di popolo, ed è più numeroso.
Anche io , da occidentale, preferisco un governo di tipo laico ad uno di impronta religiosa, però in Egitto i Fratelli Musulmani le elezioni le avevano VINTE. E legittimamente.
SI contesta a Morsi un atteggiamento autoritario, una misconoscenza dell'equilibrio che deve esistere tra le varie istituzioni di un Paese, e quindi il rischio che le libere elezioni, le prime della storia millenaria dell'Egitto !, sarebbero state anche le ultime...Rischio concreto, ma la soluzione adottata, il colpo di stato, è una realtà , non un rischio, e niente affatto positiva. L'Egitto rischia seriamente di diventare come la Siria, con la differenza che qui la guerra civile coinvolgerebbe una nazione di 80 milioni di persone, confinante con Israele e ben più nevralgica del devastato paese ancora comandato da Assad. In quel paese, l'Onu ufficializza la cifra di 100.000 morti in poco più di due anni dall'inizio di una protesta che man mano è diventata ribellione e quindi rivolta.
Che pensavano quelli di piazza Tharir ? che milioni di persone avrebbero accettato passivamente di tornare nel ghetto in cui Mubarak le aveva tenute per decenni senza muovere un dito ? E da noi qualcuno si è dimenticato che i Fratelli Musulmani potevano essere, come si sperava Ennhada in Tunisia, il male minore, visto che i democratici e progressisti, quelli che preferiamo, da quelle parti sono MINORANZA ??
I regimi laici, nei paesi Arabi, si sono affermati sempre con la forza delle armi, con il controllo dell'esercito contro la maggioranza musulmana che vorrebbe un governo fortemente ispirato - se non subordinato (come in Iran) - alla dottrina religiosa e quindi ai suoi esponenti. Nasser, poi Sadat, poi Mubarak, in Egitto, Kemal Ataturk in Turchia, Gheddafi in Libia, Ben Alì in Tunisia, Assad padre e figlio in Siria.
Se si fanno libere elezioni, i partiti religiosi vincono. In Turchia Erdogan sta, gradualmente, delaicizzando il paese, in un modo sufficientemente soft, almeno fino ad oggi. Ecco, Americani ed Europei hanno sperato che i Fratelli Musulmani potessero essere epigoni di quell'esempio ma lo scenario in effetti appare confuso e non fausto.
Non era difficile immaginare i morti di questi giorni all'indomani del golpe "illegale ma legittimo" ( poi parlano degli avvocati cavillosi...) , eppure Serra, Ferrari e altri sinistrorsi sempre entusiasti quando il popolo riempie le piazze, non lo vedevano, o magari, senza poterlo dire, lo consideravano un prezzo accettabile purché i laici prendessero velocemente il sopravvento. La realtà è ben diversa. Ancora una volta lo scontro è tra militari (cui guardano come il male minore le minoranze non islamiche e la parte laica del paese ) e partiti religiosi. La vittoria dei primi significa dittatura. Mascherata, soft, con presidenti fantoccio, oppure dichiarata, esplicita.
Per decenni è stato il male minore, per noi occidentali, e forse lo è ancora.
UN giornalista che stimo motlo, Pierlugi Battista si spese molto (come e più di lui, il francese Bernard Henry Levy, che pare fu importante nello spronare Sarkozy), per la rivolta in Libia contro il tiranno Gheddafi. Che, grazie, e solo grazie, all'intervento militare aereo degli occidentali, francesi in primis, è caduto (ed è stato barbaramente ucciso, il che va deprecato sempre, ancorché certo non sia morto un innocente) .
Oggi la Libia è un paese completamente anarcoide, diviso in zone occupate da bande tribali.
Non se ne parla perché le regioni petrolifere sono zona "franca" e il governo fantoccio almeno questo riesce a garantirlo. Per il momento.
Ecco perché Assad è ancora in sella.
Che brutta fine, la primavera dei gelsomini.
Ecco l'articolo di cronaca sul Corriere.it
Scontri tra pro-Morsi e sostenitori dell'esercito, «75 morti» secondo l'agenzia ufficiale Mena
I due schieramenti opposti di nuovo in piazza. Le vittime al Cairo e Alessandria. Dimostranti colpiti al petto e alla testa
Tensioni al Cairo (Epa)
E' un bagno di sangue, l'ennesimo, in Egitto dove nella giornata
di venerdì sono scesi in piazza i manifestanti pro Morsi da una parte e i
sostenitori dell'esercito dall'altra. Ad Alessandria d'Egitto negli
scontri tra opposte fazioni sono morte cinque persone, secondo quanto
riferito dall'agenzia ufficiale Mena. Ma il bilancio sarebbe più
pesante: al-Jazira riferisce di decine di feriti in almeno quattro
regioni dell'Egitto e di oltre cento morti nella capitale, l'epicentro
degli scontri, dove il fronte islamista denuncia «oltre 70» vittime,
mentre l'agenzia ufficiale Mena alza a 75 il conteggio. La
preoccupazione era palpabile fin dai giorni precendenti: la città aveva
cominciato ad approntare misure di emergenza già da giovedì, ellestendo
ospedali di fortuna mentre i cittadini facevano scorte di cibo e benzina
in previsione di quanto sarebbe successo.
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