Nel leggere la notizia postata dal Corriere Fiorentino che riferiva dell'arresto a Massa di uno scrittore di gialli accusato di detenzione di materiale pedopornografico (in realtà questa distione è inesatta perchè la legge parla di minori, e non fa distinzioni di età) mi hanno colpito le reazioni di alcuni lettori che, commentando, hanno criticato questa previsione normativa, sostenendo in pratica che quello che uno fa del suo tempo è affar suo, che il giudizio morale è una cosa e quello penale un'altra (concetto in genere non peregrino) e anche in questo caso, al di là del biasimo che ognuno può provare per una persona che si diletta nel vedere abusi su bambini, resta, secondo questi lettori, che la persona che si limita a detenere questo materiale, perché se lo scarica gratuitamente da internet, non partecipa in alcun modo alla produzione di quel materiale, nemmeno come compratore finale, e quindi la previsione normativa sarebbe ingiusta.
Riporto testualmente :
" Basta con questo attacco alla liberta' di lettura. In galera (e magari alla forca) bisogna mettere chi violenta o mercifica sessualmente i bambini (e dunque chi FA) e non chi legge libri ose' o guarda foto 'sconvenienti'. Sarebbe ora di sconfessare la mentalita' gesuita che condanna al rogo qualcuno per le letture di libri proibiti o per i pensieri, magari impuri, che uno puo' avere."
"Beh, che mi sembri di vivere nel pieno del medioevo, lo confermo, in parte lei ha ragione. E le do del lei perché stimo il suo coraggio, e il suo senso critico. Le immagini indurrebbero la produzione, allora i film violenti inducono la violenza in cui siamo immersi! Perché non proibiscono i film con gli omicidi? Forse ferire un bambino è reato ma ammazzare un adulto è un chissenefrega? Che mondo assurdo."
Naturalmente c'è chi all'opposto ha postato " ERGASTOLO" che non è esattamente la pena prevista.
La legge in realtà prevede questo ( articolo 600 quater del Codice Penale) :
Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall'art. 600 ter (che riguardano la produzione, vendita e divulgazione di simile materiale ndC ) consapevolmente si procura o tetiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori degli anni diciotto, è punito con la reclusione finno a tre anni e con la multa non inferiore ad euro 1.549.
La ratio della norma, secondo la Corte di Cassazione, è quella di apprestare una tutela penale anticipata della libertà sessuale del minore, reprimendo quei comportamenti prodromici che, anche se non necessariamente a fine di lucro, ne mettono a repentaglio il libero sviluppo personale con la mercificazione del suo corpo e l'immissione nel circuito perverso della pedofilia.
massa
Scaricava film hard con minorenni
Arrestato scrittore di libri gialli
In casa trovati un centinaio di video che riprendevano abusi sessuali e sevizie ai danni di minori
MASSA - E' stato arrestato dopo una perquisizione in casa che ha fatto scoprire un centinaio di video che riprendevano abusi sessuali e sevizie ai danni di minori: tra loro bambine che non superavano i due anni di età. L'uomo finito in carcere è un giornalista in pensione e scrittore di libri gialli, Maurizio Centini, che ambienta i suoi romanzi a Montalcino.L'INCHIESTA - L'inchiesta, coordinata dalla Dda di Genova, è scaturita dalla segnalazione di un negozio di informatica di Parma dove l'uomo si era recato col suo computer chiedendo di salvare i file in memoria, tra cui quelli pedopornografici contenuti in una cartella. La ditta, allarmata, ha avvisato la polizia postale di Parma, che ha sequestrato il computer. Come primo accertamento la Dda di Genova ha disposto una perquisizione nella casa dell'uomo da cui - su altri computer - è risultato altro materiale pedopornografico con bambine.
UN VASTO ARCHIVIO - È stato trovato anche un vasto archivio - che però non rileva penalmente al momento - di foto, video, riprese amatoriali a luci rosse con adulti. Dai computer sarebbero stati rilevati anche contatti con siti particolari e indirizzi 'on linè. Interrogato dalla polizia postale, il giornalista avrebbe giustificato il possesso di materiale pedopornografico dicendo di averlo trovato «per caso» su Internet e di averlo ordinato nei suoi computer per consegnarlo successivamente alle forze dell'ordine: una spiegazione che non ha convinto gli investigatori. Sempre secondo le indagini, gli inquirenti ritengono che l'uomo non vendeva le immagini archiviate, ma eventualmente le scambiava su Internet.
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