Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
lunedì 24 febbraio 2014
"I MARO' NON SONO EROI NAZIONALI" MAGARI NO, MA HANNO DIRITTO AD UN GIUSTO PROCESSO, E IN INDIA NON L'AVRANNO.
Forse - il condizionale è d'obbligo che la giustizia indiana ha mostrato di essere peggiore della nostra, e sì che non è semplice batterci, specie per lunghezza e ritardi - oggi la corte suprema indiana deciderà in base a quali norme Latorre e Girone dovranno essere processati. Tutto inutile, secondo l'auspicio di Danilo Taino, bravo e attento giornalista del Corriere che dall'inizio segue la brutta vicenda, che ritiene che per l'Italia la strada maestra sia l'internazionalizzazione della querelle e quindi del processo. Insomma, dopo due anni, non riconoscere l'autorità indiana a processare i nostri due marinai. Le ragioni sono note : i fatti sarebbero occorsi in acque internazionali (ovviamente l'India smentisce questa tesi) e lo status di militari che compivano una missione antipirateria riconoscita dalle leggi internazionali. Insomma, di loro non ci fidiamo e quanto occorso in questi 24 mesi giustifica ampiamente questa sfiducia.
Ma com'è possibile che si siano persi due anni in questo modo ? Se non volevamo riconoscere, con ottime ragioni, la giurisdizione indiana, non era il caso di seguire subito questa strada ? Già, probabilmente speravamo che mostrandoci condiscendenti, non ostili, la cosa si potesse risolvere con buon senso diplomatico. Come l'ex ambasciatore italiano in India, Armellini, ha ben spiegato in alcuni suoi articoli sul Corriere, si è trattata di grande miopia e misconoscenza delle caratteristiche indiane, ben lontane dai cliché della diplomazia in generale e occidentale in particolare. Basta vedere come hanno reagito quando non avevamo rimandato i marò da loro scaduto il permesso elettorale : praticamente preso in ostaggio l'ambasciatore Mancini cui non veniva consentito di lasciare l'India. Una cosa mai vista. Va detto che gli indiani mostrano di fottersene delle regole diplomatiche anche coi grandi, che recentemente pure con gli USA, che intendevono processare una loro diplomatica rea di aver violato le leggi americane, hanno fatto vedere come per loro la ritorsione è l'arma "diplomatica" più efficace...
Insomma, alla fine della fiera, la tanto agognata decisione della Corte Suprema indiana non dovrebbe spostare le future strategie italiane, sia che venga deciso per l'applicazione del Sua Act ( che disciplina la materia della lotta alla pirateria e al terrorismo) o del Codice Penale ordinario. Anzi, paradossalmente, per rafforzare la futura azione internazionale di negazione della giurisdizione indiana, è preferibile che la scelta cada sull'inaccettabile adozione del Sua Act, con implicita collocazione dell'Italia come paese uso a pratiche terroristiche.
In tutto questo, quelli che restano tritati sono i due Marò e le loro famiglie.
A questo proposito un caro e acuto amico di FB ha postato questa sua considerazione :
"Auspico che il governo Renzi assuma una linea meditata evitando gli errori dei due governi precedenti. Aggiungo una considerazione forse impopolare: Latorre e Girone, che per un fatale errore hanno ucciso due poveri cristi di pescatori, vanno tutelati appieno ma non possono diventare eroi nazionali. "
Alla quale ho risposto così :
"Hai ragione Valerio, anche nel dire che la tua opinione non corrisponde al comune sentire (avrai letto le indagini di opinione di Pagnoncelli sul Corsera della settimana scorsa. Diciamo che un 10% si avvicina alla tua idea http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/02/volete-che-li-decoriamo-e-in-india-il.html).
