Chi segue il Blog conosce ormai di nome due miei cari amici e colleghi : Riccardo Cattarini e Massimiliano Annetta. Entrambi valenti penalisti, iscritti all'UCPI, dirigenti del Partito Democratico, il primo a Gorizia, il secondo a Firenze. Parlano molto bene del neo ministro Andrea Orlando, già responsabile nel settore giustizia dei democratici prima di entrare nel governo Letta. Tra l'altro, per quella poltrona era stato fatto il nome di Gratteri, uno dei troppi provenienti dalla Procura, quindi il sospiro di sollievo è stato doppio.
Ciò posto, l'amara ironia di Filippo Facci, un garantista doc e in quanto tale non certo felice della politica del PD degli ultimi anni (lustri) , è assolutamente comprensibile.
Speriamo ovviamente che si sbagli, e che Orlando saprà imprimere anche in questo campo una sferzata energizzante e di cambiamenti positivi, così come il governo Renzi si ripropone di fare in altri settori come economia e lavoro. Forse, perché ciò accada, gli amici citati potrebbero fare qualcosina di concreto, visto che l'uomo lo conoscono e in passato hanno collaborato con lui.
Su, cerchiamo di dar torto a Facci !
Facci: povero Orlando, Renzi lo ha fatto ministro al niente
Allora ricapitoliamo. Il Pd di Bersani, subito dopo le
elezioni, nel suo programma citava una «legge contro la corruzione» e
poi un’altra «contro la mafia», non una parola di più. Notare che nel
frattempo una legge contro la corruzione era già stata fatta: si chiama
legge Severino. In seguito il Pd di Bersani passava ai famosi «otto
punti» di possibile convergenza con Grillo, ma la giustizia non era
neppure sul podio essendo al quarto posto della lista: si auspicava una
generica «giustizia e equità», una legge sulla corruzione (appena fatta,
ripetiamo) e poi imprecisati interventi sul riciclaggio, sul falso in
bilancio, sul voto di scambio e su altri temi «anticasta» nessuno dei
quali strutturale, come si dice. Cioè: niente processo civile e penale
né tempi del giudizio, impugnazioni, farraginosità varie, sistema
carcerario, niente. Poi il Pd ha fatto le primarie. Gianni Cuperlo, in
22 pagine di programma, sulla giustizia non diceva niente. Pippo Civati,
in ben 70 pagine, sulla giustizia, niente. E però Matteo Renzi, nelle
sue 18 pagine di programma, sulla giustizia era chiarissimo: niente.
Sinché la radicale Rita Bernardini, intervenendo giovedì alla
manifestazione dell’avvocatura, annunciava la svolta: «La parola
“giustizia”, nei programmi dell’incaricato Renzi, non esiste». Ora,
affinché si occupi del niente che non esiste, Renzi ha scelto Andrea
Orlando.
Nessun commento:
Posta un commento