giovedì 10 ottobre 2013

E ANCHE POGBA SE NE ANDRA' . "NON ABBIAMO LA FORZA PER TENERLO" AMMETTE AGNELLI


Brutte nuove da casa Juve. Pogba può essere ceduto. Non che ci fossero dubbi, però una volta tanto che eravamo noi che avevamo il giovane vincente...Anche perché non è che ci capita spesso, che altri sembrano più fortunati (bravi ?) di Marotta. E già perché a fronte di un Vidal e di un Pogba, quanti sono i giocatori presi dall'amministratore delegato bianconero e rivelatesi delle sòle o mezze tali ? Dico i primi che mi vengono in mente : Martinez, Krasic, Elia, Bendtner, Lucio, Estegarribia, molto più di un sospetto per Padoin e Isla e non c'è da fremere per gente come Cacares e Peluso. Giovinco...aspettiamo.
Pogba ha solo 21 anni, mostra qualità e personalità, sarebbe bello che restasse ma non accadrà, perché né la Juve né il campionato italiano hanno la forza di trattenere i veri talenti (o anche le promesse di essere tali).
Ok , è la realtà, facciamoci i conti. Però non capisco Andrea Agnelli, che è stato lui ad ammettere pubblicamente che il club non sarebbe in grado di resistere ad una offerta sostanziosa accompagnata dalla volontà del giocatore, quando parla di campionato europeo, una sorta di superlega, dove non ci sono retrocessioni, sempre gli stessi, come nello sport americano (e chi è fuori ? destinato a non entrare mai ? ). Una Juve che non è in grado di tenere i campionissimi ( in questo caso le speranze !) è sicuro che potrebbe militare in questa ALL STAR ? E quand'anche, con quale ruolo se non quello del comprimario ?
Parla, il presidente, dei diritti  TV che dovrebbero essere aumentati. Curioso. Lo spettacolo del calcio italiano cala, per mancanza dei grandi giocatori (che, come ricorda Conte, i Ribery, i Robbens, i Ronaldo, i Messi, i Neymar, ma l'elenco potrebbe continuare a lungo, ce li hanno gli altri ) però i club dovrebbero avere dalle TV più soldi. Motivo ? Forse stanno imparando tutti : cercare di aumentare le entrate a prescindere da cosa si offre e/o si produce (finora prassi degli Stati, e dei Ladri).
Parla della mancanza degli stadi nuovi in Italia, e ha ragione. Però la Juve è l'unica che ce l'ha, e se i conti sono migliorati (lo sono ? forse sì) non lo sono abbastanza a quanto pare. Critica la retorica del fair play finanziario, che in effetti Real, Barcellona, ma anche Bayern, Chelsea, PSG non ne sembrano molto influenzati. E' vero che incassano più di noi, sicuramente i due club spagnoli, ma è anche vero che hanno debiti mostruosi, ripianati da banche e sponsor milionari. Gli altri hanno sceicchi o magnati russi. Giustamente , dice Agnelli, quali le sanzioni ? Economiche ? Le possono pagare. Squalifiche ? I maggiori club d'Europa ? Non credibile. Platini si è destinato ad una brutta figura.
Insomma, ha ragione Conte. Abbiamo una bella macchina, magari un SUV, ma gli altri hanno i carri armati. 
Infine, anche se scomodare Valery è eccessivo per il calcio, resta profondamente vero l'aforisma per il quale, per realizzare i propri sogni, bisogna svegliarsi.
L'alternativa, sono delusioni cocenti. 


Ecco la notizia su
 

Agnelli bacchetta l’Italia e la serie A:
“Un torneo europeo sarebbe il top”


LAPRESSE
Il presidente della Juve Andrea Agnelli
 
Il futuro del calcio italiano passa dalla realizzazione di nuovi stadi, quello della Juventus potrebbe coincidere con la nascita di una Superlega europea. Da Londra, ospite di un congresso sul calcio internazionale, il presidente Andrea Agnelli evidenzia mali e arretratezze del calcio made in Italy e prefigura anche una soluzione suggestiva quanto controversa per i principali club d’Europa: un campionato chiuso riservato alle migliori del continente. 
Ma è la Serie A, «non più una destinazione finale ma solo una tappa intermedia», a preoccupare Agnelli che ne denuncia la perdita di competitività. «La principale riforma che dobbiamo applicare al calcio italiano è il miglioramento degli stadi - le parole di Agnelli alla platea di Leaders in Football -. La Juventus e gli altri club devono essere al centro della riforma politica necessaria per far crescere il nostro calcio che ha perso la sua spinta trainante». Un declino, quello italiano, che si riflette anche nella bocciatura alla candidatura dell’Italia per ospitare gli Europei 2016: «Probabilmente l’Italia non è risultata efficace per la Uefa. Perché se l’Italia si candida a qualcosa, dovrebbe vincere». 
In attesa che la Serie A recuperi il terreno perduto rispetto agli altri campionati («bisogna discutere di più su come accrescere i diritti tv piuttosto che sulla ripartizione degli attuali»), Agnelli diffida del fair play finanziario: «Prima voglio conoscere le sanzioni che adotterà la Uefa per i club trasgressori perché anche una multa di 10 milioni di euro non sarebbe granché. Ma neppure la squalifica è plausibile. Immaginiamo che la Uefa un anno tenga fuori dalle sue competizioni Juventus, Bayern Monaco, Real Madrid e Manchester United: cosa direbbero le tv?». 
Da qui il rilancio dell’idea di un super campionato a livello europeo, riservato a 20 squadre, senza retrocessioni, sul modello dello sport americano. «Il problema è che la Uefa rifiuta automaticamente il sistema americano. Ma un campionato chiuso tra le 20 squadre migliori d’Europa sarebbe il massimo da un punto di vista economico», insiste Agnelli. 
Nei giorni del suo rinnovo con la Juve Agnelli ha ammesso che anche Paul Pogba potrebbe essere venduto davanti ad un’offerta irrinunciabile. Non esistono dunque giocatori incedibili, questo il messaggio del n.1 bianconero, intervenuto ad un convegno in svolgimento a Londra. «Se arrivasse una grande offerta non penso che in questo momento la Juventus abbia la forza per trattenere un simile giocatore», le parole di Agnelli. Arrivato nell’estate 2012, Pogba ha firmato un contratto di quattro anni con la Juventus ma dopo poco più di un anno è già diventato una pedina indispensabile nello scacchiere di Antonio Conte, meritandosi un adeguamento di contratto. Nei giorni scorsi il dg Beppe Marotta si è detto ottimista sulla firma del francese ma gli incontri con l’agente del giocatore, Mino Raiola, proseguono.

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