Sicuramente un delitto inquietante quello dei tre anziani di Caselle, per le modalità ( numerose pugnalate che però fanno uscire poco sangue), per la condizione delle vittime (persone normali e tranquille), per la difficoltà di immaginare moventi.
Ovviamente il sospettato è il figlio di 29 anni. Non (ancora) per gli inquirenti, che lo hanno ripetutamente sentito ma solo come persona informata e non come indagato, e per questo motivo non in presenza di un difensore (che però lo accompagna, e resta fuori della porta).
Ma per la pubblica opinione avoglia !
Del resto, la faccia da ragazzo un po' così ce l'ha, non lavora, campa(va) sulle spalle dei suoi vecchi e si drogava (ah, per questa cosa invece sì che è indagato, anzi reo confesso potremmo dire, che è stato lui ad indicare ai poliziotti che perquisivano la casa dove teneva la marijuana).
Insomma un assassino quasi perfetto.
Ovviamente, chi legge un po' il Camerlengo lo sa, non la penso così, che per fortuna i tempi del Lombroso sono finiti da un pezzo, che sono purtroppo in tanti i 30enni che vivono ancora mantenuti dai genitori e la marijuana prima o poi la legalizzeranno anche da noi.
Per il resto, dalle prime, solite, indiscrezioni, non emergono screzi con i genitori uccisi i quali pare fossero sì preoccupati per il figlio senza lavoro (chi non lo è ? ) ma lo aiutavano senza recriminazioni.
Certo, poi c'è sempre la storia di Piero Maso, che voleva anticipare l'eredità, però non è il possibile che fa il probabile (figuriamoci il certo).
Per il momento, le notizie sono queste, riprese dalle breaking news del Corriere.it
Caselle, trovata in un fosso la refurtiva
Interrogato il figlio Maurizio: «Non è indagato»
Il ragazzo ha indicato ai carabinieri il luogo vicino alla villa Rinvenute tazzine da caffè. Si cerca ancora l’arma del delitto
LA GIORNATA - Allione era stato convocato in caserma perché in mattinata aveva indicato ai carabinieri il luogo dove sono stati trovate alcune tazzine da caffè del servizio di famiglia. In mezzo alla terra, in un fosso su una stradina di campagna poco distante dalla villetta di Caselle. Ma «Maurizio non è indagato - spiega l’avvocato Stefano Castrale, il legale di Allione - solo «una persona informata sui fatti. Le sue deposizioni avvengono senza il legale quindi. Io sono fuori dalla stanza. Non credo che il magistrato sia dentro la caserma. Maurizio viene sentito perché ha trovato oggetti di arredo della casa. E io sono qui per dare un aiuto almeno morale a questo ragazzo che ha perso mamma papà e nonna e che è sconvolto. Io l’ho visto ieri per qualche ora era provato e scosso soprattutto dalla pressione di questa indagine. E oggi avrei dovuto incontrarlo di nuovo. Non è un interrogatorio lui parla da libero”. Dentro alla caserma c’è anche la fidanzata Milena.
IL RITROVAMENTO - Il ragazzo ha avvisato i militari intorno all’ora di pranzo. «Stavo portando i cani a un mio amico - ha raccontato - perché non posso tenerli in questi giorni, quando ho visto in mezzo alla terra quelle tazzine da caffè. Le ho riconosciute. Era dei miei, appartenevano a mia nonna. Cosa ci fanno lì?».
Forse sul bordo dell’oggetto di ceramica, ha sostenuto il ragazzo indicando il punto esatto ai carabinieri, ci sono tracce dell’assassino, o degli assassini che hanno infierito con varie coltellate sui coniugi Allione, Claudio e Mariangela, e sulla nonna Emilia.
TAZZINE SEQUESTRATE - I militari hanno sequestrato le tazzine, che saranno esaminate dalla scientifica. Nelle prossime ore il ragazzo sarà molto probabilmente riascoltato. Per ora, resta indagato non per il triplice omicidio ma soltanto per il possesso di droga. In casa aveva della marijuana.
I RIS NELLA CASA - Intanto,
dalle 9.30 proseguono i lavori dei Ris di Parma all’interno della casa
di due piani, e nell’area verde esterna: un giardino e un orto di circa
duecento metri quadrati, su cui gli esperti della scientifica stanno
insistendo per cercare l’arma del delitto. L’autopsia è stata fissata
per domani mattina. Potrebbe durare due giorni, secondo quanto
ipotizzato dagli inquirenti, e verrà ordinata domani mattina stesso dal
pm Fabio Scevola, che coordina l’indagine. Si svolgerà a Torino, e non
nelle camere mortuarie di Lanzo, dove sono stati conservati i cadaveri
fino ad ora, che verranno trasferiti. I carabinieri stanno sentendo
altre persone informate sui fatti: molti sono amici del figlio. Domenica
mattina è stato
lui a telefonare all’amico Andrea
Pagano, che vive poco distante dalla villetta di Caselle, e a chiedergli
di andare a vedere se i suoi genitori erano in casa e se andava tutto
bene. Pagano, guidato al cellulare da Maurizio, che gli dava
indicazioni, ha schiacciato un pulsante dietro a una delle lampade
esterne: una sorta di pulsante segreto che serviva ad aprire la porta
principale della casa, in caso di emergenza. Maurizio ha nominato,
affinché lo assista come parte lesa, l’avvocato Stefano Castrale. «Il
ragazzo è sconvolto e non riesce ancora a rendersi conto dell’accaduto»,
sostiene il legale.
I SOSPETTI DEL FIGLIO -
Maurizio ha dei sospetti. Crede che a colpire i suoi parenti potrebbero
essere state delle persone con cui c’erano stati degli screzi. Intanto,
gli inquirenti stanno cercando di mettersi in contatto con l’unico
altro familiare stretto in vita della famiglia: il fratello del padre.
Un uomo che aveva litigato con Claudio Allione molti anni fa, e che non
frequentava più la famiglia.
TESTIMONI - Tra le persone sentite vicine alla famiglia c’è un testimone che ha dichiarato ieri ai carabinieri. «La famiglia stava bene economicamente. Il figlio Maurizio aveva ciò che voleva. Non aveva bisogno di soldi. Viveva in una casa a Torino che gli era stata regalata e non aveva spese. Anzi, il secondo piano della villetta che era in costruzione era per lui. Quando aveva bisogno di denaro glielo davano. Non litigavano tra loro per soldi». Il teste ha anche riferito che invece sarebbero esistiti degli screzi con un vicino di casa.
TESTIMONI - Tra le persone sentite vicine alla famiglia c’è un testimone che ha dichiarato ieri ai carabinieri. «La famiglia stava bene economicamente. Il figlio Maurizio aveva ciò che voleva. Non aveva bisogno di soldi. Viveva in una casa a Torino che gli era stata regalata e non aveva spese. Anzi, il secondo piano della villetta che era in costruzione era per lui. Quando aveva bisogno di denaro glielo davano. Non litigavano tra loro per soldi». Il teste ha anche riferito che invece sarebbero esistiti degli screzi con un vicino di casa.
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