lunedì 22 luglio 2013

BATTISTA E LA SOLITA STUCCHEVOLE IPOCRISIA SUI DIRITTI UMANI


Ci sta tutta l'ironia di cui è infarcito l'articolo odierno di Pierlugi Battista. Uno J'accuse alla assoluta ipocrisia degli indignados in salsa italiana, che si mobilitano sempre e solo in taluni casi, ignorando tutti gli altri.
Eppure la protesta forte e chiara per la violazione dei diritti dell'uomo non dovrebbe funzionare come per le targhe alterne, e solo quando il sindaco di turno le proclama...
La evidenziature dell'intera pagina spiega bene l'adesione totale a quanto scritto dal valente opinionista del Corsera...
Da Leggere

 "I nuovi paladini dei diritti umani"
Finalmente: in un sussulto di dignità umanitaria, poderose manifestazioni stanno attraversando con composta indignazione le strade d'Italia a difesa degli inviolabili diritti umani nel mondo. Finalmente, la triste lezione kazaka è stata di monito: siamo così disgustati del trattamento riservato a una bambina, cacciata dall'Italia con operazione gestita dagli uffici del Viminale e deportata in un Paese che calpesta ogni giorno i diritti fondamentali, che già s'ode il grido alto e forte: mai più oppressione. Siamo così colpiti dalla fiera invettiva papale contro «la globalizzazione dell'indifferenza», che non perdiamo nemmeno un momento per denunciare il disgustoso sterminio di vecchi, donne e bambini che si sta consumando in Siria per mano del macellaio Assad. Finalmente: non percepite quale vibrante protesta si è elevata per salvare la vita di una ragazza cristiana, di nome Asia Bibi, che in Pakistan è costretta in prigione da quasi 1500 giorni dopo una condanna a morte in prima istanza perché «blasfema»? E quei blocchi stradali davanti all'ambasciata nigeriana per dire un determinato «basta» alle stragi di cattolici, agli attentati alle chiese sventrate dall'odio del fanatismo religioso? E come non ascoltare l'urlo solidale per tutte le ragazze come Malala Yousfzai, picchiate o addirittura assassinate dai talebani solo perché pretendono di studiare, di camminare per le strade, di uscire dalla prigionia imposta da energumeni barbuti che esercitano la loro prepotenza, veri bestemmiatori, pretendendo di eseguire un ordine direttamente proveniente da Dio? Basta, non c'è più ragione di Real-Politik o meschine considerazioni di bassa cucina economica ed affaristica per arginare le proteste contro la Cina, che esegue un numero incalcolabile di condanne a morte senza regolari processi, che massacra tibetani e uiguri, che tiene in galera gli oppositori, che costringe le donne all'aborto coatto. Non ci sono più limiti all'indignazione pubblica che intima ai governanti di disertare il commercio internazionale con la Russia di Putin, dove i diritti umani sono sconosciuti, i gay vengono perseguitati, i blogger arrestati con pretesti grotteschi e condanne emesse da tribunali intimiditi dal potere politico, e un gruppo di donne dissidenti un po' sconsiderate chiamate Pussy Riot viene ancora trattenuto in carcere nel silenzio generale come se si avesse a che fare con una banda di efferati criminali. Mai più: mai più diritti umani negati o conculcati. L'ambasciata cubana risuona delle proteste di chi trova osceno il trattamento riservato all'Avana ai dissidenti costretti allo sciopero della fame. I massacri di regimi dispotici come quello di Mugabe oramai trovano nella nostra opinione pubblica un'attenzione vigile e intransigente. Abbiamo appreso la lezione. Non lasceremo che nessun essere umano sia umiliato. Non saremo più indifferenti. O no?

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