In casa grillina si fa una gran confusione tra espulsioni, dimissioni dal Movimento e quelle addirittura dal Senato. Queste sono le uniche che apprezzerei molto, e infatti sono quelle che non si vedranno. Ho scritto altre volte che cosa ne penso dei dissidenti ortotteri : tutto il male possibile. Ho spiegato il perché. Tutta questa gente, ma veramente tutta, in Parlamento non avrebbe MAI e poi MAI messo piede se non grazie a Grillo. Gli 8 milioni e mezzo di voti li ha presi lui, e poi li ha "distribuiti" come i pani e i pesci a Cana. Le parlamentarie grilline hanno visto la partecipazione di poco più di 30.000 votanti !! Questa gente è stata "scelta" da 30.000 persone su 8 milioni e mezzo di voti, meno dello 0,50%... Del resto una delle dissidenti già uscite, non mi ricordo nemmeno il nome, prima delle politiche del 2013 si presentò alle elezioni locali a Taranto e prese DUE voti. Uno era il suo, per cui nemmeno i genitori l'avevano votata entrambi. SI tratta dunque di persone che rappresentano se stesse e veramente pochissimo di più.
Già oggi magari alcuni, come Di Battista, una certa popolarità se la sono fatta, tanto è vero che il suo sito FB è seguito da 50.000 persone - che ancora non significano 50.000 voti ma è già qualcosa di più significativo. Questo però OGGI. A febbraio 2013 questa era tutta gente assolutamente sconosciuta.
Alcuni si sono accorti di essersi sbagliati, che il M5Stelle non era quello che pensavano ? Allora è giusto dimettersi ma non solo dal movimento ma proprio rinunciando al seggio, che è veramente rubato alla stessa stregua dei "nominati" degli altri partiti, sempre contestati.
Ovviamente nessuno lo farà, che chi rinuncerebbe mai alle prebende di una posizione del genere ? E poi, c'è sempre la possibilità che, mettendo all'asta il proprio voto, chissà che si riuscisse pure ad allungare un po' la propria carriera politica oltre questa legislatura (che non si sa mai dovesse finire troppo presto).
Oh, sarà un caso ma la maggior parte dei dissidenti grillini si contano al Senato, dove sono pure di meno, però "contano di più". E già perché alla Camera, grazie al Porcellum ( qualcuno all'onorevole Speranza e a quelli del PD che vanno in tv dovrebbe ricordarglielo ogni tanto. Sono tanti a Montecitorio, ma mica perché hanno preso più voti, solo perché un premio elettorale, dichiarato incostituzionale, ha tradito e stravolto il principio di rappresentanza. Al Senato, dove quel premio NON c'era, le cose stanno ben diversamente) Letta ieri e Renzi oggi, ma anche Bersani a marzo scorso, possono fare da soli, o quasi. Al Senato tutt'altra musica, con la maggioranza a quota 161 voti e Renzi che ne ha presi 169...Non sono tanti...Ecco, lì sì, a palazzo Madama, il malpancismo grillino può far comodo. E guarda tu il caso, è proprio lì che si agitano di più...
In questo caso do quindi ragione a Grillo : meglio essere di meno, ma togliersi di torno i giuda e i quaquaraquà.
La cronaca della giornata su La Stampa.it
M5s, sì all’espulsione dei dissidenti Dieci parlamentari pronti a lasciare
Il sondaggio su internet lanciato da Grillo ratifica la decisione dell’assemblea
I quattro sotto accusa si difendono: «Mai violato regole». Bocchino si dimette.
La senatrice Bencini in lacrime a Montecitorio: «Così no, me ne torno a casa»
I quattro sotto accusa si difendono: «Mai violato regole». Bocchino si dimette.
La senatrice Bencini in lacrime a Montecitorio: «Così no, me ne torno a casa»
ANSA
Beppe Grillo ha chiesto alla Rete di ratificare l’espulsione dei 4 dissidenti
roma
Il Movimento 5 Stelle è a un passo dalla scissione. Ha votato sì
all’espulsione dei quattro senatori dissidenti la base del MoVimento,
con 29.883 voti a favore e 13.485 contro.Hanno partecipato alla
votazione 43.368 iscritti certificati.
I quattro oggetto di scomunica - Orellana, Bocchino, Campanella e Battista, hanno annunciato di essere pronti a dimettersi in segno di solidarietà con i colleghi che hanno già ufficializzato l’intenzione di lasciare il gruppo del M5S al Senato.
“SIAMO IN TRENTA”
Uno strappo “storico” , visto che in Senato potrebbero esserci i numeri per la formazione di un nuovo gruppo parlamentare. Agli espulsi e ai senatori pronti a seguirli potrebbero aggiungersi gli altri tre senatori ex grillini Marino Mastrangelo, Paola De Pin e Adele Gambaro. Secondo la senatrice grillina Elena Fattori i dimissionari sarebbero una decina.
