Attenzione che non accada come con il Liceo Socrate di Roma dove la stampa, dopo l'incendio che ne ha danneggiato gravemente varie aule, si buttò subito sulla nobile e ghiotta pista della rappresaglia omofobica : il valente istituto era stato punito causa la sua esposizione nella lotta ai persecutori dei gay.
Tanto è vero che si è scomodato pure il Presidente Napolitano che ha fatto pervenire il suo messaggio pieno di indignazione per l'accaduto. Adesso invece pare che i responsabili siano proprio ragazzi della scuola che si sarebbero così vendicati della bocciatura appena rimediata.
Sicuramente la prima pista era più suggestiva...
La notizia di cronaca di oggi, tremenda, della morte di due bambini di 9 e 12 anni, vittime delle fiamme di un incendio scoppiato nella palazzina in cui si trovavano col padre, potrebbe incorrere nello stesso vizio della prima : scartare l'ipotesi dell'incidente tragico e sposare la tesi più violenta, vale a dire l'omicidio da parte del padre. Anche l'uomo ha riportato ustioni gravissime, ma questo ovviamente dice poco.
Alla base dell'ipotesi più appettita dai media, la guerra infinita e , finora verbalmente, violenta tra i genitori delle due vittime. Tanto che , a parte la solita sfilza di denunce reciproche , la donna aveva chiesto che all'ex venisse revocata la potestà genitoriale, e lui , al momento di prendere i figli per i 15 giorni di sua spettanza estiva, avrebbe espressamente minacciato "Li ammazzo".
E sì perché nell'odio feroce che la guerra dei Roses sprigiona, i figli sono l'arma più letale, quella con la quale punire nel modo più definitivo e feroce l'altro.
Non sono cose nuove: nel Mito Greco, poi tramandato dai tragici (Euripide) , tutta roba prima di Cristo, Medea , per vendicarsi di Giasone che la lascia, arriva ad uccidere i figli...
Però aspettiamo prima di trarre conclusioni. Se tutti quelli che, in momenti di rabbia, parlano di omicidio. poi passassero veramente all'azione, il mondo non avrebbe problemi di sovrappopolazione .
Resta la sorte veramente atroce dei due poveri figli.
Ecco la notizia come riportata dal Corriere.it
A ONO SAN PIETRO (BS), in vallecamonica
Due bimbi carbonizzati, il padre:
«Porto via i bimbi 15 giorni e te li ammazzo»
Il padre, gravemente ustionato, era stato più volte denunciato per stalking dall'ex moglie.
La palazzina incendiata (Fotogramma)
Era stato più volte denunciato per stalking dalla ex moglie
Pasquale Iacovone, il padre dei due bambini morti carbonizzati questa
mattina in un incendio a Ono San Pietro (BS), in Vallecamonica. I due
erano separati da quattro anni e la donna aveva chiesto che gli fosse
tolta la potestà genitoriale». Una situazione che aveva reso più tesi i
rapporti tra Iacovone e l'ex moglie.
«TE LI AMMAZZO» - Quello che è
certo è che sotto c'è una storia agghiacciante fatta di continue
minacce. Raccolte in oltre 10 querele. Tante sono quelle che Enrica
Patti, la madre dei piccoli Davide e Andrea Iacovone, ha presentato dal
2010 a oggi. In una di queste, del 2 luglio 2012, come spiega l'avvocato
della donna Pier Luigi Milani, «lui disse: "ammazzo te e tua madre.
L'unico modo per farti del male...e mi porto via i bambini 15 giorni e
te li ammazzo».USTIONATO - Da tre anni l'uomo, che faceva lavori come imbianchino e muratore, viveva in affitto nell'appartamento andato a fuoco. I Vigili hanno dovuto lavorare molto per spegnere l'incendio, causato probabilmente da una tanica di benzina trovata vicino all'impianto del metano, e lo hanno estratto ancora vivo dalle fiamme anche se l'uomo ha l'85 per cento del corpo ustionato. Sul posto anche il nucleo investigativo dei Carabinieri, la scientifica e il pubblico ministero, Eliana Dolce. È stato aperto un fascicolo per duplice omicidio a carico di ignoti.
Due bimbi carbonizzati in camera da letto, padre ustionato
MINACCE - Pasquale Iacovone aveva minacciato la madre dei suoi figli di non farle mai più vedere Andrea e Davide ben prima dell'incendio in cui sono morti questa mattina. È stato Pierluigi Milani, l'avvocato dell'ex moglie, Enrica Patti, a parlare dei pesanti sms di minaccia che, ha detto, sono stati allegati agli atti del fascicolo aperto nei confronto di Iacovone dopo le denunce della donna. Ed è per questo che la donna, nonostante sia sotto choc, ha confidato al suo avvocato che aveva già dei timori. I bambini si trovavano con il padre da una decina di giorni. In autunno però si sarebbe dovuto ridiscutere anche dell'affidamento congiunto. «Ad ottobre ci sarebbe stata un'udienza - racconta il sindaco di Ono San Pietro, Elena Broggi - perché la madre aveva chiesto di valutare se era possibile togliere all'ex marito la patria potestà».
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