martedì 18 febbraio 2014

IN SARDEGNA IL CENTRODESTRA PRENDE PIù VOTI, MA VINCE PIGLIARU. UN SARDO SU DUE NON VOTA.


Le elezioni in Sardegna, vinte dal candidato Piddino Francesco Pigliaru, confermano alcune cose dell'andazzo italico in generale.
L'astensionismo è in costante aumento, e se a livello nazionale, grazie anche alla mobilitazione di tutti i media, ancora si muovono alle urne i 2/3 degli italiani (ma il partito degli assenti nel 2013 è stato il "più votato" ), quelle locali sono un disastro. Nel Friuli Venezia Giulia, ad aprile scorso, Debora Serracchiani prevalse per 2000 voti (duemila !!!) , prendendo il 39,39% contro il 39 del centrodestra. A votare andarono il 50% degli aventi diritto... In Sardegna non è andata molto diversamente, con un'afflunza alle urne che si è fermata al 52%.
Ora, se vogliamo continuare a dire che stiamo diventando una democrazia evoluta, diciamolo pure, ma forse quello che non si dice è : se gli italiani vanno a votare vincono i "peggiori", quindi meglio se se ne stanno a casa.
Il PD infatti da un po' ha scoperto questa cosa figa : perde voti - che Pigliaru ne ha presi 140.000 IN MENO rispetto a Soru, che pure perse nel 2009 - però, se l'astensionismo è alto, vince. 
Per due motivi, sembrerebbe : 1) il centrodestra, dove l'elettorato è meno fidelizzato, ne perde di più (e spesso, nelle elezioni locali, si divide anche di più) 2) i candidati sono più deboli.
Infatti in Sardegna si ripete una cosa non inconsueta. La coalizione di centrosinistra prende MENO voti di quella di centrodestra, e la differenza non è nemmeno proprio esigua, che è quasi il 2% (44,04% il cdx contro il 42,25 del centrosinistra, insomma , non stiamo parlando del soffio che ha dato la vittoria alla petulante Debora) ma la differenza la fa il candidato che Pigliaru ribalta la situazione e ottiene il 42,20% dei consensi contro il quasi 40 di Cappellacci.
Anche in Sicilia , che spesso viene indicata come laboratorio anticipatorio dei trend nazionali, nel 2012 accadde qualcosa di simile.
Il PD prese appena 10.000 voti in più rispetto al PDL ( anche lì, si fece a chi aveva perso meno sangue rispetto al passato, perché per entrambi l'emorragia era stata GRANDE, anche se sicuramente per il centro destra assai di più). ma Crocetta staccò più nettamente Musumeci. E anche lì ci fu la divisione fatale, con Miccichè che sottrasse un 15% di voti decisivo per far vincere la coalizione di centro sinistra (che invece presentava l'inedita e fondamentale  alleanza con l'UDC di Casini...).
La conclusione alla quale mi sembra di poter giungere è questa : i sondaggi che ultimamente danno una coalizione di centro destra vanti rispetto alla sinistra, ancorché renziana, sono confermati, che in effetti , sia pure di poco, proprio quell'1/2 % che gli istituti rivelano, c'è questa prevalenza.
Il problema sta negli UOMINI, che, tolto Berlusconi, che ancora è capace di catalizzare un voto di massa sulla sua persona ( pur avendone persi tantissimi dal 2008 ad oggi ) , altri leader con questa capacità non se ne vedono. A livello locale poi la cosa peggiora, anche causa le faide interne.
Eh sì, perché si fa sempre un gran parlare delle risse della sinistra, del Partito Democratico, e chi può negarle ? Dopo gli ultimi fatti poi !  Alla fine della fiera, nello spiegare i fatti di questi giorni, un "professore di storia" (mi pare troppo che si arrivi a tanto, ma passiamo l'iperbole) dovrà spiegare ai suoi alunni come il PD ha fatto cadere un governo a guida PD. Si dice che il paragone con D'Alema del 1998 non regge, ed è verissimo ! Perché in quel caso a far cadere Prodi era stato Bertinotti !! poi certo, invece di andare alle elezioni, come Prodi pretendeva, si fece altro, e D'Alema oggi se ne pente. 
Però, se Sparta piange, Atene certo non ride, che la faida tra falchi e colombe dalle parti di Forza Italia (ed era peggio ieri con il PDL)   è infuocata, e a stento il Capo tiene a bada il tutto. A livello locale, questa cosa, il collante del Cavaliere, NON funziona.
E infatti i risultati si vedono.

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