sabato 7 settembre 2013

LA CONTROPREGHIERA DI SOFRI SULLA SIRIA


Quando Reagani decise di dare una strigliata a Gheddafi - prendendo anche in considerazione l'idea che nel blitz il Rais ci lasciasse le penne, e ci mancò poco - non prese in mano l'Amleto di Shakespeare, non si tormentò per giorni e giorni. Lo fece e basta.
Gheddafi, sopravvissuto di un soffio, virò di 180 gradi la sua politica estera. Obama non è Reagan. E si vede. 
I problemi, a non affrontarli subito, nella  speranza (molto umana ma più spesso vana), si risolvano da soli, s'incattiviscono, e in Siria è esattamente quello che è accaduto. Ora non si sa più che fare, ogni soluzione ha gravi controindicazioni. Quello che però ogni volta è stomachevole da osservare, è come certo pacifismo si risvegli al solo pensiero che l'America si muova. Veramente sembra il riflesso del cane di Pavlov.
E allora un plauso alla "preghiera" di Adriano Sofri, che immagina Obama rivolgersi al mondo e dire :

Io pregherò che le cose vadano così. Il Congresso autorizza Obama. Obama convoca una conferenza stampa e dice:
"Buongiorno. Dopo due anni e mezzo di efferatezze, di cui si sono macchiate variamente tutte le parti, ma questo non
le mette sullo stesso piano, perché uno Stato monarchico che bombarda i propri sudditi non è la stessa cosa di qualunque infame banda privata gli si drizzi contro,
dopo due anni e mezzo di efferatezze e di quella cosa che si chiama, benché sembra che tutti vogliano dimenticarsene, crimini di guerra, io posso finalmente intervenire, e ho ottenuto anche la copertura del Congresso. Dunque, forte della mia convinzione e del sostegno parlamentare, e oltretutto incline come sono, e chiunque non sia accecato dal pregiudizio l'ha capito, a diffidare delle operazioni militari che vorrei piuttosto dismettere tutte, vi comunico la mia decisione di non farne niente. Troppo si è incancrenita la guerra civile siriana, nell'inerzia di tutti noi, e nella complicità attiva di molti, a cominciare dalla Russia di Putin.  
Ora i vili che hanno voltato finora la testa dall'altra parte e i complici attivi della ferocia di Assad vogliono abusare del punto cui sono arrivate le cose per mettere gli Stati Uniti alle corde, per imporre il diritto di ogni tiranno a fare strage della sua gente impunito pur di conservarsi al potere, e per far figura di anime belle, amanti della pace e dell'amore universale. Dunque si accomodino. Da questo momento in poi le vittime innocenti della guerra civile in Siria riguarderanno solo loro. 
Ma siccome io non sono un uomo malvagio, e probabilmente non m'intendo granché del Medio oriente ma voglio bene anche ai bambini degli altri, mi auguro che la via del negoziato, della riconciliazione e della soluzione politica, di cui all'improvviso vi siete messi tutti a parlare e pregare e digiunare, abbia successo. Ne sarei il più contento. Anche perché tutto questo negoziare, cantare, pregare e digiunare, e scongiurare l'uso delle armi e perseguire il dialogo eccetera eccetera, è venuto solo dopo che io ho detto che ne avevo abbastanza, e solo perché io ho detto, pur riluttante quanto e più di voi, che ne avevo abbastanza. Così, se voi riusciste davvero a fermare l'orrore in Siria, mentre io d'ora in poi sto a guardarvi, io meriterei finalmente il premio Nobel per la pace. Buonasera".
 Qualche persona, poco intelligente, sarà felice che anche Sofri si pronunci contro l'intervento, non cogliendo le parole di malcelato disprezzo di chi finora ha ignorato l'eccidio che Assad ha perpetrato contro la sua gente.
Pregate, digiunate, negoziate. E vedremo se la pace tornerà in Siria.




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