venerdì 27 settembre 2013

A COSA SERVE UN GOVERNO COSì. DI FILIPPO FACCI



Il vero golpe secondo Filippo Facci non è quello prossimo venturo paventato dal PDL - che state sereni, NON ci sarà - ma quello che si realizza da diversi anni con la politica delle cose d'Italia eterodiretta dall'estero.
Non si tratta delle congiure di giuliettiana memoria, semplicemente il vincolo europeo e la subordinazione finanziaria cui segue appunto quella politica. Ma non solo.
Come tutti gli appunti di Facci, non è una vera analisi, ma una provocazione, che offre stimoli di riflessione.
Mi piacerebbe inviarlo sulla posta di Antonio Polito, ma chissà che il bravo editorialista del Corsera non lo legga da sé.


Appunto

Facci: il golpe responsabile

Tutti contro gli onorevoli Pdl dimissionari. Sicuri che a remare contro l'Italia non sia chi accetta ogni ricatto dell'Europa?



 Facci: i golpisti sono quelli che dicono sì ai ricatti dell'Europa
Il golpe non è quello contro Berlusconi. Il golpe è quello contro l’immobilismo «responsabile» a cui si vorrebbe condannare le democrazia italiana e le sue dinamiche costituzionalmente previste. Il golpe è che le dimissioni di massa di un gruppo parlamentare - piacciano o non piacciano - siano giudicate solamente sulla base di quello che potrebbero pensarne gli investitori internazionali. Il golpe è vivere sotto il perenne ricatto dell’Europa economica e accettare che la caduta di un qualsiasi governo - prima Monti, poi Letta - comporti dei «danni irreparabili» che rendano la governabilità un mito assoluto. Il golpe è pensare che il governo di un Paese debba esistere solo per arrancare dietro dei processi economici decisi altrove. Il golpe è demonizzare e giudicare ovviamente «irresponsabile» ogni alternativa di governo o peggio il banale ritorno al voto popolare. Il golpe è pensare che «l’interesse generale»di Roma e Bruxelles e Wall Strett possa davvero essere lo stesso. Il golpe è che la costituzionalista Carla Carlassare possa ipotizzare - sul Fatto di ieri - l’applicazione dell’articolo 338 del Codice Penale e cioè l’incriminazione di massa dei parlamentari dimissionari. Il golpe è ignorare che in Italia c’è ancora un primato della politica: che prevede - sbagliando, magari, ma la prevede - la facoltà di rifiutare le decisioni della magistratura per una semplice volontà politica di farlo.
 

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