«Non hanno condiviso la sommarietà del processo - dice ai microfoni di SkyTg24 - senza dati, senza preavviso e senza un confronto tra noi senatori: avremmo preferito, prima di andare in congiunta, avere noi senatori un confronto con i quattro». Nel pomeriggio Roberto Cotti aveva fatto sapere che «sono più di 30 i senatori pronti a difendere» Campanella e gli altri, costituendosi autonomi.
I QUATTRO: MAI VIOLATO LE REGOLE
Intanto i senatori M5S(Lorenzo Battista, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, quest’ultimo si sarebbe già dimesso) affidano a un video la loro autodifesa.Un video di 3 minuti e 16 secondi in cui spiegano le loro motivazioni, ribadiscono di essere del M5S e assicurano che regole violate, per procedere con l’espulsione, non ce ne sono. «In questa vicenda - spiega Orellana - ci sono delle verità e dei principi da affermare: la verità è che il Movimento nei gruppi territoriali non ci ha mai sfiduciati con un voto assembleare, né nel caso mio a Pavia né nel caso di Palermo per i colleghi Bocchino e Campanella. Questa è la verità. Il mio comunicato porta addirittura la firma di meetup inesistenti». «A Palermo - accusa Bocchino - la “sfiducia” è firmata da 12 attivisti, un comunicato falso scritto a nome del meetup. C’è un comunicato successivo», in cui a Campanella e Bocchino viene rinnovata la fiducia, «firmato da 45 attivisti. Questa è un’operazione creata ad arte da chi detiene la password del sito, tra queste persone, mi spiace dirlo, ci sono parenti e conviventi dei deputati della Camera», accusa.
LA SCOMUNICA IN VIDEO
Grillo dal suo blog si augurava che il voto della rete confermasse l’espulsione dei 4 senatori «Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male -ricorda Grillo in un intervento pubblicato sul suo blog- i parlamentari del M5S hanno fatto un’assemblea congiunta decidendo l’espulsione. A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il MoVimento: “fate alleanze ... perché non ha fatto alleanze con Letta ... perché non fate”. Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: «a casa tutti», facevano degli olò che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: “Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggio”». «Queste -commenta il leader M5S- sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche. Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti. Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo. Daremo il sangue per le europee. Daremo il sangue sulle strade: molti di voi andranno sui palchi di tutti i comuni. 4 mila comuni e due regioni vanno alle elezioni, abbiamo le europee. Non ci possiamo permettere ancora di parlare di gente che bisbiglia ai giornali, dopo 5 minuti che hai parlato sei sul giornale con il titolone»
PSICODRAMMA GRILLINO
La tensione a Palazzo Madama è altissima, con la senatrice Alessandra Bencini che fra le lacrime commenta: «Basta. Voglio tornare a casa, così non va». La parlamentare spiega all’Ansa che sta per lasciare l’incarico in dissenso per le espulsioni dei «ribelli». Nessuna intenzione di formare un solo gruppo, spiega. «Voglio andarmene ma non solo dal gruppo - sottolinea - Gli altri cosa faranno non lo so. Io sono una e ho le idee chiare». Anche la senatrice del M5S Laura Bignami ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni. Secondo fonti parlamentari,è pronto a seguire gli “espulsi”anche il senatore Maurizio Romani. I toni rimangono accesi anche nel corso della riunione dei senatori 5 Stelle che discute sulle espulsioni e sulle dimissioni presentate dai sei senatori. «Mi hanno insultata ma preferisco non parlarne», dice Alessandra Bencini, che poco prima aveva detto, fra le lacrime, di voler abbandonare l’incarico. Poi la rabbia di Orellana: «Grillo è un bugiardo. Non guadagno 20 mila euro al mese e non c’è alcun accordo con il Pd». Già nella riunione di ieri sera si erano visti i primi segnali del dissenso nei confronti della politica di messa al estromissione promossa dai vertici del MoVimento. Il deputato Alessio Tacconi ha chiesto di considerare anche il suo nome nel processo a Orellana, Campanella, Battista e Bocchino. Durissimi invece gli attacchi dei più vicini al leader pentastellato, tra cui la deputata Roberta Lombardi, che ha incalzato il comportamento dei quattro senatori che «da mesi, chirurgicamente, effettuano una copertura mediatica «pro domo loro» anteponendo la visibilità personale al Movimento». Anche il deputato Riccardo Nuti ha accusato Campanella. «Ci dica se è vero questo simbolo: Movimenti attivisti liberi? Ecco perché vanno espulsi».
I quattro oggetto di scomunica - Orellana, Bocchino, Campanella e Battista, hanno annunciato di essere pronti a dimettersi in segno di solidarietà con i colleghi che hanno già ufficializzato l’intenzione di lasciare il gruppo del M5S al Senato.
