mercoledì 2 luglio 2014

PER COLPA DEI "GIUDICI BASTARDI" SARKOZY NON RIDE PIU'


Non c'è nulla da fare. Quando capita qualche disgrazia a Sarkozy, e ad iniziare della sconfitta alle elezioni presidenziali gliene capitano diverse, la mente corre a quella famosa conferenza stampa nella quale l'allora inquilino dell'Eliseo irrise apertamente il presidente del Consiglio italiano, all'epoca Silvio Berlusconi. Una risatina che piacque solo agli esaltati pasdaran del partito anti cav, mentre gli altri, normali, anche tra gli  avversari dell'uomo, si risentirono non poco, in considerazione che in quel momento Berlusconi rappresentava la nostra nazione, e quella mancanza ostentata di rispetto non poteva essere tollerata. Anche la Merkel stiracchiò un sorriso, che però francamente sembrò più di imbarazzo, sia per la domanda insidiosa che per la reazione scomposta del collega francese. 
Da allora, come detto, in diverse occasioni, sentendo i notiziari  o leggendo i giornali sul marito (ancora dura, sono francamente stupito) della bella Carlà, mi sono scoperto a pensare a voce alta "che fai, non ridi più ?".
Questo per dire della simpatia che nutro per il personaggio. 
Sulla vicenda che lo occupa in questi giorni, addirittura con un fermo da parte della polizia francese, non mi colpisce l'epiteto "bastardi" rivolti ai giudici del suo paese. In un colloquio privato e rubato non credo che lo si possa incriminare per oltraggio alle istituzioni o roba similare,  anche se non conosco il codice d'oltre alpe. Piuttosto mi ha lasciato interdetto il fatto che le intercettazioni riguardassero il colloquio tra Sarkozy e il suo avvocato difensore. Da noi, anche recentemente, sono sorte forti e giuste polemiche in quei casi dove emerse questo abuso da parte dell'Autorità giudiziaria, stante il principio della segretezza dei colloqui tra cliente e difensore.
In Francia è diverso ? O forse era la situazione ad essere differente, tipo, per esempio, che non avendo ancora Sarkozy la qualità di indagato in qualche procedimento, i suoi colloqui con il legale non sono coperti, al momento, da questo tipo di garanzia.
Vorrei francamente saperne di più sul punto.
Certo è che "bastardi" al sovversivo Cav ancora non gli è scappato detto. 
O forse non si è solo risaputo.
Il servizio che segue è del Corriere.it



Le 7 telefonate: «Giudici bastardi»
E il nome in codice Paul Bismuth

La Sim di Sarko aveva una falsa intestazione. Intercettati lui e il legale

di Stefano Montefiori

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI - Nicolas Sarkozy. Nome in codice Paul Bismuth. «Avrebbero potuto almeno chiedermi scusa», dice il prestanome a sua insaputa, un signore israeliano che fa l’agente immobiliare a Netanya, poco lontano da Tel Aviv, e che da ragazzo a Parigi era compagno di scuola di Thierry Herzog, l’avvocato di Sarkozy. Si chiama Paul Bismuth, e ha scoperto di essere l’identità segreta del presidente emerito della Repubblica francese.

