giovedì 14 agosto 2014

I VERI NEMICI DI RENZI , NEL SENSO DI PERICOLOSI ? QUELLI CHE CI PRESTANO I SOLDI


Giuseppe Turani non è uno dei giornalisti avverso a Renzi. Anzi. Non dico che Matteo abbia suscitato in lui la folgorazione che il noto giornalista economico subì ad opera di Monti, ma sicuramente è tra coloro che pensano che il toscano sia di qualcosa di molto simile all' "ultima spiaggia".
Questa cosa, a chi guarda alle cose in un'ottica potrei dire "storicizzante", fa un po' sorridere, ponendosi semmai la domanda se questa immagine sia veramente pensata o frutto di demagogia.
Ad ogni modo, quello che qui conta è che anche un renziano di sostegno come Turani non riesce a non osservare che il "nostro" ha trascurato l'agenda economica (sei mesi sono pochi ma nemmeno niente...) e di questa cosa borbottano non i gufi,  non i rosiconi, bensì i mercati, cioè i prestatori di denaro all'Italia, che dobbiamo tenerci molto cari. Perché quando si hanno quasi 2.140 miliardi di debiti (36.000 per italiano, neonati compresi), non si può correre il rischio che anche sono un decimo di questi soggetti si presentino alla cassa richiedendo i propri soldi !! Che poi ci siano persone per nulla scontente di vedere il Premier in difficoltà, questo è altrettanto vero,  e del resto mi sembra anche normale in politica.
Dal io modesto canto invece, a differenza di quanto qualcuno forse crede, non ho nessuna voglia di avere ragione nelle mie diuturne critiche al Premier, e sarò ben felice di vedere l'Italia che cambia verso, per stare all'ultimo slogan leopoldiano. 
E anche se questo verso nuovo fosse uno Stato tuttora onnipresente, invadente, com'è oggi, ma però diventato almeno ragionevolmente efficiente, con servizi finalmente adeguati all'esosità fiscale, bè mi andrebbe bene lo stesso, ancorché, credo ormai si sappia, il sogno del Camerlengo è una Nazione di ispirazione liberale, con quindi meno Stato, meno tasse e più libertà per le persone e per le imprese. 
Ma questa sarebbe una poltica di "destra" (che Berlusconi NON fece) , e giustamente non si può pretendere dalla sinistra. 
Però il resto sì.
Buona Lettura 


I nemici di Renzi sono i mercati



Allora è partita l’offensiva dei poteri forti contro Renzi con l’obiettivo di arrivare in tempi rapidi a commissariare l’Italia? E chi sono questi poteri forti? L’Aspen Institute, il  circolo Bilderberg, la banca Goldman Sachs? No. Credo proprio di no. Credo che tutti questi signori siano al mare o in montagna a godersi un po’ di vacanza.
E allora si tratta delle cancellerie europee, della Bce, o della commissione di Bruxelles? Quest’ultima è scaduta e quindi penso che siano tutti lì a riempire gli scatoloni con i loro ricordi. Per onore di firma ogni tanto mandano una lettera di ammonimenti, ma niente che non  faccia parte della tradizione burocratica di Bruxelles. Allora la potente Bce? No. La Banca centrale europea ha la buona abitudine di parlare chiaro e abbastanza pubblicamente. Non è moto soddisfatta di quello che sta avvenendo in Italia, ma lo ha detto in modo chiaro.
Eppure c’è un certo clima di sospetti, un po’ di nebbia che gira intorno all’Italia e qualcuno (Berlusconi, in questo caso, ma non è il solo) sospetta che dall’estero stiano preparando un altro ribaltone politico.
Hanno senso queste voci? In parte sì e in parte no.
Perché no? Perché non si può fare la stessa cosa a pochissimi anni di distanza e, per di più, con un leader a palazzo Chigi che ha ottenuto un consenso alle europee stratosferico. I confronti con l’estate del 2011, se si vogliono fare, vanno fatti bene. A quell’epoca Berlusconi non aveva contro soltanto le cancellerie europee, che lo vedevano incerto sul da farsi e poco portato a credere che la situazione fosse grave. Aveva contro i mercati, cioè quelli che ci devono dare i soldi per coprire i disavanzi e andare avanti. E i mercati (un misto di risparmiatori, fondi di investimento, banche) quando si tratta con un paese che ha più di due mila miliardi di debiti sono sempre un po’ angosciati. Anzi, possiamo dire che vivono in uno stato di permanente insicurezza psicologica.
E infatti si ricorderà lo spread che sembrava voler arrivare a quota 600. Alla fine Berlusconi è caduto perché dalla sua parte non aveva più nessuno: i mercati erano spaventati dalla paralisi del suo governo e le cancellerie europee temevano che insieme all’Italia saltasse tutta la costruzione dell’euro. Da qui le forti pressioni, anche discrete e affidate ai canali diplomatici, per far cambiare registro all’Italia. Nemmeno allora, secondo me, sono entrati in azione i “poteri forti”. Anzi, è moto probabile che questi poteri forti non esistano proprio. Se esistessero nel mondo ci sarebbe un po’ più di ordine.
Però intorno al governo Renzi si respira un po’ un’aria di incertezza e forse anche di complotto. E’ vero. E due sono le spiegazioni. Sono in tanti, in Italia, che vorrebbero veder saltare Renzi: in questo caso, infatti, si riaprirebbero giochi che per adesso sembrano chiusi. Uno di quelli interessati a una crisi di Renzi, ad esempio, potrebbe essere proprio Berlusconi, che così potrebbe offrire il “soccorso azzurro” al governo e rientrare a pieno titolo nella partita. Anche la sinistra del Pd ha qualcosa da dire su questo punto.
Ma ci sono anche perplessità crescenti da parte dei mercati e delle cancellerie europee. Renzi ha promesso molto, sia in Italia che in Europa, ma a conti fatti sul tema del riequilibro dei conti pubblici e della ripresa (che sono le cose che interessano all’estero)  non ha combinato molto. Dice che l’Italia trascinerà l’Europa, ma per il momento non trascina nemmeno se stessa. La crescita non c’è, le imposte sono alte, la disoccupazione  molto elevata, e le spese pubbliche in crescita.
Ovvio che da Bruxelles, da Berlino e da Francoforte qualcuno cominci a chiedersi: “Ma questo Renzi che  cosa combina, laggiù?”.

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