Sull'esternazione di FAssina si sono pronunciati in tanti, tra cui naturalmente la Camusso che l'ha definita un grave errore politico. MI ha fatto piacere, al riguardo, leggere un osservatore moderato come Dario Di Vico, che sul Corsera si occupa con competenza e sobrietà di temi del lavoro, paragonare il leader della CGIL a quegli stopper di un tempo che quando intervenivano non si curavano mai di prendere il pallone al posto della gamba ... In effetti la rozzezza della donna merita l'accostamento. Non sto a domandarmi quando scade il mandato della Camusso perché sono rassegnato : è proprio quel posto che ti rende odioso e ottuso : la segretaria della CGIL. Epifani per esempio, prima e dopo aver occupato quella poltrona, è sembrato persona più sensata, ancorché non ne abbia mai condiviso una posizione che è una. Ma da segretario del sindacato rosso, anche lui ha preso i panni del massimalista .
TRa i vari commenti letti, tornando al viceministro, mi sembrano giuste le considerazioni di un "compagno" di partito, Peppino Calderola, che ha ricordato come le posizioni, anche recenti, della giovane promessa della dirigenza democratica, erano piuttosto diverse prima di approdare ad una poltrona governativa...Giustamente, scrive Caldarola, cambiare idea si può, ma però sarebbe anche carino dirlo, "avvertire" dice ironicamente lui.
In realtà, è più di un sospetto quello del vecchio militante, molti dei giovani sembrano essere più alla ricerca di uno spazio "visibile" che non di una idea convinta da portare avanti e da difendere. AL riguardo cita Civati, od Orfini, tranquillamente si potrebbe aggiungere la Moretti, bersaniana di ferro fino a febbraio e poi ...PUFF.
TRa cambiare idea, e opportunismo, ci sono vari scalini...
Buona Lettura
PEPPINO CALDAROLA "LA SINISTRA I FIGHETTI E L'ONDIVAGO FASSINA"
La frase di Fassina sull’evasione di necessità non è grave in sé. Come
osservazione è abbastanza banale. Diventa invece un vero problema
politico per due ragioni. Perché Fassina è al governo e un uomo di
governo non dovrebbe mai giustificare le illegalità anche quando sono di
necessità e perchè Fassina è stato negli ultimi anni il portavoce
di un’area che scolasticamente si proponeva di rifondare la sinistra e
che castigava chi non la pensava come lui. Se sulla prima questione c’è
poco da aggiungere e tanto meno da riflettere, sulla seconda qualche
parola bisogna spenderla, così per capire come sta andando, e dove, la
sinistra. Il cammino di avvicinamento di Fassina all’ala radical non è
stato lineare (né lo è stato quello di tanti), però a un certo punto lui
e altri, fra cui Orfini, che tiene per ora la sua posizione (ma ha
avuto una sua stagione dalemian-liberista), hanno deciso di incarnare
un’area culturale lavorista, aperta al dialogo con tutte le sinistre,
chiusa al dialogo con la destra eccetera eccetera. Fassina a un certo
punto però va al governo proprio con quelli contro cui ha dichiarato per
anni, giorno dopo giorno, e infine ne assume, con le parole
sull’evasione di necessità, persino una loro bandiera ideologica. Ripeto
cambiare idea si può: basta avere l’accortezza e l’eleganza di
avvertire. Si alza il ditino e si dice: “ho cambiato idea, tutto quello
che ho detto finora sono cazzate”. Non si può invece cambiare idea e
pretendere di avere sempre ragione. Sta nascendo infatti una strana
sinistra, da Fassina e Civati, che dà l’idea, in verità maliziosa, di
non esser costituita da personaggi che hanno profonde convinzioni ma da
giovani dirigenti che occupano spazi lasciati vuoti. “Sono tanti nel
campo dei governisti? E io mi butto a sinistra!”. Capita così che si
passi da Renzi a al senatore Tocci, ovvero capita così sentire renziani
proporre tagli su pensioni di poco più di tremila euro come se fossero
nati e cresciuti dentro Rifondazione comunista. Sto dicendo che la
malattia della nuova sinistra è il dilagante opportunismo.
Non è
l’errare, il cambiare idea, ma proprio quella condizione per cui ci si
butta là dove si spera di guadagnare in popolarità. E’ qui il senso
della frase di Letta sui “fighetti” (Enrico, guarda anche fra i tuoi
amici e sostenitori, però!). La sinistra è in crisi perché a differenza
di tutte le sinistre mondiali ha fatto troppi “contrordine, compagni” e
poche revisioni e così non ha costruito un pensiero e si affollata di
ciarlatani. Ogni tanto a sinistra si scopriva un leader che voleva
essere più liberal o più radical, più socialista o più lontano dai
socialisti. E’ stato uno sbandamento continuo da far venire il mal di
testa e spesso anche il vomito. Il tema di oggi è proprio questa
disinvoltura culturale , questa assenza di profondità, questa
propensione alla volubilità, in pratica questa cosa che chiamiamo
opportunismo. Suggerimento: cambiate idea se volete ma avvertite prima
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