L'intervista di Renzi a Floris dopo la fiducia non dice ovviamente nulla di diverso da quello che ampiamente il Premier aveva detto alle due Camere presentando il suo proposito (programma sarebbe parola sbagliata) di governo. Precisazione sui BOT , che non verranno ulteriormente tassati, ma conferma che lo saranno le altre rendite, ovviamente chiosando che da noi la tassazione in quel campo è bassa. Magari lo dobbiamo vivere come una colpa... Io non credo sia una medaglia al valore il fatto di essere passati in 30 anni da una tassazione media ad una altissima, fino ai vertici scandinavi, anche superandoli in materia di lavoro !
Altri paesi, per rilanciare l'economia e lo sviluppo, le tasse cercano di abbassarle, attraendo così anche investimenti esteri. Noi abbiamo fatto esattamente il contrario e i risultati sono evidenti.
In questo caso, il ricavato della maggiore tassazione delle rendite dovrebbe andare interamente a ridurre le tasse sul lavoro. Bè, almeno la destinazione sarebbe utile.
Resta che di tagli seri non si sente parlare mai.
Quanto alle considerazioni sul gelo di Letta, Renzi è rammaricato. Ti credo, che secondo me non se l'aspettava una reazione così negativa non solo dal diretto interessato - chissà. magari si aspettava porgesse l'altra guancia...- ma dovunque si gira, dal Parlamento tutto (salvo i fedeli doc, che a Montecitorio sono minoranza ristretta) e anche dal Paese.
Un brutto colpo per uno che, a dispetto di quello che dice, si piace molto e pensa di piacere altrettanto.
Renzi a Ballarò dopo la fiducia: «Padoan?
Non è un signor no. Decidiamo insieme»
Il premier in tv: «Deluso dai grillini, io ingenuo. Nessun accordo con Berlusconi. Tasseremo le rendite pure, non i bot»
«Padoan è uno con cui decidiamo insieme, ed è importantissimo, condividiamo idea di fondo che bisogna mettere in circolo soldi». Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Ballarò. Durante l’intervista ha smentito che ci siano accordi tra lui e Silvio Berlusconi. «Io fan di Berlusconi? Le sembro il tipo? È uno di quelli che mi hanno votato la sfiducia».
IO E I GRILLINI - A
proposito del movimento cinque stelle, il neopremier ha detto:«Oggi
forse con ingenuità ho scritto a Di Maio, perché pensavo volessero
parlare. Invece hanno cominciato a schioccare le dita come la famiglia
Addams». Confessa di essere rimasto «un po’ colpito. Spero che
tornino a parlare di cose concrete».
IL CUNEO FISCALE - Un ritocco è dunque possibile e sarà facile decidere insieme al nuovo Ministro dell’Economia perché, spiega Renzi: «Padoan è uno con cui decidiamo insieme, ed è importantissimo, condividiamo l’idea di fondo che bisogna mettere in circolo soldi». «Entro un mese daremo il percorso preciso su quanto e dove prenderemo i soldi per la riduzione di due cifre percentuali del cuneo fiscale. Sul cuneo fiscale, ci sono scuole pensiero diverse e Padoan si è preso tempo per verificarle. Alcuni professori della Bocconi insistono su 20-23 miliardi, altri hanno una idea diversa. Un modo è abbassare l’Irap, un altro è abbassare l’Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello degli oneri sociali».
AL MASSIMO MI MANDANO A CASA - «Non c’è da mediare ma da tirare, da trainare» ha dichiarato Renzi. L’obiettivo finale è la riforma del lavoro, semplificare il fisco, modificare la Pubblica Amministrazione, cambiare la giustizia, per fare questo sono tutti d’accordo da trent’anni ma poi non lo fanno. Io vado avanti, al massimo mi mandano a casa. Se la politica sbaglia va in malora il Paese».
IL GELO CON LETTA - «Sono molto triste per come è stata riportata la vicenda del cambio della guardia a Palazzo Chigi: io so com’è andata e non solo io. Ma il tempo è galantuomo», ha detto il neopremier a proposito di Enrico Letta. «Ho pensato che è comprensibile, dal punto di vista umano, il dispiacere quando si lascia un luogo in cui si è lavorato, ma ora risolvo le questioni degli italiani».
Renzi parla del gelo con Enrico Letta e non nasconde che «mi piacerebbe discuterne. Avrei preferito un’altra soluzione ma quest’accelerazione mi è stata chiesta». Da chi? «Prima di tutto», risponde Renzi, «dal Pd, e poi dagli altri alleati. È vero o no che il governo era fermo e impantanato? L’urgenza del cambio della guardia al governo è dettata dall’angoscia delle persone che vogliono che le cose cambino. E io avverto quest’ansia».
Nessun commento:
Posta un commento