Sembrano dispiaciuti i giornali per l'assoluzione di Raniero Busco, divenuta definitiva con la conferma da parte della Corte di Cassazione. Tutti a sottolineare che così il delitto di via Poma resta senza colpevoli. E questo è un fatto. Era meglio, per non lasciare la casella , fosse condannato un innocente ? Educati forse dalla vocazione colpevolista dei loro maestri (Sarzanini e Ferrarella), quelli della cronaca giudiziaria del Corriere sono veramente illegibili. Se scrivono 20 righe, 15 sono dedicate a riportare le tesi dell'accusa, la delusione dei familiari di Simonetta...insomma fanno ben capire per chi facefano il tifo. Stomachevoli. Non meglio il tenore di alcuni commenti dei lettori, con la solita becera litania della vittima che si è accoltellata da sola, i colpevoli a spasso ecc. ecc...Come sempre in questi casi, ripeto che non sono certo in grado, da persona che, come tutto il pubblico, ha seguito da troppo distante il processo, di affermare che la sentenza rappresenti la verità assoluta. Non lo so mai. Ho come tutti le mie sensazioni prevalenti, e quindi pensai a suo tempo che la Franzoni forse era effettivamente colpevole, così come penso che lo fossero Scattone e Ferraro, condannati per l'omicidio di Marta Russo. Busco invece credo, anche qui senza alcuna certezza però con qualche convinzione in più (ne ho scritto in vari post, tra cui http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/04/busco-non-colpevole-periodo-nero-per-i.html) che sia innocente, e questa sensazione è confortata dalla grande stima che ho per i magistrati della Corte d'Assise d'appello, e in particolare per il Presidente D'Andria, che mi piace ricordare giudice a latere di mio padre. Due grandi garantisti. Come ha ricordato il Prof. Coppi nella sua arringa difensiva, la sentenza d'assoluzione, con formula piena, era stata correttamente motivata in ogni suo punto, spiegando puntualmente i motivi per cui non veniva condivisa la decisione di primo grado fino ad arrivare al suo rovesciamento. Questo senza contare che negli anni la Procura romana di colpevoli ne ha trovati ben tre, tutti alla fine in qualche modo assolti. E ogni volta, a sentire i PM di P,le Clodio, erano assolutamente convinti di aver trovato l'assassino.
Adesso dovranno riprendere la ricerca, e vedrete che, nonostante siano passati quasi 25 anni, troveranno il quarto...
Alla fine ho preso la notizia come riportata dal Messaggero. Almeno si è limitato alla cronaca, senza lutti da manettari sconfitti.
Via Poma, assolto Busco: delitto senza colpevoliL'avvocato Coppi: «Un delitto commesso da uno psicopatico» |
La
Cassazione ha confermato l'assoluzione - che diventa definitiva - per
Raniero Busco dall'accusa di aver ucciso in via Poma, a Roma, la sua ex
fidanzata Simonetta Cesaroni. Il ricorso della Procura Generale è stato respinto.
Simonetta Cesaroni fu uccisa negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù a Roma in via Poma il 7 agosto del '90: l'assassino infierì sul corpo della giovane segretaria con 29 coltellate. Il corpo fu ritrovato dalla sorella Paola e dal datore di lavoro di Simonetta. Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione ed assolto in appello «per non aver commesso il fatto». Quest'ultima sentenza era stata impugnata dalla Procura Generale di Roma ed anche il pg della Cassazione, al termine della requisitoria, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo processo. I Supremi giudici sono stati di diverso avviso ed hanno confermato l'assoluzione di Busco che diventa così irrevocabile.
La procura della Cassazione aveva chiesto l'annullamento con rinvio, per nuovo processo, dell'assoluzione di Raniero Busco.
La moglie. «Mio marito ed io siamo felicissimi, ci siamo liberati da un incubo. Adesso questa vicenda è finalmente sepolta»: così Roberta Milletarì, moglie di Raniero Busco, ha commentato l'assoluzione definitiva del marito dal delitto di via Poma, parlando al telefono con l'avvocato Paolo Loria, che ha difeso Busco insieme a Franco Coppi.
Urla di gioia dalla villetta di Raniero Busco a Roma dopo la notizia della sentenza della Cassazione, che ha confermato la sentenza del processo in Appello sul delitto di via Poma, che ha assolto Raniero Busco. Alcune ore prima alcuni amici e parenti erano arrivati nella villetta, che si trova nel quartiere Morena, alla periferia sud di Roma, per sostenere da vicino Raniero in attesa della sentenza. Busco è rimasto tutta la giornata in casa assieme alla moglie. Raniero Busco ha accolto con lacrime di commozione la sentenza della Cassazione, che ha confermato la sua assoluzione nel processo sul delitto di via Poma. A confermarlo sono alcuni suoi amici, per i quali «la giustizia ha fatto il suo corso».Una bottiglia di spumante è stata stappata in casa Busco per festeggiare la sentenza della Cassazione.
