Io lo capisco questo padre che sogna, per vivere un rapporto genitoriale sereno, di avere un figlio "solo suo", senza madre. In fondo, è un sentimento presente in modo radicato in tantissime madri, che emerge in maniera evidente in sede di separazione. Certo, l'uomo fa comodo, sia per pagare i conti (quando ci si riesce a farglieli pagare, che mica è una cosa semplice, specie se non c'è una busta paga certa) che per parcheggio, appoggio, servizio trasporto (al calcio, a scuola, a danza, e, più grandi ma non abbastanza, alle feste. Ma sulle decisioni e su dove i figli devono vivere, la maggior parte delle madri non ha dubbi di sorta.
Un tempo la cosa non creava nemmeno grossi conflitti ideologici - " i figli sono delle madri" era un concetto popolare diffuso e condiviso anche dai maschi - , mentre sempre alti erano quelli economici.
Poi però i papà hanno abbandonato i ruoli antichi - mio padre non era certo un "mammo", un "teddy dad", papà orsetto...- e a quel punto , quelli di loro che hanno seguito il new deal, una mionoranza però crescente di numero, non ci sono stati più ad essere completamente marginalizzati nei casi di separazione ( in Italia felicemente il 30% dei totali, si ha fiducia di raggiungere presto i paesi più civili, che hanno superato il 50%). Si è arrivati così nel 2006 alla legge che prevede l'affidamento condiviso come regola assoluta, derogabile solo in casi gravi e comprovati. Una legge giusta che ha portato, nei casi di separazione giudiziale, a far raggiungere la conflittualità a vertici prima sconosciuti. Anteriormente al 2006, per esempio, erano rari i casi di denuncia di molestie sessuali ne confronti degli ex mariti e compagni. Poi un boom.
Di fronte alla frontiera dei diritti civili che si sposta sempre più in là (curioso, le libertà economiche invece spariscono) , dove si fa la fila per gli uteri in affitto, dove il sesso dei genitori non ha più importanza e le adozioni dei single sono legittime.
A questo punto, perché escludere che il desiderio di questo padre, convinto di essere un mediocre compagno (come la sua ex precisa) ma un bravo genitore, non dovrebbe realizzarsi ?
Di seguito, la notizia come postata e commentata sul Corriere della Sera
«Un figlio solo mio»
Il disorientamento
dei padri separati
Vi ricordate Dario, il padre separato di una bambina di 8 anni che ha rivelato al forum Supplemento singolo di essersi messo in lizza per un utero in affitto? Ne abbiamo discusso nella scorsa rubrica, analizzando le conseguenze dal punto di vista del principio di maternità. Ora Dario ci riscrive per spiegarci il proprio punto di vista. Che ancora una volta ci sorprende. Giudicate voi. «Carissimi tutti, ho letto con attenzione ogni vostro post sul forum Supplemento singolo . E vi ringrazio, alcuni sono stati spunti di autocritica non indifferenti. Ora però sento la necessità, anche e soprattutto per rispetto di mia figlia che già esiste, ed è stato il frutto di due persone che allora si amavano, di esprimere alcune considerazioni, anzi delucidazioni (...). Credetemi non c’è nessuna forma di puro egoismo nel voler altri figli, casomai solo la possibilità di fare quello che mi riesce bene senza correre nuovamente il rischio di aver accanto magari ancora una donna sbagliata e trovarsi di nuovo con i figli usati come arma di ricatto. Questo non potrei sopportarlo. Perché, che lo si voglia ammettere o no, nelle cause di separazioni come la mia e come tante altre, noi padri non siamo certo tutelati dalla legge per poter continuare a svolgere il nostro ruolo di padre, che è sia un diritto ma anche un dovere. Io questo ho passato, ho sbagliato come marito (e la mia ex come moglie!) ma come padre ad oggi posso dire di non aver fallito, anzi. L’attuale momento mi offre la possibilità di avere un figlio solo mio e quindi poter assecondare anche la necessità di mia figlia che vorrebbe fratellini o sorelline. Questo farebbe sì che la mia futura compagna non potrebbe rivalersi sui minori qualora decidesse di cambiare vita. Sarò prevenuto, ma per tutelare i piccoli ho pensato a questo. Posso farmi tutte le sedute di analisi che volete, e che già ho fatto, ma voglio condividere questa mia gioia di vivere allevando i miei figli con tutti i sacrifici annessi. Il problema, anzi la paura, che mi pongo è di non capire nuovamente la donna che mi sta accanto e poi farci la guerra per i figli come già ho subito. So di essere criticabile, ma non sono egoista». E io mi chiedo: non è ora di fare una riflessione sul trauma che molti padri separati hanno subìto se la conseguenza è questa?
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