mercoledì 19 febbraio 2014

FINITA L'ERA DEL PORNO, RIPETITIVO E INVEROSIMILE. IN RETE APPRODA IL SESSO "NORMALE"


La premessa del post che di seguito trovate, pubblicato su La Stampa, la condivido. Il Porno video è morto, spazzato via dal web. Non so quanto stia in salute quello a pagamento in rete, potendo l'utente vagare gratis sulla ampia offerta di siti come You Porn e similari. 
Certamente questi ultimi sono ancora cliccatissimi. Peraltro si tratta di brevissimi filmati decisamente noiosi, del resto in sintonia coi fratelli maggiori, i film hard, dove è un susseguirsi di primi piani anatomici, malamente collegati da storie inverosimili e sceneggiature ancora peggiori. Il cinema erotico è un'altra cosa.
Bene, adesso in Rete pare che sia approdata un'offerta diversa con il  sito MAKE LOVE NOT PORN. In realtà non è che sia proprio una novità, che il sito c'è già da un po' , ma è la proposta che è nuova : film in streaming dove il sesso c'è, anche esplicito, ma autentico. "Situazioni piccanti così come avvengono quotidianamente, esplicite tanto quanto le clip hard ma “più umane” e lontane dal meccanicismo che le pornostar mettono in scena davanti alla telecamera."
Come detto, condivido la premessa, ma poi la realizzazione qualche perplessità me la lascia. Alla fine si tratterebbe di film amatoriali, girati e inviati da appartenenti alla community del sito, che non capisco in cosa si discosterebbero da quelli girati appunto in casa da persone normali e non porno attori, che già esistono e si vedono su alcuni dei siti porno dove, tra le varie "offerte" c'è anche questo tipo di video.
Bah, forse bisognerà farci una passeggiata per capire le differenze...
Intanto il servizio de La Stampa racconta la versione dell'autore del sito MAKE LOVE NOT PORN



È finita l’era del porno, comincia quella dell’amore

Via dai cliché del sesso, alla scoperta di un modo nuovo di scambiarsi emozioni. Se n’è parlato alla Social Media Week
milano
Dite addio al porno: è finito. La sua rappresentazione come semplice performance? È quanto più lontana possibile dalla realtà. Il suo modello di business? È ormai sorpassato, schiacciato dal dilagare dei siti che offrono gratis film erotici. Parola di Cindy Gallop, che ha raccontato oggi alla Social Media Week la storia del suo sito “Make Love Not Porn”, nato cinque anni fa con un intento rivoluzionario: liberare il sesso da tabù perbenisti e dai cliché dell’industria hard core, per raccontare quello che accade veramente in camera da letto. Una vera guida all’educazione sessuale, per contrastare il fenomeno dei “fast food a luci rosse” come YouPorn o PornHube, che a suo avviso starebbero educando le giovani generazioni a relazioni stereotipate, in cui la componente emozionale è messa in secondo piano.

“Niente sceneggiature, pose sceniche o idraulici poco credibili – spiega Gallop, 54 anni e un passato come pubblicitaria di grido –: la pornografia mainstream ha distorto il concetto di sessualità e instillato l’idea, sbagliata, che vede la donna, sottomessa a qualunque tipo di pratica, raggiungere sempre e comunque l’orgasmo”. Dall’osservazione di questa deriva violenta e concentrata principalmente sulla soddisfazione del desiderio maschile è sorta la volontà di proporre un modello alternativo di rappresentazione dei rapporti. Per questo ha creato una piattaforma streaming di filmati amatoriali, realizzati e inviati (al costo di 5 dollari) direttamente dagli oltre 235mila utenti della community: è sesso “reale”, senza finzioni, fatto di gioie e dolori, i piaceri e gli insuccessi che ognuno vive ogni giorno con il proprio partner. Situazioni piccanti così come avvengono quotidianamente, esplicite tanto quanto le clip hard ma “più umane” e lontane dal meccanicismo che le pornostar mettono in scena davanti alla telecamera. Se il video supera la prima scrematura del team di Cindy, i protagonisti ricevono metà dei profitti derivanti da chi è disposto a pagare 5 dollari per noleggiare il video per un massimo di tre settimane. “Perché solo dando il giusto valore a qualcosa di buono, anche il pubblico potrà comprenderlo a fondo”.

Ma non c’è niente di moralistico nell’iniziativa: “Il sesso è qualcosa che tutti conoscono, ma di cui nessuno parla”, continua Gallop, che nel 2009 ha scosso la Rete con questo Ted Talk (vimeo.com/69296434) in cui ha raccontato pubblicamente e con toni piuttosto espliciti di avere rapporti con uomini molto più giovani. E che molti di loro a letto mettevano in pratica schemi tipici della pornografia hardcore. “Il nostro obiettivo è aprire un dibattito veritiero e sano, perché solo parlandone in modo diretto e sincero, facendo diventare socialmente accettabile e condivisibile l’esperienza sessuale, possiamo aiutare le persone ad avere relazioni intime, e vite di conseguenza, più soddisfacenti. Non siamo di per sé contro il porno, ma siamo a favore della conoscenza della differenza tra il porno e l’amore”.

Dodici anni è l’età in cui, secondo gli esperti, i teenager cominciano a guardare filmati hot su internet, ma il primo approccio con il sesso avviene già verso gli 8 anni. “Molto spesso mi scrivono genitori e do loro questo consiglio: parlategliene, ma fate attenzione soprattutto a come. Fatelo, ma senza imbarazzo, senza rabbia, altrimenti introietteranno fin da subito un modo distorto di concepire qualcosa che nella realtà ha lati positivi e lati negativi, a volte è divertente, a volte è “sporco”, ma soprattutto deve essere responsabile”.
La rivoluzione di Cindy vuole liberarci dai modelli univoci di mascolinità o femminilità radicati nella società moderna e riproposti continuamente in televisione, nelle pubblicità, sui giornali, al cinema. E, ovviamente, sul web. Il problema “non è il porno che umilia le donne, ma è il business che svilisce il porno”: “Se da una parte abbiamo ricevuto il sostegno di numerose pornostar – rivela –, dall’altra abbiamo incontrato la resistenza dei possibili investitori e dei sistemi creditizi. Per questo è necessario al più presto un cambio di mentalità”.

Una nuova era è iniziata? L’ostacolo maggiore è però la paura ancora radicata nell’opinione pubblica, condizionata da un’incomprensione di fondo: “Molti non capiscono che alle donne il sesso piace quanto agli uomini e che gli uomini sono romantici tanto quanto le donne – conclude Gallop.

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