lunedì 9 settembre 2013

OGNI COSA HA IL SUO TEMPO. ANCHE L'"AMMORE"


Giorni fa una carissima amica, che chiameremo Nunzia, dopo una delusione (ennesima ?) amorosa, mi ha pregato di scriverle cosa, secondo me, le mancasse per avere una relazione con un uomo. 
Lo scambio di corrispondenza, corretto il giusto per evitare improbabili ma non impossibili identificazioni, lo riporto di seguito sapendo come il tema coinvolga non solo tante amiche donne, ma anche qualche maschietto...
E magari qualcuna/o troverà motivo di riflettere un po' anche su di sé...
Eccolo dunque

Cara Nunzia, se ho capito bene la domanda, tu mi chiedi cosa c'è che non va in te in una relazione con un uomo. Questa domanda mi mette in difficoltà per due buone ragioni : 1) Io non sono un tuo ex 2) non sono uno che ha la biografia personale giusta per rispondere a siffatto quesito.
Però non mi voglio sottrarre e abbozzo un tentativo di risposta, mettendo insieme gli elementi che conosco di te con le mie nozioni generali acquisite con l'esperienza, la lettura e il percorso di psicanalisi fatto a mia volta.
D'istinto direi che tu , Nunzietta, come persona non hai NULLA che non vada per una bella relazione.
Accettato come dato di fatto che tutte le persone hanno i loro limiti e difetti e conseguentemente anche i rapporti che mettono su scontano questa imperfezione, io penso che le tue qualità personali facciano pregio sulle mancanze.
Hai belle doti quali sensibilità, aspetto gradevole, onestà, affettuosità, disponibilità, che ritengo tu trasfonda anche nella relazione di coppia, dove non fai mancare generosità e sensualità,  Con le tue figlie hai mostrato pazienza, capacità di passar sopra, ascolto. Ecco, se anche queste buone attitudini acquisite (perché non ci sei nata...),  riuscissi a importarle nell'altro tipo di "amore", sarebbe ottima cosa. Capisco quando mi dite (mi fido sulla parola) che per e con i figli sia diverso, però ritengo che le caratteristiche ora citate siano preziosissime anche nel rapporto a due.
Lacuna principale, che sicuramente PESA in qualsiasi relazione, e di più in una sentimentale, è la permalosità, e tu Nunzietta, LO SEI. Però poi riesci anche a superare, non tieni troppo il muso, e questo attenua la cosa.
Però qui stiamo parlando di un rapporto NATO, che c'è e che deve procedere.
Mentre, se non ho capito male, da molto tempo in qua è proprio la fase di volo che non arriva. Questo aereo decolla pure ma non arriva mai a raggiungere la quota di crociera.
Credo sia qui il punto cruciale Nunzia, e ne abbiamo parlato anche in passato. IO penso che il problema non stia su cosa manchi (o ci sia troppo...che c'è anche questo aspetto...ricordi il bellissimo film "come eravamo" con la Streisand e Redford ? "tu sei troppo" diceva lui a lei lasciandola...) ma su come scegli.
Non sei sbagliata tu, in astratto, il tuo essere persona, ma sbagli nelle scelte.
Le persone di cui t'innamori non vanno bene per una relazione normale, quale quella dici di volere, di cui senti la mancanza.
Non andavamo bene i precedenti, dopo tuo marito ( il tuo capo, per cui hai finito per lasciare un matrimonio che comunque era finito ; poi un  giovanotto troppo giovane ) e mi pare evidente che non siano andati bene altri, in questi ultimi anni (però mi sembra che te ne accorgi prima, e questa è una buona cosa ).
E' anche una mia convinzione, che pure conosci, che dopo i 40 anni sia un errore continuare ad inseguire l'amore "romantico". Ammesso e non concesso che noi 45-50enni veramente si sia mantenuto uno spirito adatto alla bisogna, è comunque difficile, giunti alla mezza età, trovare qualcuno che ci corrisponda su quel piano.
Più facile che si realizzino validi e soddisfacenti compromessi , al limite anche "al ribasso".
Relazioni con brave persone, piacenti, serie, ma non emozionanti (non come vorremmo).
Parlo evidentemente di probabilità, che la possibilità del colpo di culo c'è sempre !
Però Nunzietta, è vero che la gente vince al lotto, ma non succede spesso e soprattutto non è sano prendersela se non si vince...
Non sono discorsi nuovi, sono certo che troverai l'eco di parole già sentite in questa mail.
Però è quello che penso, in generale e ancora di più per le donne come te che hanno tutto, o quasi, per avere un rapporto sentimentale soddisfacente.
E invece non accade.
E allora il pensiero è che sia stata posta troppo in alto l'asticella, ed è per questo che, pure allenati e dotati, non riusciamo a saltare al di là.
AL tuo posto vedrei il bicchiere metà pieno, che è come uno che va dal dottore e siccome non fa i 100 metri in 9.90 pensa di avere qualche male.
Nessun male, tutto è a posto, sana come un pesciolino. Solo che a 50 anni sarebbe meglio scegliere "gare" più tranquille Emoji.