La famiglia Cesaroni. «Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perchè c'erano forti incongruenze. Adesso quello di Via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c'erano elementi importanti contro Busco». Questo il commento dell'avvocato Federica Mondani, legale di parte civile dei familiari di Simonetta Cesaroni, alla lettura del verdetto della Cassazione che ha scagionato definitivamente Raniero Busco.
Il criminologo. «Non c'erano prove che inchiodassero Raniero Busco, per tante ragioni. Via Poma resta un 'cold case': c'è da indagare su una serie di quesiti non ancora risolti. La verità può essere dietro l'angolo ma occorre riesaminare altri indizi». Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense all'Università 'La Sapienza' di Roma, commenta così, l'assoluzione definitiva di Raniero Busco dall'accusa dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, stabilita dalla I sezione penale della Cassazione che, dopo tre ore di camera di consiglio, ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Roma e dai famigliari di Simonetta Cesaroni, massacrata con 29 coltellate il 7 agosto 1990.
Simonetta Cesaroni fu uccisa negli uffici dell'Associazione Alberghi della gioventù a Roma in via Poma il 7 agosto del '90: l'assassino infierì sul corpo della giovane segretaria con 29 coltellate. Il corpo fu ritrovato dalla sorella Paola e dal datore di lavoro di Simonetta. Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione ed assolto in appello «per non aver commesso il fatto». Quest'ultima sentenza era stata impugnata dalla Procura Generale di Roma ed anche il pg della Cassazione, al termine della requisitoria, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di secondo grado e un nuovo processo. I Supremi giudici sono stati di diverso avviso ed hanno confermato l'assoluzione di Busco che diventa così irrevocabile.
La procura della Cassazione aveva chiesto l'annullamento con rinvio, per nuovo processo, dell'assoluzione di Raniero Busco.
La moglie. «Mio marito ed io siamo felicissimi, ci siamo liberati da un incubo. Adesso questa vicenda è finalmente sepolta»: così Roberta Milletarì, moglie di Raniero Busco, ha commentato l'assoluzione definitiva del marito dal delitto di via Poma, parlando al telefono con l'avvocato Paolo Loria, che ha difeso Busco insieme a Franco Coppi.
Urla di gioia dalla villetta di Raniero Busco a Roma dopo la notizia della sentenza della Cassazione, che ha confermato la sentenza del processo in Appello sul delitto di via Poma, che ha assolto Raniero Busco. Alcune ore prima alcuni amici e parenti erano arrivati nella villetta, che si trova nel quartiere Morena, alla periferia sud di Roma, per sostenere da vicino Raniero in attesa della sentenza. Busco è rimasto tutta la giornata in casa assieme alla moglie. Raniero Busco ha accolto con lacrime di commozione la sentenza della Cassazione, che ha confermato la sua assoluzione nel processo sul delitto di via Poma. A confermarlo sono alcuni suoi amici, per i quali «la giustizia ha fatto il suo corso».Una bottiglia di spumante è stata stappata in casa Busco per festeggiare la sentenza della Cassazione.
La famiglia Cesaroni. «Siamo ovviamente delusi da questo verdetto di assoluzione perchè c'erano forti incongruenze. Adesso quello di Via Poma resta un delitto senza colpevoli. Rimaniamo convinti che c'erano elementi importanti contro Busco». Questo il commento dell'avvocato Federica Mondani, legale di parte civile dei familiari di Simonetta Cesaroni, alla lettura del verdetto della Cassazione che ha scagionato definitivamente Raniero Busco.
Il criminologo. «Non c'erano prove che inchiodassero Raniero Busco, per tante ragioni. Via Poma resta un 'cold case': c'è da indagare su una serie di quesiti non ancora risolti. La verità può essere dietro l'angolo ma occorre riesaminare altri indizi». Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense all'Università 'La Sapienza' di Roma, commenta così, l'assoluzione definitiva di Raniero Busco dall'accusa dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, stabilita dalla I sezione penale della Cassazione che, dopo tre ore di camera di consiglio, ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Roma e dai famigliari di Simonetta Cesaroni, massacrata con 29 coltellate il 7 agosto 1990.
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