domenica 1 settembre 2013

RENZI SCALDA I MOTORI PER L'AUTUNNO E SI CONFERMA CANDIDATO ALLA SEGRETERIA PD

 
Nel leggere il servizio dedicato dal Corriere della Sera alle dichiarazioni di Renzi alla festa del PD a Genova, dove a porgli le domande era un giornalista amico come Mentana, non ho trovato nulla di nuovo o di interessante. Del resto è inevitabile. Dopo l'ubriacatura mediatica post elezioni, difficile che ci sia qualcosa che il sindaco di Firenze non abbia già detto.
Non può certo essere una notizia che "abbia fatto un pensierino sul fatto di diventare segretario del PD", così come, parlando di Bersani, che lo rispetta e che lui le cose le ha sempre dette in faccia. E altre cose così. La rottamazione trasferita al settore economico (ma in quello politico non è che abbia portato a termine l'opera. Piuttosto, sembra che stia recuperando fior di dinosauri, come Bianco e addirittura Orlando !! speriamo siano malignità di Libero ! ) andrebbe meglio spiegata, perché si può anche condividere che sia discutibile che importanti gruppi economici siano controllati con percentuali azionarie risibili, ma che c'entra la politica in questo ? O il sindaco di Firenze non crede più nel mercato ? 
Comunque una cosa sembra cambiata rispetto al passato ed è l'appeal di Renzi presso la base PD. Sbaglierò, ma il suo essersi spostato di baricentro, la sua esplicita avversione per le larghe intese (che pure, dopo le elezioni, anche lui aveva indicato come l'unica soluzione possibile emersa dalle urne, evidentemente ci ha ripensato), essersi unito al coro delle sentenze che si rispettano, lo ha reso forse più gradito alla famosa pancia del partito. 
Più probabilmente, c'entra anche il fatto che molti esperti nonché tutti i sondaggisti, affermano che con Renzi leader a febbraio 2013 il PD avrebbe vinto e se si tornasse oggi alle elezioni solo lui potrebbe farlo, che i rilevamenti demoscopici danno la sinistra dietro a Berlusconi. Del resto, chi se non lui ? Forse  Letta, che però non ha l'appeal del gianburrasca toscano. 
Certo, bisogna vedere quanti elettori potenziali l'uomo ha perso al centro, con la sua manovra. Io penso non pochi, rispetto a quelli che lo avrebbero seguito a febbraio, ma anche questa è solo una mia sensazione. 
Tra non molto peraltro qualche responso dovrà iniziare a uscire. Il congresso del PD, tanto temuto da alcuni e sospirato da altri, è stato promesso per l'autunno e dunque eccoci. E anche Palazzo Chigi non è detto che sia una meta troppo lontana, che Letta mostra sempre salute cagionevole.

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GENOVA

Renzi a tutto campo alla festa del Pd «Io segretario? Ci faccio un pensierino»

«Serve una svolta radicale, non basta il cacciavite». Ma «a chi dice renziano gli prescriverei un trattamento sanitario»

 
Matteo Renzi, a destra, con Enrico MentanaMatteo Renzi, a destra, con Enrico Mentana
Renzi risponde a Mentana sul palco della Festa del Pd a Genova. Ma è un intervento aperto il suo, accetta le domande della platea, scherza col pubblico. Parla con la consueta ironia il sindaco di Firenze. E affronta il tema della guida del Pd: «Io sono disponibile a guidare il Pd ma poi decidono gli elettori. Il punto non è quello che faccio da grande ma quello che facciamo insieme per un partito che non sbagli il calcio di rigore a porta vuota ma torni a vincere». E poi, rivolto a Epifani: «È ora che fissi il congresso e si decidano le regole». PARTITO - Renzi accetta il discorso della candiatura e spiega la sua idea di partito. «Al congresso non voglio i voti dei renziani ma il voto di uomini liberi che hanno a cuore l'Italia. A chi dice renziano gli prescriverei un trattamento sanitario obbligatorio». Vuole un cambiamento radicale anche nel modo di fare politica. «Quando la politica sta in mezzo alla gente è seria, quando sta chiusa in una stanza è burocrazia». La sua idea di partito? «Nel Pd che faremo, i territori saranno al centro e non sarà Roma a dettare la linea».
BERSANI - Rivolgendosi a Bersani: «Se c'era una corrente dei renziani avrebbe chiesto spazio» dopo la sconfitta alle ultime primarie del Pd e invece «non è così, non perché sono un ingenuo, ma perché non serve a niente». All'ex segretario concede l'onore delle armi: «Penso sia preferibile il coraggio, la lealtà di chi dice le cose in faccia. Quando tutti erano con Bersani io non ho avuto paura di dirlgi in faccia che stava sbagliando. Ma ho continuato a rispettarlo anche dopo». Poco prima aveva accennato alla mancata elezione di Prodi al Quirinale: «Non mi è piaciuto il metodo» lasciando intendere che Bersani era stato colpito alle spalle.
ROTTAMAZIONE - Il Paese ha bisogno di una svolta. «Vanno rottamati alcuni personaggi dell'economia. Serve una rivoluzione radicale, non basta il cacciavite». «In Italia ci sono tante finte realtà imprenditoriali, dove con patti parasociali e sociali, anche con partecipazioni da prefisso telefonico, lo 0,12% o lo 0,15%, si controllano i grandi gruppi editoriali, industriali e i giornali».
SENATO - Sul parlamento Renzi prefigura una struttra più senlla dell'attuale. «Io sono per l'abolizione del Senato. Ill ping pong tra Camera e Senato andava bene ai tempi della Costituente ma oggi è superato. Oggi bisognerebbe fare le cose più veloci. Immagino che risparmiare 315 indennità senatoriali non cambia la vita del Paese ma sia un segnale»
BERLUSCONI - Inevitabile la domanda sulle vicende giudiziarie di Berlusconi. «Io sono rimasto dov’ero è lui che ha cambiato la sua, è lui che è stato condannato» ha detto Renzi. Aggiungendo «continuo a dire che non bisogna avere puzza sotto il naso per chi lo ha votato» ma che «contestare la condanna in Cassazione vuol dire «contestare le istituzioni». «Dopo 20 anni rivendico il diritto a non parlare tutti i giorni di lui. Dobbiamo parlare dell’Italia, di noi. Questo è il Pd che dobbiamo fare». Dichiarazione, quest'ultima, sottolineata dagli applausi del pubblico.

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