mercoledì 3 luglio 2013

EGITTO : MORSI ARRESTATO. IN FONDO LA DEMOCRAZIA E' PER MOLTI, MA NON PROPRIO PER TUTTI.


Figuriamoci se in Occidente ci possa essere qualcuno che ha in simpatia i movimenti islamisti al potere. Laici , agnostici, atei come siamo, la sola idea che il potere temporale , il governo della Nazione sia gestito con criteri prevalentemente religiosi solo l'orticaria ci può far venire. Il Camerlengo non fa eccezione. Ammiro e invidio anche un po' chi ha il dono della fede e riesce ad ispirarvi parte importante della propria esistenza, così come chi fa "comunità" con coloro che condividono credo, ideali, senso dello stare insieme. Però la politica, la res publica, è altro. Noi volterriani, pronipoti dell'età dei Lumi, della filosofia kantiana e di tutta la scuola di pensiero liberale, non potremmo vederla diversamente.
Quindi, tornando a oggi e commentando le cronache egiziane, non è che la vittoria alle elezioni del 2012 - peraltro annunciata da tutti gli esperti che SANNO di cose arabe - dei Fratelli Musulmani e il successo della frangia più radicale dei Salafiti, l'abbia salutata con gioia. Però non me ne stupii, perché se si passa dal rumore della piazza, dei canti, delle poesie e degli appelli internet,  ai NUMERI, so che anche in occidente le cose cambiano, figuriamoci lì, dove 60 degli 80 milioni degli egiziano vivono nelle campagne e la Rete e le libertà civili non sanno minimamente cosa siano.
Senza contare che, alla fine della fiera, anche al Cairo e ad Alessandria i FM, anche se in maniera meno vistosa, alle elezioni per il nuovo parlamento prevalsero.
Riporto qui di seguito la sintesi apparsa sul sito della Camera dei Deputati italiano _
Mohamed Morsi-05-2013.jpg" Dalle elezioni è uscita nettamente vincitrice l’alleanza democratica egemonizzata dal partito Libertà e giustizia, emanazione della dirigenza della Fratellanza musulmana egiziana, che ha conquistato la maggioranza relativa sia all’Assemblea del popolo (225 seggi su 498) sia al Consiglio della Shura (dove Libertà e giustizia da sola ha conquistato 105 seggi). Segue l’alleanza islamista, coalizione di movimenti radicali islamisti di orientamento salafita[1], che ha conquistato 125 seggi all’Assemblea del popolo, mentre il movimento salafita Al Nour da solo ha ottenuto 45 seggi al Consiglio della Shura. Il partito liberale laico Wafd ha ottenuto 41 seggi all’Assemblea del popolo e 14 seggi al Consiglio della Shura mentre la coalizione laica del blocco egiziano ha conquistato 34 seggi all’Assemblea del popolo e 8 seggi al Consiglio della Shura."
Poi sono seguite le elezioni presidenziali e, grazie anche alle divisioni delle fazioni islamiche che sono andate ad appaiare quelle dei partiti laici , Morsi ha prevalso in modo non travolgente, prendendo il 51% dei voti espressi contro il 48 dell'avversario, Ahmed Shafiq, peraltro ultimo primo ministro di Mubarak (insomma, non proprio il campione di Piazza Tharir...).
Ora in Egitto la piazza dei "liberali" si allea con l'esercito che arresta il Presidente eletto.
Ecco, perché se succede in Cile è golpe e se accade in Egitto è il trionfo della libertà ?
Io sulla democrazia la penso come Churchill  ( non credo che fosse suo l'aforisma, diciamo che lo ha reso celebre ) : un sistema con molti difetti ma meno peggiori degli altri.
Se in un paese un governo democraticamente eletto (perché così è stato, compatibilmente con una nazione che elezioni libere non le aveva mai avute e quindi irregolarità ce ne sono stare parecchie, ma brogli , secondo gli osservatori internazionali, no ) viene abbattuto dalla piazza e dall'esercito, quello non può essere considerato un buon giorno. E i milioni di persone che hanno votato e vedono così azzerata la loro volontà e la loro libertà. potrebbero ben smettere di essere "democratici" e far vedere che anche loro sono capaci di fare "rumore". Magari in altro modo, quello che lascia i morti per strada.
A quel punto tra le due fazioni, salvifico si leva l'angelo dell'"ordine", l'Esercito.
Ho un sospetto, che la Democrazia alla fine riecheggi un po' una pubblicità di qualche tempo fa : per molti, ma non proprio per tutti.
Ecco la cronaca ultima del Corriere della Sera, con Morsi agli arresti domiciliari.