Seguiva quindi la risposta di Nunzia :


Condivido quello che dici sulla scelta infelice delle persone con le quali avrei voluto legarmi...infelice perchè, come dici giustamente,non erano uomini che potevano partecipare ad una relazione "normale" come io posso intenderla: o erano sposati, o troppo giovani e quindi inadatti ad una relazione stabile con me, o inquieti e non "irregimentabili", come potevi essere tu.
Per Astolfo, la persona ultima di cui ti dicevo, che pur teoricamente poteva essere a me adatto, perché ha un trascorso di vita  ben   compatibile con i miei valori e il mio modo di concepire  l'amore, non  era tempo di una relazione. Sono arrivata nel momento sbagliato o non ho saputo aspettare i tempi giusti, usando il giusto approccio.
Il fatto, Stefano caro, è che certe cose non sono così evidenti all'inizio e quando iniziano ad essere tali, sei già coinvolta.
Voi maschietti, peraltro, spesso all'inizio apparite diversi e vi ponete in modo diverso da quello che poi è il vostro modo normale e quotidiano di essere
Aspetto comunque la tua precisazione.
un abbraccio

P.S. LA PROSSIMA VOLTA NON SARò "TROPPO", QUESTO LO PROMETTO:-)

E la mia replica


Intanto, quando dico "troppo", mi riferisco a come un uomo ti può avvertire. Non è lui "troppo", sei TU. "SENTI" troppo., Hai una intensità, e quindi la vuoi in cambio, che per molti uomini è "troppo". Conosco uomini tranquilli, paciosi, che vivono senza troppe richieste (ma anche senza molti slanci) relazioni "calme". Dove il saper NON ascoltare, non dare troppo peso, diventa una virtù. Con certe persone, uomini e donne (ma credo donne di più) è indispensabile. Perché se gli vai dietro diventi matto.
Io sono un uomo che sa dire cose dolci, tenere, e avere una espansività avvolgente. Ma odio la quotidianità, il vedersi tutti i giorni, la condivisione di tutto o della maggior parte delle cose. Ci sono uomini che sono l'opposto. Non ti prendono per mano, non ti accarezzano fuori dal letto, sia con gesti che con parole, ma per i quali è piacevole tenersi compagnia anche scemplicemente stando nella stessa casa, tu a cucinare (??) , lui a leggere un libro. Che se borbotti per l'ufficio sanno dirti "hai ragione cara" mentre non hanno sentito una parola di quello che hai detto. Del tutto indifferenti alle altre donne, ma anche piuttosto tranquillini con te.
I pregi sono l'ombra dei difetti. Ricorderai di avermi sentito dire più volte queste parole.
Tu vuoi di più, e questo di più, dopo una certa età, è molto difficile (impossibile non c'è quasi nulla) trovarlo.
Questo in generale.
Venendo al particolare quello che scrivi su questo Astolfo è

 troppo vago, quindi non si comprende perché costui, che aveva sulla carta intenti affini ai tuoi, poi però non era pronto per una relazione.
Finita da troppo poco tempo l'ultima ? Può essere, però ti avverto che è tra le scuse più gettonate nel vademecum maschile di chi una relazione standard non la vuole ora ma nemmeno domani.
Noi maschietti temo che appariamo diversi perché la tua (vostra) capacità proiettiva all'inizio è pressoché invincibile. Vedete e sentite SOLO quello che vi aggrada, ignorando qualsiasi dato fattuale utile.
Era un segreto che il tuo capo fosse sposato ? E nei tuoi racconti non ricordo che lui abbia mai detto che avrebbe lasciato la moglie. Anzi. Quindi ? Non avevi TUTTI gli elementi per stare lontano da una storia così, se ne volevi una NORMALE ?
Stessa cosa il giovanotto cui lasciavi diversi anni...Anche questo dato, che consiglia le più prudenti a lasciar perdere, o a vivere la storia  senza investimenti sul futuro, era palese.

