mercoledì 23 ottobre 2013

EROE PER CASO. LA STORIA DEL PENSIONATO CHE RESTITUISCE 7000 EURO TROVATI PER STRADA



Credo che di storie positive come quella oggi pubblicata dal Corsera (addirittura in prima pagina, taglio basso) ce ne siano molte, ancorché di diverso tipo. "Eroe per caso" non è solo il titolo di un simpatico film ma quello che non così di rado avviene se siamo messi alla prova. Non lo facciamo sempre, sicuramente non accade la maggior parte delle volte. Però accade. 
Perché l'essere umano è vero che non è dritto, come ben rammentava Kant, ed è impresa vana, oltreché oltremodo fastidiosa (quando non diventa criminale...) quella di volerlo raddrizzare ad ogni costo (come i predicatori dello Stato Etico, che hanno coltivato più di qualche mostro) , però è altrettanto vero che è capace di cose "dritte". E le fa. Non sempre, anche a volte con qualche indecisione e tentazione, ma le fa.
Venendo alla storia del pensionato che trova 7.000 euro in un portafogli e li porta ai carabinieri, abbiamo un po' la rappresentazione di quanto sto dicendo.
Restituire quanto trovato NON è la prima cosa che fa il bravo vecchietto. Ci dorme su. E fa anche un piccolo consulto di famiglia, e sembra che la parola decisiva venga non dalla sua coscienza ma dal figlio, che gli dice "non capisco nemmeno perché tu ci stia a pensare. Quei soldi non esistono. Non sono i tuoi".
E quindi il sor Luigi si decide e restituisce il tutto (appartenente ad una ex tennista svizzera, che ha giustificato l'ingente somma in contanti con il suo essere in Italia per una fiera...forse pensava che i bancomat non esistessero da noi...). 
Una storia realistica, a lieto fine, dove la tentazione di approfittare dell'occasione viene e la buona coscienza ci mette un pochino a prevalere, avvalendosi anche di qualche incoraggiamento.
Alla fine però prevale.
Ed è quello che conta. Che i "doppi pensieri", come li chiamava Dostojevskij, non devono avvelenare la vita, e alla fine conta la decisione ultima, ciò che in concreto SI FA.


“Il pensionato che restituisce settemila euro” 


«Sette volte la mia pensione, 14 quella di mia moglie… Che faccio?». La domanda gli è rimbombata in testa per due notti. Poi Luigi Musazzi, 78 anni, di Pogliano Milanese, ieri mattina ha deciso: è andato dai carabinieri con quel portafoglio trovato all’ipermercato di Nerviano con dentro 7.000 euro. «Provate a rintracciare chi li ha persi», ha detto. Loro lo hanno fatto: era di Myriam Casanova, ex tennista svizzera n° 85 al mondo. Che lo ha ricompensato con 700 euro.
«Dormiamoci su», ha detto a sua moglie. Che in effetti si è addormentata di botto come sempre: del resto — sorride lei adesso — quando sei una pensionata con una casa da sbrigare e quattro nipotini a cui far da nonna, la sera non è che ti manca il sonno.
Solo che a lui, nonno uguale, il sonno non veniva. «Ci ho provato per due notti — racconta ora, quasi divertito dalla curiosità dei giornalisti — ma mi ritrovavo sempre lì». Occhi aperti contro il soffitto, quei settemila euro in fondo a un cassetto, lo stesso pensiero piantato in testa col martello: «Sette volte la mia pensione, quattordici volte quella di mia moglie… Che faccio?».
Finché ieri mattina ha deciso. È andato dai carabinieri coi soldi e ha detto «sentite, li ho trovati in un portafogli per terra, provate voi a rintracciare chi li ha persi». E loro l’hanno trovata in una giovane svizzera che oggi è un’impegnata consulente d’impresa ma che fino a due anni fa aveva anche una sua notorietà per chi ha memoria di tennis: risponde al nome di Myriam Casanova, numero 85 del mondo dopo aver battuto Arantxa Sanchez, ieri semplicemente una donna che ripeteva «grazie, grazie». L’arzillo pensionato, dal canto suo, si è limitato a ringraziarla a sua volta: «Stasera dormirò di nuovo tranquillo». In pace coi 700 euro che Myriam gli ha lasciato di mancia.
Lui si chiama Luigi Musazzi, ha 78 anni e vive con la moglie Lina di 76 a Pogliano Milanese, cintura nord del capoluogo lombardo. «Faremo le nozze d’oro l’anno prossimo», confida lei tutta contenta. La loro casa — soggiorno, cucina, due camere — occupa il secondo piano di una palazzina gialla con quattro appartamenti, costruita negli anni 50 dallo stesso Musazzi coi suoi tre fratelli. Assieme a loro aveva anche una piccola ditta di idraulica, i cui contributi gli fruttano ora i suoi mille euro di pensione. Lina completa il bilancio familiare con la sua «minima» da cinquecento. Hanno due figli, Roberto e Paolo, sposati a loro volta.
Il «fatto» capita tre giorni fa nel parcheggio dell’ipermercato di Nerviano, il più grande vicino a casa loro, dove Lina e Luigi sono appena stati a far la spesa. Luigi vede un portafoglio a terra, lo raccoglie, lo apre. «E mi son tremate le mani», dice. Dentro ci sono 14 banconote da 500 euro. Nessun documento, a parte un badge d’ingresso per la grande Fiera milanese di Rho-Pero. Mostra i soldi a Lina che tira la sua conclusione in un attimo: «Pezzi così non he ho mai visti, sono falsi di sicuro».
Ma Luigi lo sa bene, com’è fatto un pezzo da 500. E comincia a pensare: «Diciamo la verità, non è che settemila euro ti cambiano la vita. E noi abbiamo tutto quel che ci serve. Però i prezzi sono aumentati per tutti, i nipoti crescono… a chi dispiace un aiuto dal cielo?». Lina dice che il dubbio non l’ha neanche sfiorata: «Mia mamma mi ha insegnato che le cose trovate non sono nostre, punto e basta». Luigi arriva a interpellare i figli. «È stato proprio mio figlio Roberto — racconta ora con orgoglio — a darmi una lezione che non dimenticherò: di quei soldi non voglio saper niente e mi meraviglio di te che ci pensi, mi ha detto. E all’improvviso ho pensato: se l’ho tirato su così son stato bravo».
I carabinieri di Nerviano, per trovare la proprietaria del denaro, hanno seguito l’unica traccia disponibile con la collaborazione dei colleghi di Rho: e partendo dal nome di una ditta su quel badge della Fiera sono risaliti appunto a Myriam, che in questi giorni vi si trova con uno stand. «Erano i contanti che avevo previsto di usare qui in Italia — dice — e ormai non ci speravo più, invece…». Vedi a volte la vita.

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