Il che naturalmente non significa che sia sbagliata, solo che appunto non è popolare. Detto questo. io alla tua considerazione premetterei un "se". "Se Latorre e Girone hanno ucciso ecc....". Perchè nemmeno questa cosa è appurata. Che i due pescatori siano morti è sicuro, che siano stati i Marò a ucciderli no. La versione ufficiale dei nostri è di aver sparato in acqua e questa sarebbe suffragata dalla risultanza che nella zona incriminata, quel giorno era stata segnalata la presenza di altre imbarcazioni (ovviamente per zona qui s'intendono aree vaste) e quindi che possa essere stata un'altra la nave dalla quale partirono i colpi mortali. Dopodiché anche io non escludo affatto che i Marò possano aver sbagliato mira e invece di centrare l'acqua intorno all'imbarcazione, hanno colpito chi si trovava a bordo della stessa. Anche in questo caso, la condotta degli indiani è giuridicamente inaccettabile e palesemente politica per motivi interni ( usare l'incidente contro la Premier attuale, di origini italiane), per cui i due marinai stanno da due anni subendo una ingiustizia, letteralmente sequestrati, senza ancora un capo di imputazione preciso (due anni !!, manco in Italia, nei casi peggiori, si assiste a cose del genere..che magari impieghiamo decenni per concludere un processo e senza arrivare alla verità, ma ancora un caso in cui per due anni l'accusa non sia stata in grado di formulare un capo di imputazione definitivo, questo non lo ricordo, e sì che la materia la seguo). Quindi è del tutto giustificato il timore che i due militari non verranno sottoposti ad un "giusto processo", e a questo l'Italia si deve opporre con tutti i mezzi opportuni. Un'ultima cosa, per poter uccidere i due pescatori, l'imbarcazione doveva essere sufficientemente vicina alla Lexie. Sicuramente più di quanto fosse lecito che fosse. Quindi i due Marò hanno sparato. Se hanno sbagliato mira, lo hanno fatto nell'esercizio del compito a loro assegnato, e non nello svolgimento di un'azione arbitraria e/o criminale. Insomma, posso sbagliare ma processandoli in una Corte neutrale, verrebbe loro imputata l'ipotesi di omicidio colposo, derivante da una non corretta osservanza delle regole d'ingaggio. Ben diverso da un'accusa di omicidio volontario o anche preterintenzionale. Quindi, anche nella tua ipotesi Valeriano, che è assolutamente verosimile (anzi, per gli indiani è la verità : i due Marò hanno ucciso ) , non siamo di fronte a due eroi nazionali ma a due militari che nel compiere il loro compito hanno commesso un errore : ergo, nemmeno degli assassini (infatti tu non lo affermi, ma la delirante Sgrena sì). Quanto ai pescatori innocenti, le due vittime lo saranno senz'altro stati, però suggerisco la visione del bel film con Tom Hanks "Captain Philips" tratto da una storia vera di abbordaggio e sequestro di un mercantile americano da parte di un peschereccio guidato da pescatori che per fame arrotondano con la pirateria. Insomma, dopo due anni qui di sicuro ci sono solo i molteplici errori commessi da noi italiani nel gestire la cosa, e la prepotenza degli indiani. Ma sull'episodio principale, quello dal quale deriva tutto il resto, nessuna certezza."
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VALERIANO GIORGI
RispondiEliminaStefano è vero che il "se" mancava, ma tu ti arrampichi un po' sugli specchi. Noi siamo stati tutt'altro che condiscendenti, ma fin dall'inizio arroganti: pensa all'andata assurda di Terzi in India e all'aver parlato pubblicamente di risarcimento alle famiglie. In realtà abbiamo trattato una grande e orgogliosa Nazione come un paese del quarto mondo, senza pensare che l'India sul piano internazionale conta molto. ma proprio molto più dell'Italia (e infatti tutti i nostri tentativi di ottenere solidarietà internazionali sono falliti). E gli errori sono continuati a cascata sia con il governo Monti che con quello Letta. Paradossalmente ci siamo comportati come ai tempi della "politica delle cannoniere", quando di cannoniere ne abbiamo pochine e l'India ha la bomba atomica. Tutto questo in un clima di dignità (nostra) offesa a livello di mass media e opinione pubblica, come se ci trovassimo non di fronte a un tragico incidente ma appunto a due nostri "eroi" al centro di una bieca congiura (per inciso io di eroe negli ultimi tempi ricordo solo Fabrizio Quattrocchi in punto di morte, ma era fascista e non si poteva dirlo). La giustizia indiana è lenta e forse inquinata da manovre politiche? Beh, siamo gli ultimi a poter scagliare la prima pietra. Infine, per favore, non è da te scadere di livello inserendo in una tragedia reale richiami a un film, come se significassero qualcosa di probante. Un sincero saluto.
Il film è tratto da una storia vera, sulla quale fu poi scritto un libro e dopo la pellicola. E mostra in concreto come avviene l'abbordaggio di un mercantile enorme da parte di umili pescherecci. Io certe cose non le sapevo però me le ero chieste. Nel film viee mostrato come avviene. Altra osservazione : siccome io critico, e tanto, la giustizia del mio paese, potrò bene criticare quella di un altro. se cade negli stessi errori e, in questo caso, peggiorandoli. Va bene contestare il pulpito, però questo non deve far dimenticare se le cose dette siano giuste o no. Per il resto, le mie considerazioni le ho già fatte.
EliminaROBERTO TUTINO
RispondiEliminaEroi, no.
Un simbolo, sì.