Quanto a me, condivido la definizione "non irrigimentabile", aggiungendo che questo aspetto è dal sottoscritto esplicitato in prosa e in versi da prima di subito.
 Dico queste cose proprio per restare su un aspetto importante, che in analisi hai compreso molto bene : è fallace cercare altrove da sé le ragioni di scelte che sono sbagliate, rispetto a ciò che vogliamo.  

Conosci la vicenda  di Veturia. Ha vissuto una storia d'amore durata 25 anni con uno sposato ed effettivamente, con tutti i grandissimi limiti che inevitabilmente una relazione del genere comporta, oggi che questo rapporto è diventato un grande affetto (tra l'altro lui è molto più grande di lei, e l'età si fa sentire)  lei può dire con convinzione , a differenza di molte altre persone , di aver vissuto un GRANDE amore. Penso che sia sincera con se stessa. Certo, l'ha pagato un prezzo salatissimo (niente figli, in primis, ma non solo questo).
Forse sarebbe stato così per te se non fosse morto il tuo capo, chissà.
Però sono convinto (sempre stato ascoltandoti) che tu abbia avuto elementi per scegliere diversamente. Quello che si avverte, è che tu sia molto veloce, e questo è accaduto anche a 40 anni inoltrati, a farti coinvolgere in modo eccessivo, tanto che quando la ragione finalmente ha la meglio sull'obnubilamento iniziale, tipico degli innamoramenti, tu ti dica "troppo tardi, ormai ci sto dentro".
Non mi convince.
E quindi torniamo al punto iniziale. Ribadisco che tu, come donna, hai tutte le cose che possono piacere ed andare bene in una relazione con un uomo. Ma non TUTTI gli uomini, superati i 35-40, vogliono una relazione. Più spesso sono favorevolmente predisposti quelli  con scarsi requisiti  "romantici",  quelli che invece  temo per te siano indispensabili.
C'è un'altra amica. Giorgia, che ha una sessantina di  anni. Da circa 5 sta con un uomo che ne ha qualcuno in più (come vedi, hai tempo !! Emoji ) . In realtà quando questo l'ha "corteggiata",  per vario tempo (almeno 2 anni ! certo non un assedio Emoji...) si conoscevano già, entrambi  impegnati;  poi lei è rimasta vedova, lui si lasciò con la donna con cui stava (credo sia stato mollato) e iniziò a mostrarle interesse. A lei lui non piaceva. Buon amico, persona stimabile per vari versi, però non scattava il quid. Che invece provava per un altro ....Emoji. Con quest'ultimo la cosa non partì, e lei, decise (erano passati come detto almeno un paio d'anni !!) di accettare la corte dell'altro e da allora stanno insieme. Lui probabilmente si può dire che ami lei, in un modo che non credo ti appassionerebbe, lei no lui, però gli vuole sinceramente bene. Non vivono insieme, ma si tengono compagnia (lui 2-3 giorni a settimana si ferma da lei, viaggi e we insieme, mutuo aiuto).
Ecco, secondo me una cosa così tu la troveresti l'attimo dopo che decidessi di accettarla.
Ma non vuoi. Vuoi l' "AMMORE".
E quello a 50 anni Nunzietta, con tutte le qualità che puoi avere ed hai (insieme a qualche difettuccio Emoji ) , invece è difficile trovarlo per tutti.
Ecco, ti ho fatto l'esempio di un compromesso al ribasso, che però funziona.
A suo tempo, ti ricordavo la scelta di mia madre, che a 48 anni si risposò con mio padre senza certo amarlo. Gli voleva bene, e nei 25 anni successivi gliene ha voluto ancora di più, vivendo finalmente serena.
Al contrario, di veri amori scoppiati a 45-50 anni , che durano (perché gli invaghimenti sono altra cosa, e finiscono abbastanza presto) non ne conosco nessuno.
C'era un libro che titolava "ogni cosa ha il suo tempo". 