Il vecchio compagno di liceo
Mesi fa l’avvocato Herzog si è accorto che le chiamate col telefonino personale di Sarkozy erano ascoltate dai magistrati. Allora ha pensato di comprarne un altro sotto falsa identità, e il primo nome che gli è venuto in mente è stato quello di quel vecchio compagno di liceo, mai più visto né sentito, dal destino meno illustre dell’amico Nicolas. Il vero Paul Bismuth ieri come sempre stava in Israele, scocciato per una improvvisa notorietà mondiale, dalla quale si sente travolto. Il Bismuth finto, a Nanterre, rispondeva alle domande dei magistrati.
Di grottesco non c’è solo il dettaglio del nome, nella trascrizione delle sette telefonate pubblicata dal giornale online Mediapart . Il sito francese ha avuto accesso alla sintesi delle conversazioni avvenute tra il 28 gennaio e l’11 febbraio 2014 tra Nicolas Sarkozy e il suo legale, Thierry Herzog, che cercavano di ottenere informazioni in anticipo riguardo all’inchiesta sui finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale del 2007, e sul destino delle agende presidenziali sequestrate nel dossier Bettencourt. I giudici autori del sequestro delle agendine vengono elegantemente definiti da entrambi «i bastardi di Bordeaux».
Anticipazioni in cambio di una poltrona
La prima conversazione posta sotto esame ha luogo martedì 28 gennaio, alle 12.24. Herzog è in grado di anticipare a Sarkozy l’atteggiamento - benevolo, per fortuna -, del relatore della Corte di cassazione quanto alle agende (l’ex presidente spera di rientrarne in possesso al più presto, non vuole che vengano esaminate anche nel processo per l’arbitrato Adidas a favore di Bernard Tapie, o nell’inchiesta per i finanziamenti libici).
Sarkozy è felice dell’ottimismo di Herzog, e chiede se «il nostro amico» ha per caso informazioni opposte: no, Herzog lo rassicura. «Il nostro amico» è l’alto magistrato di Corte di cassazione Gilbert Azibert, 67 anni, detto «Annulator» per la passione con la quale fa il suo lavoro, cioè cassare le sentenze altrui. Il sospetto della Procura di Nanterre è che Sarkozy tramite Herzog si sia messo d’accordo con Azibert: tu mi riveli in anticipo la mia posizione nelle varie inchieste, io metto una buona parola per farti avere la poltrona di giudice nel Principato di Monaco.

«I bastardi di Bordeaux»
Il 29 gennaio nuova chiamata, alle 19.25: l’avvocato conferma a Sarkozy di stare tranquillo, la relazione sulla questione delle agende sarà «volontariamente neutra» ma si punta a restituirgliele, lo assicura «Gilbert» (Azibert) che ha pranzato con l’avvocato generale. L’avvocato si compiace della collaborazione della talpa Azibert, «si è dato davvero da fare», dice a Sarkozy. Giovedì 30 gennaio, alle 20.40, Herzog racconta a Sarkozy di avere parlato con «Gilbert» la mattina, gli comunica che le famose agendine saranno dissequestrate e torneranno in suo possesso, e che in più i giudici dovranno togliere ogni menzione nell’inchiesta Bettencourt, «cosa che darà un gran lavoro a quei bastardi di Bordeaux» (i giudici, ndr ), chiosa l’avvocato.
Sabato primo febbraio, alle 11.22, Nicolas Sarkozy raccomanda di «prendere contatto con i nostri amici perché facciano attenzione, non si sa mai», perché gira voce che i suoi uffici saranno perquisiti dai magistrati che indagano sulla sua denuncia contro Mediapart per la vicenda libica. Ancora quel sabato, venti minuti dopo, Nicolas Sarkozy chiama l’avvocato Herzog e organizza una messa in scena che, a posteriori, sembra un po’ ridicola: parlarsi sulla linea ufficiale, non quella segreta intestata a Paul Bismuth, per non insospettire gli inquirenti. Herzog accetta, gli propone una falsa conversazione a proposito della denuncia contro Mediapart , e dice «ti chiamo io, sembrerà più naturale».
Mercoledì 5 febbraio, alle 9.42, l’avvocato ricorda a Sarkozy l’impegno preso con il giudice Azibert per il posto a Montecarlo, il presidente emerito conferma che lo aiuterà. Del resto, Herzog aveva già rassicurato il giudice: «Ma scherzi? Con tutto quello che stai facendo...». Una settimana dopo, martedì 11 febbraio, alle 22.11, Herzog dice a Sarkozy che «Gilbert» è sempre dei loro, «domani andrà a caccia» di informazioni.

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