La RAI compie 60 anni, e se li porta assai male. Credo che, avendo svolto un lavoro usurante, l'ente pubblico in questione possa meritare il prepensionamento rispetto all'innalzamento richiesto dalla Legge Fornero.
Che senso ha la tassa sulla TV nel XXI secolo ? dove ci sono CENTINAIA di canali digitali, pay per view apprezzate e dozzine di reti che fanno informazione 24 ore al giorno ?
Non vorrete mica tirare fuori la balla che però quella della RAI è informazione "imparziale" in quanto pubblica vero ???
Che differenza c'è tra Fazio e Floris, per citarne un paio, con Santoro o Formigli ? Certo, ognuno ha un suo stile ma qualcuno dubita delle loro simpatie e parzialità ? Nemmeno Vespa, che pure si muove con il manuale Cencelli in tasca cercando di non scontentare nessuno, ha le sue appartenenze palesi e soprattutto le sue dichiarate ostilità. I telegiornali ? Dove i direttori cambiano ogni volta che cambia il Presidente del Consiglio e la maggioranza di governo ?
E tutto questo senza contare il particolare non del tutto irrilevante che contro il carattere pubblico della RAI si era pronunciato il "popolo italiano" con il referendum radicale vinto e ignorato del 1995 (ne abbiamo parlato in un recente articolo, assai letto : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/10/facciamo-un-nuovo-referendum-per.html ).
Da decenni gli italiani combattono anche individualmente la battaglia contro il balzello del canore ed è recente la pronuncia della Commissione Tributaria del Lazio che ha accolto il ricorso di un cittadino che aveva impugnato la cartella esattoriale avendo chiesto gli venissero oscurati i canali RAI (chi vuole, anche per eventualmente seguire la strada tracciata, può leggere la notizia sul link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/12/rai-come-non-pagare-il-canone-per-la.html ).
Alcuni lettori mi osservarono all'epoca che per superare questo tipo di obiezione il canone era diventato una imposta sul mero possesso di un apparecchio televisivo (il che la dice lunga sulla fantasia vessatoria dei tassatori italici) ma ora interviene la Corte Europea che sembra aver bocciato proprio la legittimità della tassa in sé, comunque la si voglia giustificare, in quanto, di fondo, va ad incidere su una libertà fondamentale che è quella d'informazione.
Anche qui dobbiamo ringraziare l'iniziativa di un singolo contribuente, che si è ribellato fino alla Corte di Strasburgo pur di non piegarsi.
Un "eroe" civile, non c'è che dire.
E ora come la metteranno quelli del "servizio pubblico" ? Perché finché si trattava della giustizia indigena, si può sempre contare in un giudice "ortodosso" che corregga il non allineamento di qualche scheggia impazzita, ma qui c'è di mezzo l'Europa, altro peso, sia specifico che mediatico.
La buona novella appare su vari siti internet, quella che io riprendo è tratta da Libero.it
Corte dei diritti europea: "Il canone Rai è illegittimo"
La Corte europea dei diritti dà ragione al ricorso di un cittadino italiano: "Non è giusto obbligare all'abbonamento del canone come fosse una tassa, è contro la libertà"
"Si può non pagare il canone". Adesso lo dice anche l'Europa. La Corte europea dei diritti ha infatti accolto il ricorso di un cittadino italiano di Maglie (Lecce) che contestava il pagamento dell'odioso balzello per foraggiare il servizio pubblico. Secondo l'Alta Corte infatti il canone Rai sarebbe illegittimo "in quanto non attiene alla materia fiscale" e in quanto "l'obbligo all'abbonamento del canone come tassa sul possesso di uno o più apparecchi atti o adattabili a ricevere trasmissioni compromette la libertà di informazione". Così arriva un'altra sentenza che mina il balzello di viale Mazzini. Infatti già qualche mese fa c'aveva pensato il tribunale tributario del Lazio a mettere in discussione il canone. Come ha raccontato Libero, La sentenza 597/2013 ha, infatti, accolto l’istanza di un contribuente che si era opposto alla cartella esattoriale di riscossione del canone tv, producendo la domanda di richiesta di oscuramento inviata alla Rai. In quel caso l’amministrazione televisiva non aveva risposto e il fisco aveva proceduto all’emissione della relativa cartella, impugnata poi dal contribuente. Questi, dopo la soccombenza innanzi alla commissione provinciale, non si è dato per vinto e ha proposto opposizione in secondo grado, trovando finalmente ragione. Secondo i magistrati laziali la cartella è nulla, anche se il cittadino ha continuato a usufruire dei servizi tv. È sufficiente, infatti, che egli abbia fatto denuncia di oscuramento alla Rai e questa non abbia risposto. Ora toccherà al Parlamento prendere atto della sentenza dell'Alta Corte e del tribunale del Lazio e dare finalmente agli italiani la possibilità di scegliere cosa vedere e cosa "pagare" in tv.
Comincio ad avere qualche speranza che il 'Grande Massacratore' della coscienza logica/etica/estetica dell'italiano medio di oggi e di ieri sia preso a calci e sassate (nel caso di questa sentenza della Corte dei diritti europea) sassettini, una manciatella di grumi di sabbia). eu.ro
RispondiEliminaSulla RAI/TV italiana si dovrebbe cominciare a pensare ad una sorta di "Processo di Norimberga" (!): per come è nata melensa, sviluppata virulenta, finita (spero che finisca) volgare... eu.ro
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