 

9 commenti:

  1. PAOLA PASQUINUZZI

    Un po' cinico ma realista abbastanza

    RispondiElimina
  2. RICCARDO CATTARINI

    Stefano ha la capacità di mettere il dito, forse involontariamente, certo con molto affetto, nelle quotidiane incertezze di tutti noi, altroché se comprese le mie ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. GIUDITTA MERISI

      involontariamente si poteva anche togliere ....

      Elimina
  3. GIUDITTA MERISI

    se proprio si è fissati con l'"ammore" stile Nunzia,,, beh oltre i 50 anni sarà bene almeno concepirlo diverso rispetto agli adorabili canoni mentali adolescenziali, l'analisi di Stefano è sacrosanta e ineccepibile nella sua affettuosa cinica crudezza ... quindi famolo strano st'ammore di mezza età...

    RispondiElimina
  4. RAFAEL MARIN

    Bravo !!
    Oltre che con la politica, ci sai fare anche con gli articoli sulle relazioni. Potresti aprire un altro versante sul blog.

    RispondiElimina
  5. CATERINA SIMON

    Ti commento su fb perchè non son riuscita a farlo sul sito del Camerlengo, abbi pazienza
    Trovo sempre molto stimolanti ed interessanti i tuoi post e di solito condivido praticamente ogni tua osservazione . L’unica tua posizione che non mi convince proprio è quella sui test d’ingresso all’Università. Poco male, dirai tu, segno di vivacità dialettica ed è proprio in questo spirito che ti propongo queste mie riflessioni anche perché penso, immagino proprio come te, che lo sfascio del nostro sistema d’istruzione sia alla base del penoso declino del nostro Paese, del populismo, della mancanza di una società civile informata e capace di un autentico pensiero critico.
    Sull’analisi della situazione penso di trovarmi d’accordo con te: i nostri giovani sono spaventosamente ignoranti, viziati, disabituati allo studio e alla pianificazione dello stesso. Le nostre università hanno prodotto, negli ultimi vent’anni, una classe di laurati pesantemente inadeguata. I rettori e i professori universitari si lamentavano dicendo che gli studenti arrivavano dal liceo incapaci di affrontare lo studio universitario. Si è percio’ pensato di selezionare l’ammissione all’università in base al merito e si è dato il via ai test d’ingresso.

    RispondiElimina
  6. cATERINA SIMON (continuazione)

    Ora secondo me, in Italia, qualunque sistema che tenda ad agire sul meccanismo d’ingresso all’università finirà per risultare inadeguato e pesantemente iniquo. Si vuole valutare la preparazione dei nostri studenti ma al momento di stabilire il metodo sorgono subito i primi problemi.
    Infatti :
    il voto di maturità non puo’ essere preso in considerazioni per le ragione così ben aspresse nell’articolo di Polito, (ma anche più volte da Ricolfi). Per gli stessi motivi, tuttavia, non possono essere presi in considerazione neanche i voti del percorso scolastico,come si pensa di (ri)fare adesso; infatti le discrepanze tra nord e sud sono valide anche in questo caso e così pure le obbiezioni mosse al criterio del voto di maturità.

    RispondiElimina
  7. CATERINA SIMON (fine)