ALTA TENSIONE

Egitto, in atto il colpo di Stato militare
Il presidente Morsi agli arresti domiciliari

Scaduto l'ultimatum. Elicotteri su piazza Tahrir, carri armati davanti alla tv di Stato. L'esercito blocca i Fratelli musulmani

Carri armati vicino al palazzo presidenziale del Cairo (Twitter)Carri armati vicino al palazzo presidenziale del Cairo (Twitter)
In Egitto è in corso un colpo di Stato contro il presidente Mohamed Morsi. Elicotteri militari stanno sorvolando piazza Tahrir circa un'ora dopo lo scadere dell'ultimatum imposto dai militari a Morsi. Un ultimatum che è scaduto da poco, intorno alle 17.30 locali, le 16.30 italiane. Le forze di sicurezza egiziane hanno inoltre disposto il divieto di espatrio al presidente del Paese, che si era insediato un anno fa. Morsi, come molti leader del partito dei Fratelli Musulmani, è inoltre stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della Guardia repubblicana. Un suo consigliere ha confermato il luogo in cui si trova il presidente, non chiarendo però se sia o meno in grado di lasciare la struttura, e quindi dando in pratica conferma del flash battuto poco prima dalla tv indipendente Al Hayat. Fonti di sicurezza, inoltre, indicano che i provvedimenti sono dovuti alla questione dell'evasione dalle prigioni nel 2011, al momento della caduta del regime di Hosni Mubarak, nel febbraio 2011. L'ULTIMATUM E LA TV - L'esercito lunedì aveva chiesto fermamente al leader del Paese di risolvere la situazione entro mercoledì pomeriggio. L'ultimatum era stato respinto. Mercoledì mattina veicoli blindati e carri armati dell'esercito egiziano si erano schierati intorno alla sede della televisione di Stato, la Ertu. Altri tank si trovano alla sede del palazzo presidenziale, e in altri punti strategici della città. Per la seconda volta in due anni, quindi, l'esercito appare intenzionato a scardinare le istituzioni che controllano il Paese. Solo che Morsi è anche il primo presidente eletto democraticamente nella storia dell'Egitto.
NIENTE DIMISSIONI - Pochi minuti prima della deadline la presidenza egiziana aveva diffuso su Facebook un comunicato nel quale ribadisce che «violare la legittimità costituzionale minaccia la pratica della democrazia», apre ad un governo di coalizione per arrivare alle prossime elezioni, e alla formazione di un commissione indipendente per la modifica della Costituzione (rinnovata a dicembre scorso) da sottoporre al nuovo parlamento. Ma che Morsi non si dimette.
La manifestazione davanti al palazzo presidenziale di Morsi (Epa/Elfiqui)La manifestazione davanti al palazzo presidenziale di Morsi (Epa/Elfiqui)
«DIFENDO LA DEMOCRAZIA CON LA VITA» - Già martedì Morsi aveva respinto con fermezza le imposizioni dei militari, che si erano detti pronti a ripristinare l'ordine nelle istituzioni del Paese. Il presidente islamista in serata, in un drammatico discorso in televisione, si era detto «pronto a difendere la democrazia anche con la vita». Il concetto è stato ribadito mercoledì da un portavoce del presidente a Al Arabiya: «per Morsi sarebbe meglio morire difendendo la democrazia, piuttosto che essere giudicato come un colpevole dai posteri». L'ESERCITO E L'OPPOSIZIONE - Intanto il comandante generale delle Forze armate egiziane, Abdel Fattah al-Sissi, sta incontrando diverse autorità religiose, nazionali, politiche (tra queste Mohamed el Baradei, leader del Fronte di salvezza nazionale di opposizione egiziana) e della gioventù egiziana e dovrebbe diramare un comunicato a breve. All'incontro non stanno prendendo parte i Fratelli Musulmani.