“SIAMO IN TRENTA”
Uno strappo “storico” , visto che in Senato potrebbero esserci i numeri per la formazione di un nuovo gruppo parlamentare. Agli espulsi e ai senatori pronti a seguirli potrebbero aggiungersi gli altri tre senatori ex grillini Marino Mastrangelo, Paola De Pin e Adele Gambaro. Secondo la senatrice grillina Elena Fattori i dimissionari sarebbero una decina.
«Non hanno condiviso la sommarietà del processo - dice ai microfoni di SkyTg24 - senza dati, senza preavviso e senza un confronto tra noi senatori: avremmo preferito, prima di andare in congiunta, avere noi senatori un confronto con i quattro». Nel pomeriggio Roberto Cotti aveva fatto sapere che «sono più di 30 i senatori pronti a difendere» Campanella e gli altri, costituendosi autonomi.
I QUATTRO: MAI VIOLATO LE REGOLE
Intanto i senatori M5S(Lorenzo Battista, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, quest’ultimo si sarebbe già dimesso) affidano a un video la loro autodifesa.Un video di 3 minuti e 16 secondi in cui spiegano le loro motivazioni, ribadiscono di essere del M5S e assicurano che regole violate, per procedere con l’espulsione, non ce ne sono. «In questa vicenda - spiega Orellana - ci sono delle verità e dei principi da affermare: la verità è che il Movimento nei gruppi territoriali non ci ha mai sfiduciati con un voto assembleare, né nel caso mio a Pavia né nel caso di Palermo per i colleghi Bocchino e Campanella. Questa è la verità. Il mio comunicato porta addirittura la firma di meetup inesistenti». «A Palermo - accusa Bocchino - la “sfiducia” è firmata da 12 attivisti, un comunicato falso scritto a nome del meetup. C’è un comunicato successivo», in cui a Campanella e Bocchino viene rinnovata la fiducia, «firmato da 45 attivisti. Questa è un’operazione creata ad arte da chi detiene la password del sito, tra queste persone, mi spiace dirlo, ci sono parenti e conviventi dei deputati della Camera», accusa.
LA SCOMUNICA IN VIDEO
Grillo dal suo blog si augurava che il voto della rete confermasse l’espulsione dei 4 senatori «Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male -ricorda Grillo in un intervento pubblicato sul suo blog- i parlamentari del M5S hanno fatto un’assemblea congiunta decidendo l’espulsione. A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il MoVimento: “fate alleanze ... perché non ha fatto alleanze con Letta ... perché non fate”. Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: «a casa tutti», facevano degli olò che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: “Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggio”». «Queste -commenta il leader M5S- sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche. Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti. Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo. Daremo il sangue per le europee. Daremo il sangue sulle strade: molti di voi andranno sui palchi di tutti i comuni. 4 mila comuni e due regioni vanno alle elezioni, abbiamo le europee. Non ci possiamo permettere ancora di parlare di gente che bisbiglia ai giornali, dopo 5 minuti che hai parlato sei sul giornale con il titolone»
PSICODRAMMA GRILLINO
La tensione a Palazzo Madama è altissima, con la senatrice Alessandra Bencini che fra le lacrime commenta: «Basta. Voglio tornare a casa, così non va». La parlamentare spiega all’Ansa che sta per lasciare l’incarico in dissenso per le espulsioni dei «ribelli». Nessuna intenzione di formare un solo gruppo, spiega. «Voglio andarmene ma non solo dal gruppo - sottolinea - Gli altri cosa faranno non lo so. Io sono una e ho le idee chiare». Anche la senatrice del M5S Laura Bignami ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni. Secondo fonti parlamentari,è pronto a seguire gli “espulsi”anche il senatore Maurizio Romani. I toni rimangono accesi anche nel corso della riunione dei senatori 5 Stelle che discute sulle espulsioni e sulle dimissioni presentate dai sei senatori. «Mi hanno insultata ma preferisco non parlarne», dice Alessandra Bencini, che poco prima aveva detto, fra le lacrime, di voler abbandonare l’incarico. Poi la rabbia di Orellana: «Grillo è un bugiardo. Non guadagno 20 mila euro al mese e non c’è alcun accordo con il Pd». Già nella riunione di ieri sera si erano visti i primi segnali del dissenso nei confronti della politica di messa al estromissione promossa dai vertici del MoVimento. Il deputato Alessio Tacconi ha chiesto di considerare anche il suo nome nel processo a Orellana, Campanella, Battista e Bocchino. Durissimi invece gli attacchi dei più vicini al leader pentastellato, tra cui la deputata Roberta Lombardi, che ha incalzato il comportamento dei quattro senatori che «da mesi, chirurgicamente, effettuano una copertura mediatica «pro domo loro» anteponendo la visibilità personale al Movimento». Anche il deputato Riccardo Nuti ha accusato Campanella. «Ci dica se è vero questo simbolo: Movimenti attivisti liberi? Ecco perché vanno espulsi».
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