    I test d’ingresso pero’ Stefano non sono un criterio molto migliore e per i motivi che sinteticamente ti elenco:
    Le domande dei test non tengono conto del programma effettivamente svolto dalle scuole italiane; molte cose infatti, benchè incluse nel programma ministeriale, semplicemente “non si fanno” (questo succedeva anche “ai nostri tempi”) o si fanno poco e male e anche qui la discrepanza tra le varie scuole e tra i vari insegnanti fa la differenza. Non è un mistero che per esempio al classico venga un po’ tralasciata la matematica, e d’altra parte anche le ore previste sono pochine. La cosa fin qui non aveva destato particolare allarme, ma è diventa di colpo importante e pure parecchio, nel momento in cui le domande di matematica, fisica e chimica sono diventate decisive nei test d’ingresso a tutte le università, compresa,per esempio, la facoltà di medicina (chissà poi perché, come si sono giustamente chiesti anche i presidi di queste facoltà). E questo per tacere della situazione degli studenti che escono dal linguistico, dallo psicopedagogico, come sono state pomposamente ribattezzate le magistrali, dai geometri dai ragionieri ecc.
    Questo senza contare che alcuni argomenti inclusi nei test non fanno proprio parte del programma di molte scuole superiori italiane o vengono svolti per un numero di ore insufficenti ad ottenere una preparazione adeguata. Per esempio, alzi la mano chi ha mai fatto esercizi di logica al liceo, eppure le domande di logica sono incluse eccome nei test d’ingresso e sono pure molto importanti! Le domande di cultura generali, infine, sono un vero terno al lotto e molto più degne di un cruciverba della settimana enigmistica che di una valutazione seria della cutura generale di uno studente. In certi casi poi sconfinano francamente nel ridicolo, denunciando, tra l’altro, che anche chi prepara materialmente i test non ha ben chiara la differenza tra la cultura generale e l’attualità da rotocalco: Chi ha vinto l’edizione di miss italia dell’anno x? Chi ha vinto l’edizione di San Remo del…? e così via delirando, a riprova che l’ignoranza, quella vera, non è un problema solo degli studenti.
    Il risultato è che c’è stato un fiorire di corsi di preparazione ai test per cui, ad un costo compreso tra i 700 e i 1000 euro, si ottiene, facendoti un bel mazzo, la preparazione che la scuola non ti ha dato. Se penso che il ministro Profumo, che evidentemente vive in un’altra nazione, voleva spostare i test d’ingresso ad Aprile mi viene da ridere.
    E comunque vada c’è anche un’altra notizia: i posti sono limitati, percio’ non è detto, anche se ottieni un buon risultato, che alla fine riuscirai ad entrare. Quindi che si fa? Si tenta in altre facoltà, con buona pace delle passioni o quantomeno delle inclinazioni di ognuno. Pensa un po’che la figlia di una mia amica, con una gran passione per gli animali, voleva fare la veterinaria; conoscendo le regole ha tentato pero’ il test anche in medicina e farmacia.Bene, non ha passato veterinaria ma è entrata in medicina. In conclusione: sarebbe stata un’ottima veterinaria e invece sarà probabilmente un medico mediocre. Questo si che è il risultato peggiore, in termine di ambizioni, sogni e aspirazioni, a cui si poteva arrivare.
    In conclusione di tutto cio’ quello che dico è questo: se, come dice Polito, “non siamo in grado di valutare i nostri studenti” ma anzi abbiamo avuto la prova incontrovertibile del “ fallimento di ogni criterio di valutazione nella nostra scuola pubblica” , allora lasciamo che siano gli studenti stessi , con una prova sul campo, ad dimostrare le proprie capacità. Proponiamo il sistema vigente in Francia: l’ingresso è libero, ma se alla fine di ogni semestre non dai gli esami previsti sei fuori. Semplice, facilmente applicabile e meritocratico. Gli esami italiani andrebbero adeguati, ovviamente, gli orali sostituiti da test sul modello inglese o americano, giusto per sfuggire agli umori bislacchi e alle “simpatie” dei nostri professori ma niente di particolarmente difficile.
    Dialetticamente , che ne dici?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piace molto quanto hai scritto, e aderisco senz'altro all'alternativa che proponi. Resterebbe un problema di offerta di mercato...che in altri paesi tengono presente (che me ne faccio di 100.000 professori anche bravissimi se me ne servono 10.000 ???). Non per altro, che poi i precari - che non ci sono abbastanza cattedre - piangono dallo Stato e pretendono soluzioni (nella scuola), o la pletora di avvocati abbassano i costi di accesso alla giustizia con il bel risultato di aumentare il numero delle cause. Però mi andrebbe benissimo l'espulsione per gli studenti non in regola con gli esami (aggiungendo anche un rialzo della preparazione necessaria per arrivare a superarli quegli esami...). Continuiamo a "dialetticare" !!

      Elimina