MILITARI IN REDAZIONE - Per quanto riguarda Ertu, tutto lo staff non necessario per le attività in diretta ha lasciato l'edificio, e un operatore ha spiegato alla Bbc che l'evacuazione è avvenuta su invito di un ufficiale. I soldati sono rimasti in redazione e controllano le attività di produzione ma, riferisce sempre lo staff, non stanno al momento interferendo con le notizie. L'Egitto sta attraversando la sua crisi politica peggiore dal momento della caduta del regime di Hosni Mubarak, nel febbraio 2011. Secondo il responsabile dell'emittente, Shoukry Abu Amira, i soldati sarebbero però presenti da giorni per proteggere l'edificio, e gli studi non sarebbero mai stati evacuati. I veicoli blindati sarebbero, invece, solo di pattuglia nelle strade vicino al palazzo.
LA FATWA SALAFITA CONTRO L'OPPOSIZIONE - Sempre mercoledì Mohamed al-Zawahiri, fratello del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ha emesso una fatwa, una sentenza che autorizza i suoi seguaci a cambattere contro l'opposizione egiziana. «Non abbiate paura, né esitazione - ha spiegato al-Zawahiri, che guida la corrente jihadista salafita, ad al-Masry al-Youm - annunciamo ai nostri fratelli musulmani che alla fine non saremo noi i vinti, ma sarà il contrario». L'esponente islamico egiziano assicura di non volere «caos, disordine e sedizione», ma afferma la necessità di contrastare il «complotto ordito dagli Stati Uniti d'america e i loro agenti». Un altro religioso, Magdy Hussein, ha aggiunto che ogni mossa contro Morsi sarà considerata «un colpo di Stato». La folla, davanti alle moschee, canta «Non riporteremo al potere l'esercito».
LE VITTIME E LE DIMISSIONI - Nell'arco della giornata di martedì si erano registrate sette vittime negli scontri tra difensori e oppositori del presidente, e nell'arco della notte altre 16 persone sono morte. In totale, da domenica, le vittime di questi incidenti sono 39. Gli scontri mortali sono avvenuti quasi tutti lungo il cavalcavia che porta dal sobborgo di Giza (noto per le Piramidi e la Sfinge) alla città. Per questo il governatore della regione ha rassegnato le dimissioni. Intanto, in piazza Tahrir, prosegue per il quarto giorno consecutivo l'adunata oceanica di manifestanti che chiedono le dimissioni di Morsi, e altre manifestazioni analoghe sono in corso davanti ai due palazzi presidenziali di Ittahadeya ed el Kobba, ad Alessandria e in altre città egiziane. I manifestanti pro-Morsi si sono radunati invece a migliaia davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya, nella Capitale.

Volontari cercano di separare uomini e donne in piazza Tahrir per evitare molestie sessuali (Ap/Nabil)Volontari cercano di separare uomini e donne in piazza Tahrir per evitare molestie sessuali (Ap/Nabil)
GLI STUPRI - Sul luogo delle proteste, nel frattempo, un centinaio di donne sarebbero state molestate o stuprate. Lo denuncia Human Rights Watch, che in un comunicato riferisce di «almeno 91 manifestanti aggredite sessualmente e in alcuni casi stuprate in piazza Tahrir in un clima di impunità». Domenica sono stati denunciati 46 casi di aggressioni sessuali, 17 lunedì e 23 martedì. Cinque altre aggressioni sessuali sarebbero avvenute venerdì e sono state denunciate da «Nazra for

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